ellenismo
La diffusione della cultura greca nel Mediterraneo e in Asia Minore
L'ellenismo è il periodo storico che va dal 323 al 31 a.C. È stato a lungo considerato un periodo di decadenza. In realtà è un'età di notevoli trasformazioni economiche, politiche e sociali, di grandi fermenti religiosi, di importanti novità nel campo della letteratura e dell'arte, di significativi progressi scientifici e tecnologici
La morte di Alessandro Magno (323 a.C.) segna anche la fine del suo sogno di creare un unico vasto impero che abbracci Oriente e Occidente. Lotte estenuanti portano al costituirsi di singoli regni: il regno d'Egitto sotto la dinastia dei Lagidi o Tolomei, il regno di Siria sotto i Seleucidi, il regno di Macedonia sotto gli Antigonidi, il piccolo regno di Pergamo sotto gli Attalidi.
Il potere e l'autonomia di questi regni vengono gradualmente ridotti e infine cancellati dall'espansionismo romano. La stessa Grecia perde la sua libertà (146 a.C.). L'ultimo regno a diventare provincia romana è l'Egitto, in seguito alla sconfitta di Cleopatra e Antonio nella battaglia di Azio (31 a.C.).
In epoca ellenistica il centro culturale principale non è più Atene, ma Alessandria. Qui sorge il Museo, un'istituzione voluta dai Tolomei, ove soggiornano i più grandi poeti e scienziati del tempo, che per i loro studi possono avvalersi di una biblioteca comprendente circa 500.000 volumi.
Se la letteratura dell'età classica si era nutrita di un rapporto vitale e fecondo con il dibattito democratico interno alla pòlis, la città-Stato, il formarsi di strutture di potere fortemente centralizzate favorisce ora il distacco dei cittadini dalla vita politica. Il teatro tragico perde importanza, e così anche l'oratoria politica. La stessa commedia, ancora fiorente ad Atene, si trasforma e propone, con Menandro, situazioni di vita borghese, dando spazio ai sentimenti privati (per esempio l'amore) e alla rappresentazione dei caratteri. Sopravvivono forme di cultura popolare (spettacoli, recitazioni), ma la letteratura colta tende a chiudersi sempre più nell'ambito di circoli ristretti; si afferma così una produzione letteraria di tipo erudito, estremamente raffinata nella forma e nello stile, destinata a un pubblico di lettori competenti.
Queste nuove tendenze sono ben espresse dai più importanti poeti del 3° sec. a.C.: Callimaco ne Le cause ricerca le origini di usi, costumi, nomi di località, attraverso il ricorso a leggende e miti rari; Apollonio Rodio trasforma Giasone, il protagonista delle sue Argonautiche, in un eroe di tipo nuovo, prudente e dubbioso, e, con la figura di Medea, introduce per la prima volta nel poema epico il tema dell'amore passionale; Teocrito inventa la poesia bucolica (o "pastorale", cioè che tratta della vita campestre, idealizzandola) elevando a dignità letteraria l'umile mondo dei pastori.
La raffinatezza si accompagna alla ricerca della brevità. Simbolo di questo nuovo gusto è l'epigramma. Nel nuovo clima spirituale la solennità cede il passo al realismo, al gusto per i particolari, alle scene di vita quotidiana. Divinità ed eroi vengono umanizzati. Si affermano linguaggi espressivi nuovi, con una forte tendenza al pathos ("sofferenza").
Accanto all'Accademia (l'antica scuola di Platone) e al Peripato (la scuola di Aristotele) nascono nuovi indirizzi filosofici: lo stoicismo, l'epicureismo, lo scetticismo. Al centro della riflessione filosofica ci sono il problema della virtù e l'essenza della felicità umana.
Nella sfera della religione i contatti più intensi con l'Oriente portano alla diffusione di culti nuovi. Si affermano tendenze sincretistiche (mescolanza di credenze diverse) e i culti misterici (cerimonie segrete che prevedono riti di iniziazione).
Si registra anche una grande fioritura di studi e scoperte nei campi della matematica, dell'astronomia, della medicina, della fisica. Emergono, tra gli altri, i nomi di Euclide, Archimede, Eratostene. La tecnologia avanza, con invenzioni importanti, molte delle quali saranno messe a frutto, a partire dal Rinascimento, soltanto dalla scienza moderna.