Infiammazione dell’encefalo. Le e. costituiscono un capitolo della neuropatologia più o meno vasto a seconda dei criteri discriminatori adottati. Note istopatologiche comuni ai vari tipi di e. sono la infiltrazione cellulare (leucociti, linfociti, plasmacellule), la reazione microgliare, le alterazioni regressive delle cellule nervose e della sostanza bianca, la compartecipazione vascolare (arteriti, ialinosi dei vasi ecc.). A seconda che le lesioni siano elettivamente localizzate alla sostanza grigia, alla bianca o diffuse anche al midollo, la malattia viene indicata con il termine di polioencefalite, leucoencefalite, encefalomielite. Quando le lesioni investono pressoché tutto l’encefalo si usa il termine di panencefalite. Le e. possono essere causate da virus (enterovirus, togavirus, herpesvirus, mixovirus, adenovirus) o da altri agenti.
Fra le e. primitive, l’ e. epidemica (o letargica) è attribuita a un virus filtrabile che penetrerebbe nell’organismo attraverso la mucosa nasale. Anatomicamente è caratterizzata da infiltrati perivascolari, focolai di proliferazione gliale e alterazioni degenerative delle cellule nervose. Le lesioni predominano in corrispondenza del corpo striato, del pulvinar e del tuber; particolarmente caratteristica è la perdita del pigmento delle cellule del locus niger. Clinicamente si distinguono una fase acuta e una fase cronica. Caratteristiche della fase acuta sono: i disturbi del sonno (ipersonnia, letargia, inversione del ritmo del sonno e della veglia), le elevazioni febbrili scarse e di breve durata, i disturbi oculari (ptosi palpebrali, strabismo), le ipercinesie, i disturbi del tono muscolare (ipotonia, ipertonia), i segni di sofferenza del cervelletto e le alterazioni psichiche (apatia, stato confusionale). La fase cronica è caratterizzata dallo sviluppo di una sindrome parkinsoniana. La terapia è assai limitata. Altre forme di e. primitive, e queste sicuramente virali, sono l’ e. americana (o di St. Louis), l’ e. giapponese, e l’ e. del tifo esantematico. Queste e., a differenza di quella letargica, di solito non lasciano postumi. Sono caratterizzate da lesioni diffuse a tutto l’asse cerebrospinale, ma che risparmiano il locus niger. Decorrono con gravi disturbi psichici e con segni di sofferenze delle vie piramidali ed extrapiramidali.
Le e. secondarie sono dovute a un agente morboso che raggiunge il sistema nervoso da un altro distretto somatico, o a un processo patologico che investe tutto l’organismo e pertanto coinvolge anche il sistema nervoso; nella evenienza più frequente costituiscono l’epifenomeno di una malattia intercorrente. Al gruppo delle e. secondarie appartengono le e. suppurative, alcune forme virali (meningitiche, da virus Coxsackie), batteriche acute (brucellari, tifiche, colibacillari) o subacute (tubercolari, luetiche) e parassitarie (amebica, malarica, tripanosomiasica).