Figlio di Eraclio esarca d'Africa (575-641). Abile generale, spodestò il tirannico Foca (610), dedicandosi subito al problema persiano: dopo 16 anni di vittorie e abili ritirate, impose ai Sasanidi (628) una pace che li costringeva a ritirarsi dai territori conquistati dopo il 604. Favorì il monotelismo per dare all'impero riunificato militarmente una più salda unità religiosa.
Quando il padre nel 608 si ribellò contro Foca, E. mosse verso Costantinopoli dove uccise il tiranno e fu incoronato imperatore il 5 ott. 610 dal patriarca Sergio. Fra il 612 e il 617 condusse tre sfortunate spedizioni contro i Persiani che avevano saccheggiato Gerusalemme; ripresa l'offensiva nel 622, la condusse in modo mirabile: fatto un accordo con gli Avari, nuovi alleati dei Persiani, passò (623) attraverso la Cappadocia e l'Armenia in territorio persiano, vincendo Cosroe. Ebbe ancora limitati successi nel 624 e nel 625, in una alterna vicenda di progressi e di abili ritirate; ma nel luglio del 626 dovette rientrare improvvisamente a Costantinopoli assediata dagli Avari che avevano rotto la pace. Li sconfisse duramente, e riprese la campagna nella Media, dove presso le rovine di Ninive batté i Persiani, imponendo (628) al successore di Cosroe, Kavādh II Shīrōe, una dura pace che lo obbligava al ritiro da tutti i territori occupati dopo il 604. Rientrato a Costantinopoli, volle favorire il monotelismo escogitato dai patriarchi Sergio di Costantinopoli e Ciro di Alessandria per accordare i monofisiti con gli ortodossi. Nel 634-6 dovette affrontare l'invasione degli Arabi che occuparono la Siria e quindi l'Egitto, dove Alessandria fu occupata lo stesso anno della morte di Eraclio. n Da E. I prende inizio la dinastia eracliana, che regnò a Bisanzio fino al 711.