Filologo classico (Amburgo 1845 - Heidelberg 1898); prof. alle univ. di Kiel, Jena, Tubinga, Lipsia, Heidelberg. Fu amico di F. Nietzsche, di cui apprezzò e difese le teorie sulle origini della tragedia. La sua opera Der griechische Roman (1876), che attribuiva alla seconda sofistica (sec. 2º d. C.) l'origine del romanzo greco, per quanto superata dalla scoperta (1893) dei frammenti del Romanzo di Nino (sec. 1º a. C.), rimane importante per l'analisi dei motivi fondamentali del romanzo greco: la passione d'amore e il racconto di viaggi e di avventure. Più importante è: Psyche, Seelenkult und Unsterblichkeitsglaube der Griechen (2 voll., 1890-94; trad. it. 1916), nella quale R. cerca di mostrare come la visione omerica di un aldilà affollato di ombre impotenti sia un prodotto culturale particolare che non ha eliminato una più antica fede nella potenza dei morti e una costante preoccupazione per l'immortalità dell'anima che sopravvivono con ininterrotta vitalità e si realizzano compiutamente nella religione orfico-dionisiaca.