eucalipto e mirto
Piante della famiglia delle Myrtacee, ricche di oli profumati
L'eucalipto, albero originario dell'Australia, si è diffuso rapidamente in Occidente e anche in Italia per le sue supposte proprietà antimalariche. Il mirto, pianta sacra a Venere e simbolo della poesia d'amore, viene spesso usato nei giardini per fare le siepi. Da entrambi si estraggono essenze dagli inconfondibili aromi
L'eucalipto è un genere (nome botanico Eucalyptus) comprendente circa 500 specie e originario dei boschi aridi dell'Australia. Come tutte le Myrtacee, possiede oli profumati, contenute in tasche oleifere presenti nelle foglie fresche, tra cui l'eucaliptòlo, molto usato come prodotto balsamico per curare bronchiti e raffreddori.
L'albero dell'Eucalyptus globulus, dal tronco sottile e a crescita rapida, può raggiungere i 120 m, un vero gigante. Le foglie sono a forma di falce e pendenti dai rami; i suoi piccoli fiori hanno i sepali saldati a formare un 'coperchio' che, quando il fiore sboccia, cade lasciando uscire gli stami e il pistillo. È per questo che si chiama Eucalyptus, nome che viene dal greco e vuol dire "ben coperto". I frutti, non commestibili, sono capsule legnose, grigie, a forma di trottola, contenenti numerosi semi.
Formatosi tra 35 e 50 milioni di anni fa, l'eucalipto, che costituisce il 70% della foresta australiana, fu introdotto in Occidente nel 1770 dal botanico inglese Joseph Banks, dopo la scoperta del 'Nuovissimo Continente' da parte di James Cook. La pianta, per la sua rapida crescita, per le proprietà curative dei suoi oli aromatici, per l'abito ornamentale, si diffuse rapidamente ovunque e, in Italia, comparve nel 1803 nel catalogo delle piante della Reggia di Caserta.
Tutt'oggi la si trova nel Lazio, in Sardegna e ovunque una volta c'era la malaria. Si pensava infatti, non essendo ancora noto il ciclo di questa grave malattia tipica delle zone paludose, che le sue essenze profumate potessero risanare l'aria dalle febbri malariche. In realtà le piantagioni di eucalipti facevano regredire un poco la malaria perché con le loro lunghe radici assorbivano rapidamente l'acqua stagnante e quindi, indirettamente, toglievano alle zanzare Anopheles, vere responsabili della trasmissione malarica, l'ambiente umido in cui questi insetti si sviluppano bene.
Il genere Myrtus, da noi diffuso soprattutto come specie communis, chiamato dai giardinieri mortella, è un arbusto sempreverde proprio della macchia mediterranea. I suoi fiori piccoli e bianchi sono profumati, e le foglie, minuscole, ovate, di color verde scuro, lo sono ancora di più.
In Sardegna e in Corsica si ricava dalle sue bacche un liquore tipico, mentre con le altre parti della pianta, ricca di vitamina C e di oli profumati, si preparano sciroppi contro il raffreddore.
La mitologia racconta che Venere, appena nata dalle onde del mare, si coprì il corpo nudo con rami di mirto. Per questo la pianta era sacra alla dea dell'amore, e ne era diventata il simbolo. Di mirto erano fatte le corone per i matrimoni; la pianta inoltre, alludendo alla poesia amorosa e quindi alla poesia in generale, serviva a incoronare i grandi poeti.
In molti quadri famosi, per esempio nella Primavera di Botticelli, una spalliera di mirto si trova dietro la figura femminile posta al centro del dipinto che, anche per questo riferimento vegetale, viene considerata Venere a cui, appunto, il mirto è sacro.
Il mirto è una tipica pianta da siepe e, come tale, la si trova nei giardini pubblici e privati. È un gran bene che, dopo un periodo di declino, le siepi stiano tornando nei giardini. Esse proteggono dall'erosione i campi e le aiuole, servono come frangivento, hanno un benefico effetto sul microclima che mantengono più umido e meno caldo, aumentano la biodiversità dell'ambiente racchiuso e, non da ultimo, sono belle a vedersi. Le siepi formano un vero habitat in grado di ospitare numerose specie animali e vegetali, oltre a servire come riparo per piccoli animali selvatici. Inoltre i corsi d'acqua bordati da siepi hanno acque in miglior salute.
Le piante da siepe sono tante, ma tra queste s'impone il mirto, con le sue foglie lucide e profumate, in autunno carica di bacche nere, vere ghiottonerie per gli uccelli dei giardini.