Termine con cui si indica il vasto movimento di protesta sviluppatosi in Ucraina nel novembre 2013 a seguito della decisione del presidente in carica V. Janukovič di non sottoscrivere il trattato di associazione politica ed economica con l'Unione Europea, orientando il Paese in senso nettamente filorusso. Nonostante la durissima repressione da parte delle forze governative appoggiate dal Cremlino, le proteste, protrattesi per oltre tre mesi e concentratesi nella piazza Maidan di Kiev (da cui l’hashtag utilizzato in rete che ha dato nome al movimento), hanno portato alla deposizione nel febbraio 2014 del presidente Janukovič, sostituito ad interim da un governo provvisorio filo-occidentale fino all’elezione nel maggio 2014 di P. Porošenko. La formazione di un governo legato agli Stati Uniti e all’Europa ha provocato una dura reazione di Mosca, che ha accolto la richiesta di annessione della Crimea e sostenuto i gruppi filorussi presenti nelle regioni orientali dell’Ucraina, segnatamente nelle autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk nel Donbass, inducendo l’Unione europea e gli USA ad adottare sanzioni economiche contro la Federazione Russa ed esacerbando le contraddizioni interne del Paese, non sedate nonostante la firma degli accordi noti come Protocollo di Minsk (settembre 2014) e Protocollo di Minsk II (febbraio 2015).