Europa
Un concentrato di culture
L'Europa riunisce in sé una straordinaria sintesi di paesaggi, di bellezza, di culture, di benessere, di progressi in ogni campo, ma anche di contraddizioni, di problemi, di prospettive non tutte positive. Fra le molte questioni tuttora aperte vi è quella, dopo tanti contrasti, dell'unificazione anche politica, che può dare all'Europa una possibilità in più nel confronto mondiale tra modi di vivere il presente e di progettare il futuro
Da un punto di vista geografico, l'Europa non può essere ben individuata, e anzi non dovrebbe essere considerata un continente a sé, ma solo una parte ‒ non molto vasta ‒ dell'Asia. Una grossa penisola da cui si staccano penisole minori (scandinava, danese, iberica, italiana, balcanica); nei mari circostanti, alcune isole: quelle britanniche e l'Islanda, con altre minori, tra Oceano Atlantico e Mare del Nord; e quelle del Mare Mediterraneo: Sicilia, Sardegna e molte altre più piccole.
È una convenzione culturale che distingue l'Europa dall'Asia. La linea di 'divisione' in genere utilizzata segue la catena dei Monti Urali in Russia, raggiunge il Mar Caspio, passa per il Caucaso e lungo il Mar Nero; a sud il limite è il Mediterraneo, a ovest l'Oceano Atlantico. In questa maniera, si può individuare una regione che si estende per circa 10.200.000 km2 (l'Asia è oltre quattro volte più ampia). All'Asia, l'Europa è saldata sia lungo la catena degli Urali sia lungo il Caucaso. I bracci di mare che separano l'Europa dall'Asia (Dardanelli e Bosforo, meno di 1 km di larghezza) e dall'Africa (Stretto di Gibilterra, meno di 15 km), alle due estremità del Mediterraneo, non sono tanto ampi da separare davvero e sono sempre stati attraversati con grande facilità, in tutta la storia dell'uomo. Lungo questi limiti convenzionali, clima, terreni, vegetazione e fauna sono gli stessi in Europa e in Asia, in Europa e in Africa.
In realtà, se si divide l'Europa dall'Asia (e dall'Africa) è per motivi storici e culturali, per 'marcare la differenza'.
Una cosa, comunque, distingue la geografia naturale dell'Europa da quella dell'Asia e dell'Africa: la forte 'articolazione' territoriale; penisole, isole, golfi e mari interni sono così intrecciati da rendere una gran parte del territorio europeo decisamente 'marittimo', cosa che non si verifica, con questa ampiezza, in Asia né in altre parti del mondo. Circa due terzi del territorio dell'Europa risentono della vicinanza del mare, sia dal punto di vista climatico ‒ per esempio, il mare addolcisce sia i climi caldi sia quelli freddi ‒ sia per la stessa possibilità di 'usare' il mare (pescare, viaggiare, commerciare, fare guerre). Solamente una parte della Russia è davvero lontana dal mare, mentre in Asia e in Africa vastissime regioni sono continentali. È quasi certo che questa condizione abbia avuto una grande importanza nella storia dell'Europa.
I climi europei ‒ e se ne possono distinguere molti ‒ sono tutti temperati, soprattutto grazie alla vicinanza del mare, e poi perché l'Europa è collocata quasi alla stessa distanza dall'Equatore e dal Polo Nord. A parte la fascia più settentrionale, l'Europa è cioè posta a una latitudine 'media', che è la più favorevole alla vita dell'uomo e all'agricoltura. Sul clima influisce poi la disposizione delle montagne e delle pianure, e quindi la maggiore o minore facilità, per l'aria calda o fredda, di scorrere lungo la superficie terrestre. Anche in questo senso, l'Europa è molto articolata, specie nella parte meridionale: moltissimi rilievi montuosi e catene interrompono o circondano pianure grandi e piccole, generando anche in piccole regioni una varietà impressionante di condizioni ambientali. Questa ricchezza ambientale, assai diversa dall'uniformità dell'Asia centrale, dell'Africa equatoriale, dell'America Settentrionale, è certo stata un'altra condizione molto favorevole per l'Europa.
L'Europa è la parte di mondo meno elevata. Dalla Francia agli Urali, i due terzi settentrionali della massa europea formano un'unica enorme pianura, appena movimentata da colline e attraversata da grandi fiumi (come Reno, Elba, Vistola, Dvina, Dnepr, Don, Volga, PeŠcora); le Alpi Scandinave, lungo il Mare del Nord, non raggiungono i 2.500 m e sono i monti più alti dell'Europa centro-settentrionale; altri, meno elevati, si trovano nelle Isole Britanniche.
L'Europa meridionale, invece, è tutta tormentata da una serie di catene montuose spesso alte e aspre. Dai Monti Cantabrici ai Pirenei, alle Alpi, ai Carpazi e ai Monti Balcani, con varie 'diramazioni' verso sud (monti della Penisola Iberica, Appennini, Alpi Dinariche, monti della Grecia), per finire con i monti del Caucaso, l'Europa meridionale e mediterranea è un intrico di montagne, pianure (come quelle ungherese e rumena, percorse dal Danubio, unico grande fiume dell'Europa meridionale), valli, penisole e mari. Qui la varietà ambientale ‒ per climi, tipi di suoli, vegetazione, potenzialità agricole ‒ è massima; qui il mare, caldo, ha offerto tutti i suoi vantaggi; qui si è addensata la prima popolazione europea e si sono organizzate le prime società complesse e i primi Stati territoriali.
Nel corso degli ultimi millenni, poi, anche il resto dell'Europa è stato occupato, coltivato e valorizzato; oggi l'Europa settentrionale è, specie nella sua parte occidentale, popolata quanto quella mediterranea.
Gli abitanti d'Europa sono più di 650 milioni di persone, e la densità media è molto più alta che negli altri continenti. Da qualche decennio, però, la popolazione non aumenta più, se non grazie all'immigrazione.
Due terzi degli Europei vivono in città, a volte molto popolose: Mosca ha più di 10 milioni di abitanti, Parigi poco meno, Londra oltre 7, parecchie altre hanno almeno un milione di abitanti. Il genere di vita urbano è tipicamente europeo: la città in senso moderno è nata sulle rive europee del Mediterraneo, e furono i Romani a sviluppare il sistema urbano nell'Europa centro-meridionale, da dove poi si diffuse verso nord ed est.
Gli Europei parlano decine di lingue diverse, quasi tutte 'imparentate' fra loro; praticano religioni diverse, ma quasi tutte cristiane; hanno sistemi giuridici, socioeconomici e politici diversi, però tutti prodotti da una riflessione comune, per risolvere problemi sentiti in maniera simile e per raggiungere scopi considerati da tutti importanti. Nonostante molte differenze, insomma, gli Europei condividono un 'sistema di valori', una 'cultura'; non si può dire lo stesso degli abitanti dell'Asia, per esempio, o dell'Africa.
È probabile che a produrre questa larga comunanza sia stato il continuo rimescolamento di popolazioni e di civiltà che l'Europa ha conosciuto, attraversata da un capo all'altro da migrazioni di ogni genere, da commerci e scambi culturali, da guerre e da espansioni politiche.
Fondendo questa ricca varietà di apporti, l'Europa ha ottenuto una forza che altre regioni della Terra, negli ultimi 2.000÷2.500 anni, non hanno sviluppato con altrettanto successo (Europa, storia).
L'agricoltura, estremamente varia, è progredita ovunque. L'industrializzazione è stata quasi generale, grazie ai minerali presenti in molte regioni e al progresso tecnologico. Da secoli le innovazioni si diffondono rapidamente e i commerci sono intensi. E così lo sviluppo economico, sociale e culturale: quasi tutti i 44 Stati europei ‒ specie quelli dell'Europa centro-occidentale ‒ da tempo si trovano tra i paesi più ricchi e sviluppati del mondo.
Nel corso degli ultimi secoli, gli Europei sono arrivati, assieme agli Stati Uniti d'America, a controllare il resto della Terra, arricchendosi con le colonizzazioni e l'espansione economica e cercando di imporre un'organizzazione simile a quella europea. Oggi ‒ anche se altre regioni sono diventate ancora più forti e più ricche ‒ il mondo intero segue, per un'infinità di aspetti, 'modelli' di origine europea.