GALOIS, Évariste
Matematico francese, nato a Bourg-la-Reine il 25 ottobre 1811. Era ancora studente quando pubblicava diversi lavori matematici, fra cui una nota sulle frazioni continue semplicemente periodiche e un notevole studio di nuovi enti numerici, detti oggi immaginari di Galois. Presentava inoltre all'Accademia delle scienze di Parigi alcuni lavori sulla risolubilità per radicali delle equazioni algebriche; questi, però, tacciati di oscurità dai relatori S.-F. Lacroix e S.-D. Poisson, non furono accolti per la stampa. Era entrato da pochi mesi alla Scuola normale quando scoppiò la rivoluzione del luglio 1830. Ardente repubblicano, volle partecipare al movimento e fu allontanato dalla Scuola. Entrò allora nell'artiglieria della guardia nazionale e s'iscrisse alla Società degli amici del popolo, dandosi alla vita politica. Perseguitato dalla polizia, fu arrestato e condannato al carcere. Ne era uscito da poco quando, il 31 maggio 1832 morì in seguito a ferita riportata in un duello del giorno prima.
La vigilia del duello indirizzò una lettera al suo compagno di studî Auguste Chevalier in cui riassumeva le sue ricerche matematiche e particolarmente quelle sulle equazioni algebriche, pregandolo d'invocare su di esse il giudizio di K. G. J. Jacobi e di Gauss. Questa lettera fu pubblicata dallo Chevalier nella Revue encyclopédique (settembre 1832, p. 568) assieme ad alcune notizie biografiche (ivi, p. 774); ma i lavori di G. sulle equazioni algebriche rimasero ignorati sino a quando J. Liouville (cui lo Chevalier aveva inviato i manoscritti), colpito dalla loro importanza, decideva di pubblicarli nel suo Journal (XI, 1846, p. 381 segg.) assieme agli altri lavori già editi.
Il merito del G. è di avere mostrato l'intimo legame fra la teoria dei gruppi di sostituzioni e quella delle equazioni algebriche. A un'equazione (priva di radici multiple) il G. fa corrispondere un gruppo di sostituzioni sulle radici dell'equazione stessa, detto oggi il gruppo di Galois, su cui si riflettono le proprietà delle radici dell'equazione (v. algebra, II, pp. 437-410). Egli ottiene, in particolare, le condizioni necessarie e sufficienti perché un'equazione sia risolubile per radicali. Le vedute sue sono state feconde, e oggi, specialmente per opera di C. Jordan, che le sviluppò ampiamente (Traité des substitutions et des équations algébriques, Parigi 1870), hanno legato definitivamente il nome del G. alla teoria delle equazioni algebriche. Le opere del G. furono pubblicate anche da E. Picard (Parigi 1897) e i manoscritti da J. Tannery in Bull. des sciences math., II, xxx, 1906, pp. 226 segg., 255 segg.; ivi, II, xxx1, 1907, p. 275 segg.
Bibl.: M.-P. Dupuy, in Annales de l'École normale supérieure, III, XIII (1896), p. 197; cfr. anche Scientific Monthly, 1921, p. 363. Sulla teoria di G. si può consultare: L. Bianchi, Lezioni sulla teoria dei gruppi di sostituzioni e delle equazioni algebriche secondo Galois, Pisa 1899; H. Weber, Lehrbuch der Algebra, 2ª ed., I, Brunswick 1898 (versione francese di J. Griess, Parigi 1898); L. E. Dickson, Modern Algebraic Theories, Chicago 1926.