Scrittore svedese (Svartbjörnsbyn, Norrbotten, 1900 - Stoccolma 1976). Autore di intensi toni allegorici e instancabile sperimentatore di tecniche narrative, nell'autobiografico Romanen om Olof ("Il romanzo di Olof", 4 voll., 1934-37) ha narrato i sogni giovanili di rivoluzione proletaria; ha inoltre pubblicato una serie di romanzi storici, tra cui Drömmar om rosor och eld (1949; trad. it. Sogni di rose e di fuoco, 1978). Premio Nobel per la letteratura nel 1974.
Autodidatta, più di altri scrittori "proletarî" si formò attraverso un ostinato tirocinio stilistico durante i lunghi soggiorni in Francia (1921-23) e in Germania (1925-29), come corrispondente di quotidiani socialdemocratici. Membro dell'Accademia di Svezia dal 1957, gli fu assegnato nel 1974 il Premio Nobel, ex aequo con H. Martinson.
Dopo i primi romanzi (Stad i mörker "Città nelle tenebre", 1927; Stad i ljus "Città nella luce", 1928, pubbl. prima in francese, Lettre recommandée, 1927; Kommentar till ett stjärnfall "Commento alla caduta di una stella", 1929; Bobinack, 1932), nel già citato romanzo autobiografico Romanen om Olof narrò, in un quasi ininterrotto monologo, la miseria della sua infanzia e i sogni giovanili di rivoluzione proletaria e di conquista della parola. Partecipe della campagna antinazista in Svezia e nemico di ogni totalitarismo, nella trilogia Krilon (1941-43), attraverso una non sempre chiara struttura allegorica, svolse un'appassionata difesa della democrazia. Seguirono l'ambizioso Strändernas svall ("La risacca", 1946), rilettura dell'Odissea, e una serie di romanzi storici, in cui J. sperimentò, con alterni risultati, le più moderne tecniche narrative: oltre a Drömmar om rosor och eld, sui processi alle streghe nella Francia del Seicento, si ricordano Vägar över Metaponton ("Strade che passano da M.", 1957), sul Mezzogiorno d'Italia; Hans nådes tid ("Il tempo di Sua Grazia", 1960), ambientato all'epoca di Carlomagno. La sua ultima opera è Några steg mot tystnaden ("Alcuni passi verso il silenzio", 1973).