Genere (Falco) di Uccelli Falconiformi della famiglia Falconidi, cosmopolita, con una quarantina di specie. Rapaci diurni, cacciano gettandosi in picchiata sulle prede; alcuni sono insettivori. Il becco è robusto e arcuato, il corpo aerodinamico. La coda relativamente breve e le ali lunghe e affusolate permettono di cambiare rapidamente direzione e raggiungere le più alte velocità tra gli uccelli (nel f. pellegrino 200 km/h, in picchiata oltre 300 km/h). Le femmine hanno maggiore dimensione dei maschi, depongono uova macchiate, senza nido o in nidi grossolani.
Tra le specie presenti in Italia: il f. pellegrino (Falco peregrinus; v. .) ala lunga 29-38 cm, cosmopolita, stazionario, nidificante; il f. sacro (Falco cherrug); il f. lanario (Falco biarmicus); il f. della regina (Falco eleonorae) ala lunga 31-33 cm, raro, nidificante in alcune aree costiere e insulari della Sardegna; il f. cuculo (Falco vespertinus) ala lunga 23-27 cm, raro, nidificante nella Pianura Padana; il f. grillaio (Falco naumanni) ala lunga 22-25 cm, nidificante nelle regioni del Sud, Sicilia e Sardegna; il f. lodolaio (Falco subbuteo); il gheppio (Falco tinnunculus) e il f. smeriglio (Falco columbarius). Le specie di maggiori dimensioni sono usate per la caccia.
Sono comunemente chiamati f. anche alcuni Uccelli Accipitriformi, il f. giocoliere (Terathopius ecaudatus), Accipitride esclusivo dell’Africa; le penne del capo sono erettili e formano un collare; il f. pecchiaiolo (Pernis apivorus), Accipitride diffuso in Eurasia, svernante in Africa; si nutre di insetti, in particolare di vespe e api e delle loro larve, sebbene cacci anche altre piccole prede; il f. pescatore (Pandion haliaetus), Pandionide presente nelle zone umide d’acqua dolce o salmastra e sulle coste in Eurasia, America Settentrionale e sulle coste di Australia e Tasmania, raro in Italia, ittiofago, ala lunga circa 50 cm; il f. di palude (Circus aeruginosus), Accipitride diffuso in ambienti vicini a raccolte di acqua dolce in Eurasia, svernante in Africa.
L’arte di allevare e ammaestrare alla caccia i f. di maggiori dimensioni e dell’andare a caccia con essi ( falconeria), non sconosciuta ai Romani, divenne un privilegio della classe signorile durante il periodo feudale, dapprima in Francia, e poi anche in Italia, dove ebbe grande sviluppo dal 12° al 16° sec. e fu, insieme a quella col ghepardo, uno dei maggiori passatempi delle corti più lussuose. L’imperatore Federico II compose un Tractatus de arte venandi cum avibus, che ebbe larghissima diffusione e molte traduzioni, insieme con vari altri di diversi autori. Attualmente la falconeria è di fatto caduta in disuso, almeno nei paesi occidentali, dove i f. sono protetti e sono vietate la raccolta delle uova e la cattura dei nidiacei e degli adulti. È ancora praticata attivamente in Arabia ed in alcune zone dell’Africa Settentrionale.