Figlio (Napoli 1751 - ivi 1825) di re Carlo, salì al trono nel 1759, quando il padre andò a regnare in Spagna, con un Consiglio di reggenza nel quale predominavano D. Cattaneo principe di San Nicandro, suo aio, e B. Tanucci. La sua politica politica interna ed estera fu spregiudicata (riforme ecclesiastiche, feudali, scolastiche, ecc.), fino alla Rivoluzione francese. Perdette Napoli nel 1799 e successivamente nel 1806 con Napoleone. Dopo il congresso di Vienna, creò il regno unico delle Due Sicilie (1816).
F. ebbe un'educazione alquanto trascurata; divenuto maggiorenne, sposò (1768) Maria Carolina d'Austria che entrò a far parte del Consiglio di stato alla nascita del principe ereditario Francesco, esautorando ben presto il Tanucci. Per influsso della moglie, F. si emancipò dalla tutela spagnola e, legatosi prima con l'Austria, poi con l'Inghilterra, fu costretto dalla Francia vittoriosa a firmare la pace di Parigi (1796). Riprese le armi (1798), perdette Napoli, che si eresse a repubblica (1799), e la riacquistò ben presto, grazie all'insurrezione sanfedista: ma i supplizi inflitti ai vinti repubblicani scavarono un solco profondo fra la monarchia e la classe colta napoletana. Rifatta la pace con la Francia a Firenze (1801), non interruppe i contatti con l'Inghilterra; nel 1806, Napoleone gli tolse Napoli. Rifugiatosi in Sicilia, lasciò al governo dell'isola come vicario il figlio Francesco allorché (1812) gli Inglesi e la nobiltà gli imposero una costituzione. Ripreso il potere in Sicilia (1814), F. riebbe anche il regno di Napoli (1815) in seguito al congresso di Vienna, e creò il regno unico delle Due Sicilie (1816). Avverso alle idee liberali, dovette, di fronte alla rivoluzione carbonara, concedere la costituzione di Spagna (1820), ottenendo però dal congresso di Lubiana che la sua autorità assoluta fosse restaurata dalle truppe austriache (1821). Rimasto vedovo di Maria Carolina (1814), aveva sposato morganaticamente Lucia Migliaccio, principessa vedova di Partanna.