Farmacologo statunitense (Whiting, Indiana, 1936 - Menlo Park 2023). Premio Nobel, con L. J. Ignarro e R. F. Furchgott, per la medicina o fisiologia nel 1998 per gli studi sul ruolo del monossido d'azoto come molecola segnale nel sistema cardiovascolare.
Iniziò la sua carriera svolgendo (1958-65) attività di ricerca presso il dipartimento di farmacologia della School of medicine della Western reserve university, a Cleveland. Dopo vari incarichi, divenne professore di farmacologia alla University of Virginia (1975-81), quindi (1981-89) alla Stanford University e (dal 1988) alla Northwestern University di Chicago. Ha diretto (dal 1997 al 1999) il Department of medicine and integrative biology and pharmacology della University of Texas Medical school, a Houston. Membro della National academy of sciences (dal 1997) e dell'American academy of arts and sciences (dal 2000).
I suoi studi sull'azione vasodilatatrice della nitroglicerina e di altre sostanze correlate hanno permesso di ipotizzare, nel 1977, un ruolo regolativo per il monossido d'azoto su importanti funzioni cellulari. Pur senza alcun supporto sperimentale per tale ipotesi, già allora M. teorizzò un ruolo determinante dell'NO nella regolazione cellulare, nella comunicazione cellula-cellula e nei segnali tra le cellule. Le sue ipotesi furono dimostrate sperimentalmente da Ignarro e Furchgott; infatti, nella cura dell'angina, si ricorre oggi alla somministrazione di nitroglicerina che viene convertita, nell'organismo, in NO: questa molecola esercita un'azione rilassante sui vasi sanguigni, riducendo il carico di lavoro e la conseguente richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco.