Pittore francese (Argentan, Normandia, 1881 - Gif, Seine-et-Oise, 1955). Influenzato dalla poetica cubista e dagli sviluppi della civiltà industriale, si esercitò in scomposizioni e contrasti di forme (Deux disques dans la ville, 1919; La ville, 1919, Museo di Philadelphia), che esprimevano il senso meccanico della vita moderna mediante la combinazione di elementi formali ispirati alle macchine. Autore di alcune scenografie teatrali, realizzò anche il film sperimentale Le ballet mécanique (1924).
Dopo aver studiato architettura a Caen (1897-99), nel 1898 si stabilì a Parigi, dove lavorò come disegnatore ijn uno studio di architettura e ritoccatore di fotografie; frequentò l'École des arts decoratifs e l'Académie Julian, entrando rapidamente in contatto con le avanguardie francesi, in particolare con R. Delaunay, A. Gleizes e gli artisti aderenti al gruppo La Section d'Or. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu richiamato alle armi e trascorse due anni al fronte nell'Argonne. Fu in Italia nel 1924, dove lo interessarono particolarmente i mosaici bizantini di Venezia e di Ravenna. Membro dal 1920 dell'Esprit nouveau, nel 1925 realizzò le sue prime pitture murali per il padiglione dell'Esprit nouveau di Le Corbusier nella Exposition internationale des arts dècoratfs di Parigi. Vissuto negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, nel 1945 L. ritornò a Parigi. Svolse attività didattica sia a Parigi sia a New York.
Nelle prime opere il rigore strutturale d'ispirazione cézanniana e la scomposizione geometrica d'impronta cubista lo portano a soluzioni astratte in cui prevalgono aspetti funzionali "meccanici" (La femme en bleu, 1912, Basilea, Oeffentliche Kunstsammlung; Contrastes de formes, 1913, New York, Museum of modern art; Les disques, 1918, Parigi, Musée d'art moderne). In seguito, pur risentendo del legame con A. Ozenfant e Le Corbusier, L. evidenzia in modo originale la ricerca di più immediati valori decorativi attraverso il recupero degli elementi figurativi resi in tinte pure e uniformi (Le mécanicien, 1920, Ottawa, National gallery of art; La lecture, 1924, Parigi, Musée d'art moderne; Adam et Eve, 1935-39, Düsseldorf, Kunstsammlung). L. affiancò all'attività pittorica una intensa attività grafica (dalle illustrazioni per J'ai tué di B. Cendrars del 1918 e Lune en papier di A. Malroux del 1921, a quelle per La Liberté di P. Éluard del 1953); fu autore di alcune scenografie teatrali (da quelle per il balletto Skating Rink di R. de Maré del 1922 a quelle per l'opera Bolivar di D. Milhaud, 1949) e si dedicò anche alla scenografia cinematografica (l'Inhumaine, 1923; Le ballet mécanique, 1924, da lui steso realizzato in collab. con D. Murphy; Dreams that money can buy, in collab. con Duchamp, Calder, Ernst e Man Ray, 1944). Al ritorno a Parigi dopo la guerra, mostrò un costante interesse per le diverse potenzialità espressive dei materiali ed elaborò nuove forme d'impianto monumentale dedicate prevalentemente ai temi del lavoro e dello svago popolare (Les constructeurs, 1951, Biot, Musée national F. Léger; La grande parade, 1954, New York, Guggenheim museum; mosaici per Notre-Dame d'Assy, 1946; decorazione murale per la sede ONU a New York, 1952; vetrate per la chiesa di Courfaivre, 1953-54). Molte sue opere sono conservate al museo di Biot (Alpi Marittime), a lui dedicato.