Drammaturgo, poeta e regista cinematografico spagnolo (n. Melilla, Marocco spagnolo, 1932). Segnalatosi giovanissimo a Madrid con due lavori teatrali, Los soldados e Los hombres del triciclo, si trasferì a Parigi nel 1954, dove finì per stabilirsi. Della sua copiosa produzione teatrale va ricordato Le cimitière des voitures (1958; trasposizione nel film omonimo del 1983), messo in scena nel '66 da V. García, che fuse in un unico spettacolo altri testi di A. come Oraison, Les Deux Bourreaux, La Communion solennelle. Tra il 1960 e il '62 fondò assieme a A. Jodorowsky, R. Topor, J. Sternberg e altri, il Movimento Panico. Epigono del surrealismo e tipico rappresentante della neoavanguardia degli anni '60, A. si interessò ben presto al cinema come mezzo particolarmente idoneo alla libera espressione delle ossessioni personali. Realizzò la sua prima regia con ... Et ils passèrent des menottes aux fleures (1969), seguita da Viva la muerte (1970; tratto da un suo romanzo autobiografico del 1959, Baal Babylone), nel quale rievoca, in un alternarsi di realismo crudele e di allucinazione, la guerra civile, la tragica morte del padre e la figura della madre. Dopo questo film, che resta la sua prova più convincente, girò J'irai comme un cheval fou (1974). Con L'arbre de Guernica (1976) A. è ritornato sul tema della guerra civile.