Famiglia genovese, il ramo più importante della numerosa stirpe dei conti di Lavagna. Tra i suoi primi esponenti, fu Ugo (sec. 12º-13º), che si chiamò Fliscus, da cui il nome della famiglia. L'assunzione al pontificato (1243) di Sinibaldo, col nome di Innocenzo IV, portò i F., già di parte imperiale, a schierarsi contro Federico II e i ghibellini: nella lotta si distinsero i figli di Tedisio, Ugo e soprattutto Alberto, capo dell'esercito pontificio, mentre il cardinale Ottobono (il futuro Adriano V) sosteneva nel collegio cardinalizio Carlo d'Angiò. La vittoria di quest'ultimo (nel luglio 1262 egli aveva stretto un trattato di amichevole neutralità con Tedisio F. e Bovarello Grimaldi) decise in favore dei F. le aspre lotte sostenute da qualche decennio a Genova contro i Doria e gli Spinoli; ma fu predominio di breve durata, ché la reazione ghibellina li travolse escludendoli dal potere. Alberto e Nicola, fratelli di Ottobono, proclamati ribelli, riuscirono ad allargare la lotta a guerra aperta tra il comune e Carlo d'Angiò. La morte di Adriano V, il fallimento del moto guelfo capitanato da Opizzo nel 1289, poi l'esilio (1295), segnarono il declino della famiglia. Esclusi dall'esercizio del potere con l'istituzione del dogato popolare (1339), i F. tentarono di riconquistare il predominio chiamando a Genova prima i conti di Savoia, poi (fine del sec. 14º) la Francia. Nel 1425 Nicola e Gian Luigi cercarono, senza successo, di sottrarre Genova a Filippo Maria Visconti che la possedeva dal 1421; nel 1442 Giovanni Antonio (m. nel 1447) si impadronì con un tumulto di Genova, e divenne uno degli otto capitani della libertà, ma il doge Giano Fregoso, avuta la prova di sue trame per consegnare Genova alla Francia, lo mandò a morte. Nella seconda metà del sec. 15º si distinsero Gian Luigi, Matteo e Obietto del ramo di Savignone, combattendo contro gli Sforzeschi. È il momento di maggior splendore della famiglia, durato solo pochi decennî e chiuso con la nota congiura (1547) capitanata contro i Doria da Gian Luigi il Giovane. Col fratello di questo, Scipione, proseguiva (per estinguersi ai primi del 19º sec.), ma ormai privo dell'antica importanza, il ramo dei F. di Torriglia; e sopravvisse il ramo dei conti di Savignone, che diede alla Repubblica numerosi ufficiali, senatori e diplomatici. I F. ebbero anche figure femminili notevoli, come Caterina (v. Caterina da Genova, santa) e Tommasina, entrambe fra il sec. 15º e il 16º.