ARCELLI, Filippo
Nato nella seconda metà del XIV secolo da Giovanni Arcelli ed Elena Radini-Tedesco, fu, secondo alcuni cronisti, il primo maestro d'armi dei CoUeoni. Da Filippo Maria Visconti egli venne creato conte il 20 sett. 1412, essendosi probabilmente posto in luce come condottiero nel corso dei vittoriosi combattimenti che lo videro impegnato, insieme con il fratello Bartolomeo, ora contro i Dal Verme, ora contro gli Scotti, negli anni tra il 1408 e il 1411. L'A. ebbe assegnate ventiquattro terre, tra cui quelle di Castel S. Giovanni, Borgonovo, Pianello e Sarmato, che costituirono la contea di Val Tidone.
Al servizio del Visconti, per il quale aveva combattuto validamente contro il Fondulo e aveva poi conquistato Piacenza il 20 marzo 1414, sconfiggendo le truppe di re Sigismondo, egli rimase fino al settembre 1415, allorché, disgustatosi con lui, probabilmente a causa d'invidìa per il Carmagnola, fu bandito, insieme con il fratello Bartolomeo, e spogliato della contea. Da quel momento l'A. dedicò tutte le sue energie a combattere le truppe del duca: riuscì persino a conquistare Piacenza e, perdutala dopo poco tempo, a impossessarsene una seconda volta, grazie anche agli aiuti che aveva ottenuto dai signori delle vicine città della Lombardia, tra i quali Pandolfa Malatesta. Ma gli avvenimenti subirono una svolta decisiva nella primavera del 1417. L'A., perduta Piacenza e poi Castel S. Giovanni, fu costretto a ritirarsi in S. Antonino, dove poté ricevere l'aiuto del Malatesta, che lo liberò: non vi fu lunga tregua, dal momento che solo poco tempo dopo ritroviamo l'A. stretto d'assedio in Borgonovo da parte del Carmagnola, che nel frattempo era riuscito a prendere prigionieri Bartolomeo e, Giovanni, figlio di Filippo, mentre si recavano a portare aiuti, unitamente alle truppe del Malatesta, al Canipofregoso doge di Genova. L'A. resistette fino all'inverosimile, non arrendendosi neanche quando il Carmagnola attuò la terribile minaccia di impiccare i due congiunti dinanzi a Borgonovo, il 6 maggio 1418. Tra quel giorno e la resa dell'A. non trascorse molto tempo: nel luglio dell'anno 1418, infatti, egli passò, insieme con il figlio Lazzaro, al servizio della Repubblica di Venezia.
Morì combattendo per la conquista dell'Istria nell'estate del 1421; fu sepolto, sembra per suo desiderio, nella basilica di S. Antonio a Padova.
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