Finlandia
La F., come concetto amministrativo
o geografico preciso, non esisteva ancora all'epoca di D.; il canale forse più diretto per le conoscenze che su questa parte della terra venivano all'Italia, era la Chiesa di Roma. All'epoca di D., la posizione della Chiesa cattolica in F. era già più o meno stabilizzata.
Dopo le crociate dirette dagli Svedesi nel 1155 e nel 1249, la parte sud-ovest del paese era stata conquistata per la Chiesa romana e alla fine del sec. XII, l'amministrazione del vescovato di Abo (Turku), dipendente dall'arcivescovato di Uppsala, era stata organizzata. Ma la lotta della Carelia fra Roma e Bisanzio, che era iniziata con la terza crociata e con la creazione della fortezza di Viborg (Viipuri) nel 1293, continuò ancora fino al 1323, allorché la Carelia fu divisa fra due culture, romana e bizantina: divisione culturale che rimane ancora oggi. La parte romana della F., il vescovato di Turku, aveva già durante il Duecento relazioni più o meno dirette con la curia romana: versava le dovute tasse alla Chiesa, inviava pellegrini ai luoghi sacri d'Italia e s'occupava anche direttamente dei suoi affari con la curia romana per corrispondenza e tramite messaggeri personali mandati a Roma. I domenicani avevano già nella metà del sec. XIII a Turku il loro monastero. Alcune lettere papali alludono anche a francescani che visitavano la F. all'epoca di Dante. Ciò nonostante solo con l'Umanesimo l'Italia rinascimentale potrà crearsi un'immagine della F. sulla base dei testi classici. Infatti la descrizione di Tacito (Germania XLVI), la quale dev'essere intesa come riferentesi ai Lapponi che a quell'epoca abitavano nel sud della F., non era conosciuta in Europa all'epoca di Dante.
Altre notizie sui Finni provengono dal mondo arabo (ma anche di queste non possiamo assolutamente ritenere che D. avesse conoscenza). Una tradizione orale degli Arabi e dei Persi raccontava di contatti mercantili con i popoli del Nord. Questi contatti vengono confermati dagli scavi archeologici che hanno rivelato monete persiane e arabe sotto il suolo abitato dai popoli finnici. Si deve ricordare anche che il geografo arabo Idrisi, che viveva nel sec. XII alla corte del re Ruggero II a Palermo,ha lasciato nel suo Nuzhat al-muštāq una descrizione e una carta geografica della F.; è difficile tuttavia sapere quale estensione avesse all'epoca di D. in Italia la conoscenza della descrizione di Idrisi.
Certamente esisteva anche una tradizione orale sopra il paese e il popolo dei Finni fra i popoli germanici che si stabilirono sul suolo italiano (Goti, Longobardi e Normanni). Non dobbiamo neanche dimenticare Bisanzio come eventuale canale d'informazione orale. L'impero bizantino aveva attivi contatti mercantili e culturali con i popoli finnici tramite gli Slavi o direttamente, e alla corte bizantina c'era da secoli una guardia costituita da elementi germanici.
D. in Finlandia. - Il centro del risveglio nazionale della F. durante il secolo scorso era l'unica università del paese, fondata a Turku (Åbo) nel 1640 e trasferita nella nuova capitale, Helsinki, nel 1828. Il risveglio nazionale era nello stesso tempo un risveglio culturale più generale, che doveva, a poco a poco, chiamare alla vita attiva le forze latenti della nazione e contribuire così a rinnovare anche i contatti europei, perduti durante i secoli precedenti.
D. fece la sua prima apparizione diretta nelle lettere finlandesi in una conferenza tenuta in svedese da J.G. Frosterus in occasione dell'anniversario della Nazione degli studenti dell'Ostrobotnia il 9 novembre 1851 (pubbl. a Turku nel 1853). Nuovo contatto delle lettere finlandesi con D. fu un articolo che J.W. Snellman scrisse nel 1855 per il suo giornale " Litteraturblad ", a proposito di una traduzione svedese della Commedia pubblicata in Svezia nello stesso anno.
Il primo tentativo di tradurre la Commedia in lingua finnica fu fatto nel 1886 da Oskar Uotila, lettore di finnico all'università di Helsinki. Nello stesso anno 1886 iniziò l'attività accademica all'università di Helsinki Wener Söderhjelm, il cui insegnamento universitario, improntato a un'ampia visione culturale d'ambito europeo, ebbe una grandissima importanza anche per gli studi danteschi in F.; il Söderhjelm pubblicò fra l'altro (1916) una piccola biografia di D. in finnico, la sola fino a oggi.
Il frutto dell'attività del Söderhjelm e dei suoi allievi maturò all'inizio del nostro secolo. Oiva Tallgren-Tuulio, professore di filologia romanza all'università di Helsinki, i cui meriti verso gli studi italiani in F. sono uguali a quelli del suo maestro Söderhjelm, trattava regolarmente delle opere di D. nei suoi corsi universitari. Jalmari Hahl, libero docente di letteratura generale all'università di Helsinki, tenne nel 1912 all'Accademia di Scienze di F. una conferenza sulla dottrina estetica di D., la quale venne inclusa nelle pubblicazioni dell'Accademia nel 1912. La traduzione completa della Commedia in finnico, opera magistrale di Eino Leino, il più grande poeta lirico di lingua finnica, uscì a stampa negli anni 1912-14 e fu accolta con entusiasmo. La traduzione del Leino servì poi di base preziosa per un'altra, più moderna (1963), che dobbiamo alla poetessa Elina Vaara, e con la quale le lettere finlandesi partecipavano degnamente alla celebrazione mondiale del settimo centenario della nascita del poeta. La prima e unica traduzione svedese della Commedia pubblicata in F., opera ugualmente eccellente di Aline Pipping, uscì negli anni 1915-24. La Vita Nuova venne tradotta in finnico nel 1920 da Tyyni Tuulio, moglie e collaboratrice di Oiva Tallgren-Tuulio. L'italiano Roberto Wis, professore onorario e libero docente di letteratura italiana all'università di Helsinki, vi ha tenuto una lettura dell'intera Commedia, riprendendone quindi per la seconda volta il ciclo.
Ma malgrado tutto, gli studi danteschi veri e propri rimangono scarsi in Finlandia.
Bibl. - T. Nurmela, D. in F., in D. nel mondo, Firenze 1965, 151-154 (con bibl.).