FINLANDIA (finland. Suomi, sved. Finland; A. T., 68)
Paese e stato dell'Europa settentrionale, che fa parte della regione morfologica detta Fennoscandia. Il nome è germanico (Finnland, cioè "paese dei Finni") e si ritrova per la prima volta in documenti ecclesiastici del 1229. Lungamente la sua area fu tuttavia ristretta a quelle plaghe del SO. che gli abitanti stessi considerano sede del primo nucleo finnico qui giunto. A queste fu pure originariamente ristretto il nome locale Suomi.
Sommario: Situazione, estensione e confini (p. 400); Rilievo e cenni geologici (p. 400); Coste (p. 401); Clima (p. 402); Idrografia (p. 403); Fauna (p. 403); Flora (p. 403); Regioni naturali (p. 403); Popolazione (p. 403); Condizioni economiche (p. 404); Comunicazioni (p. 405); Commercio (p. 406). - Ordinamento dello stato: Costituzione (p. 407); Forze armate (p. 407); Culti (p. 407); Finanze (p. 408); Istruzione pubblica (p. 408). - Storia (p. 408). - Folklore (p. 411). - Lingua (p. 411). - Letteratura (p. 412). - Arte (p. 413) - Musica (p. 415)
Situazione, estensione, confini. - Gli estremi punti della Finlandia, nei suoi confini politici, sono: a N. la confluenza dei fiumi Kavasjoki e Teno a 70°6′ lat. N.; a S., sul continente, Hankoniemi (sved. Hangöudd) a 59° 41′ 30′′, nelle isole Bogskär, a 59° 3′; a O. l'estremo isolotto delle isole Åland a 19° 8′ long. E; a E. le punte più avanzate del saliente careliano a 32°48′. La forma, allungata dal S. al N., è abbastanza semplice: ampia al sud, va restringendosi verso il nord sino a una minima larghezza E.-O. (circa 200 km.) in corrispondenza di Oulu (Uleåborg), e nuovamente si allarga poi, spingendo verso nord qualche tozza propaggine. La lunghezza massima nord-sud raggiunge i 1100 km.; la larghezza massima i 580.
I limiti del paese sono definiti dalla natura a S. (Golfo di Finlandia e Baltico), a O. (canale o Mar delle Åland e Golfo di Botnia) e a SE. (lago Ladoga; Laatokka in finl.). I confini orientali sono invece quasi del tutto convenzionali, pur là dove una lunga tradizione li ha fissati entro la larga zona di transizione in cui si confondono i caratteri dei due opposti versanti. A SO. del Ladoga il confine è segnato da fiumi. Nelle zone più settentrionali invece assume per qualche tratto forma geometrica, come nella diritta linea di 220 km. che raggiunge il mare. Analogamente, non è definito da natura il confine NO. La storia, attraverso le lotte fra Russia e Svezia, lo ha fissato per il suo maggior tratto lungo il Tornio (Torneå) e il suo affluente Muonio. Nel tratto successivo il confine forma una linea spezzata lasciando alla Norvegia un vasto saliente, chiuso infine a E. dal Vuoremi, fluente al mare. Indi è il breve tratto di costa artica. Questi confini neppure si possono dire rigorosamente etnografici: le plaghe settentrionali sono piuttosto abitate da Lapponi che non da Finlandesi; questi a lor volta si trovano abbastanza numerosi in alcuni distretti rimasti all'Unione Sovietica. L'area è di 387.426 kmq. In questa cifra sono compresi 44.286 kmq. occupati da laghi, ma è esclusa la parte del Ladoga pertinente alla Finlandia (8014 kmq.).
Rilievo e cenni geologici. - Strutturalmente, il territorio finlandese è compreso in una più vasta regione, detta Fennoscandia, estesa a tutte le terre a nord del Baltico e a NO. degl'istmi fra il Golfo di Finlandia, il Ladoga, l'Onega e il golfo omonimo. Essa emergeva già in età lontanissime come parte d'un continente boreale, vario, di complesso rilievo il quale, sottoposto per millennî al lavoro di distruzione degli agenti subaerei, è totalmente scomparso, lasciando apparire nelle spianate o semispianate superficie (penepiano) le rocce più antiche che ne formavano l'ossatura interna. La Fennoscandia fu sollecitata da poderose spinte nel Paleozoico; per esse vennero a corrugarsi a NO. quelle che sono oggi le Alpi Scandinave, ma anche a queste zone più orientali moti varî si sono certamente propagati. E tuttavia anche le nuove altitudini e le nuove depressioni vennero ancora, nelle età successive, spianate e pareggiate. Un ultimo periodo di sommovimenti commosse l'Europa settentrionale nel Terziario: la penisola scandinava ne fu ancora innalzata, maggiormente ad O., dove acquistò un più ripido declivio esterno, meno ad E., dove anzi le sue falde piegarono gradualmente sino a lasciar penetrare le acque marine da un lato nel Mar Bianco, dall'altro nel Baltico e nei suoi seni, sospinti dapprima sino a comprendere quelli che oggi sono i laghi di Ladoga e Onega. Sopravvennero infine le glaciazioni del Quaternario.
Tutta la Fennoscandia fu, a riprese, coperta dalla grandiosa cappa di ghiacci stesa sino alla Russia centrale e alla Germania settentrionale. Il lento fluire del ghiaccio compì l'opera di spianamento, asportò le deposizioni antecedenti, nettò e approfondì le fessure delle rocce primitive, sconvolse il reticolo disegnato dalla precedente idrografia, così profondamente, che minimi segni se ne possono rintracciare. A quest'opera di distruzione, il glacialismo accompagnò tuttavia un'opera di costruzione. Lo sfasciume morenico fu steso a coprire la massima parte della Finlandia, così che oggi esso costituisce il terreno superficiale più diffuso, nel quale si levano in forma di sparsi dossi le parti più prominenti del penepiano primitivo o si affondano le cavità lacustri o si distendono le pur vaste superficie pantanose e torbose. Tali materiali morenici, in particolari condizioni, si sono anche accumulati, formando i caratteristici åsar (finn. harjuja). Stretti, in genere, e lunghi decine e anche centinaia di chilometri, presentano forme a schiena d'asino o di terrapieni a sommità spianata, con frequenti depressioni o interruzioni. Strade, colture, abitati ne profittano caratteristicamente. Si distinguono åsar radiali e marginali. I primi sono disposti parallelamente alla direzione dell'ultimo movimento dei ghiacci, traendo origine da fasi di ritirata delle fronti glaciali. Gli altri sono quelli che noi preferiremmo dire terminali o frontali, e ognuno di essi contrassegna una fase di sosta: i più appariscenti sono i due Salpaus selkä, i quali si distendono attraverso l'intera Finlandia, quasi per tutto il loro corso paralleli, se pur complessivamente più unito e continuo il primo, cioè quello più a SE. Si riconosce inoltre, ma solo in breve tratto sud-occidentale, un Salpaus selkä terzo, assai spezzato. Scarsa diffusione infine hanno i sedimenti postglaciali. Quelli litoranei (sabbie, argille, fanghi) hanno carattere deltizio: trascinati e depositati nei seni di un mare poco profondo, sono stati portati in luce dai successivi ultimi innalzamenti generali di tutto il paese. Altri, nell'interno, si depositarono sul fondo di bacini lacustri e furono messi in luce per l'abbassarsi del livello delle masse acquee.
Sotto questi depositi glaciali o fluvio-glaciali, e affiorando là dove essi mancano, sono dunque immediatamente le form azioni più antiche della cronologia geologica. Soltanto l'istmo di Carelia (fra il Ladoga e il Golfo di Finlandia) e gli opposti estremi dell'Enontekiö e di Petsamo possono presentare formazioni dei lunghissimi evi intercorrenti fra il Cambrico e l'alba del Quaternario. Lungo il confine orientale si svolge una zona contrassegnata dal prevalere degli gneiss granitici, che si allarga nell'estrema regione settentrionale, ampiamente commista qui, tuttavia, di peculiari leptiniti o granuliti. Immediatamente a O. di questa prima zona divengono prevalenti gli scisti cristallini, a partire dal Ladoga verso N. e NO. sino al Lago Oulu e di qui al N. Rocce analoghe sono pure estese a NE. dell'estremo seno del Golfo di Botnia. Nell'ampia regione che giace fra il Golfo di Botnia, il Golfo di Finlandia e il Ladoga la struttura delle masse precambriche è assai più complicata. Scisti cristallini di lontana origine sedimentaria e ammassi granitici sono così frammisti da renderne oltremodo difficile la rappresentazione cartografica. Non vi mancano tuttavia zone caratterizzate dalla prevalenza dell'un tipo o dell'altro di formazione: così le vaste aree lungo la costa meridionale, nelle quali domina il particolare granito rapakivi; il distretto granitico centrale; le varie zone del SO., dove il granito è largamente frammisto con rocce eruttive basiche e anche con scisti cristallini, talora intimamente mescolati (migmatite). Notevoli aree dominate dall'effusione di rocce eruttive non mancano: diabasi presso Pori e nelle isole del Ladoga; metabasalti o porfiriti uralitiche di Hămeenlinna e dell'arcipelago innanzi a Porvoo; la caratteristica ijolite del Kuusamo.
Così semplice, in fondo, nella sua struttura (un penepiano cristallino cosparso di detriti morenici), il paesaggio finlandese non può essere se non assai semplice, pure risultando mirabilmente vario nei particolari. Questo contrasto costituisce il carattere fondamentale del paesaggio geografico. Una linea che segua il fiume Oulu e il lago omonimo, poi dall'estremo seno meridionale di questo vada retta a Joensuu e di qui torni a NE. sino al confine lascia a S. e a O. il corpo principale del territorio finlandese. In questo si distingue un orlo litoraneo fra 0 e 50 m. s. m. (largo in genere 20-30 km., eccezionalmente fino a 40-50) e un interno Ripiano dei Laghi, nel quale le variazioni altimetriche, pure innumerevoli, sono ristrette fra l'isoipsa di 50 m. e quote massime di 223 sopra Lahti (punto più elevato della Finlandia meridionale), di 235 in quel di Kuopio, 252 al Pöllömäki (a S. di Iisalmi), 223 al Lauhanvuori, il punto più elevato verso O. Si tenga conto tuttavia che i dislivelli della superficie solida sono maggiori, in quanto molti raggiungono profondità fra i 75 e i 100 m. e oltre, sino alla massima del Päijänne (di 17 m. inferiore al livello marino). Gli spartiacque non si rivelano con forme plasticamente evidenti, se non qua e là per brevissimi tratti. Può fare eccezione soltanto il Suomen selkä che separa i piani della Botnia Orientale e la terra alta del Häme. A NE. della linea accennata le elevazioni si fanno maggiori, non di meno sino all'Iijoki non si raggiungono i 400 m.: massime altezze sono, attorno al 65° di lat., il Paljakka (384 m.) e il Siikavaara (350). Più a settentrione il rilievo assume decisamente aspetto collinoso, tranne che nelle immediate vicinanze della costa, dove si osservano ancora superficie pianeggianti. All'E. è il Kuusamo, la modesta "Svizzera finlandese" (Isosyöte, 432 m., Iivaara 470, Nuorunen 577, Vuosna tunturi e Rohmoiva, subito a N. del Circolo Polare, rispettivamente 623 e 656 m.). A O. il bacino del Kemi sale gradualmente sino allo spartiacque, detto Maan selkä, contrassegnato da qualche dosso a 636 e 547 m. Di qui scende nuovamente verso Petsamo, emergendo ancora solo qualche colle isolato oltre 500 m., sino al Musta tunturi levato a 507 sulla costa artica. Attorno al Lago Inari troviamo un paesaggio livellato di tipo finlandese proprio; ed è quasi di transizione a quello dell'estremo NO., dominato da tutt'altri caratteri. Quest'ultima zona infatti si adagia sul versante baltico delle estreme propaggini del sistema scandinavo e vi si addentra anzi profondamente con l'Enontekiö, in modo da portare col Halditstjokko la maggiore elevazione del territorio finlandese a 1324 m. s. m.
Coste. - Il Baltico si insinua verso N. e verso E. ad abbracciare la maggior parte della Finlandia con le due sue caratteristiche propaggini (v. baltico, mare e finlandia, golfo di).
L'estrema costa settentrionale è bagnata dal Mar di Barents, suddivisione del Mare Artico (v.). L'accesso alle coste è ostacolato nell'inverno per la formazione dei ghiacci. Soltanto l'estrema costa di Petsamo, per l'influenza della Corrente del Golfo, ne è libera, ma questo vantaggio non ha per ora che un valore potenziale.
Al contatto con il mare il rilievo dà luogo a un disegno delle coste, parimenti caratterizzato dal contrasto fra la semplicità dei lineamenti generali e la complessità dei particolari. Lungo la costa continentale il contatto della superficie acquea avviene ora con le deposizioni moreniche o con quelle deltizie, ora con i prominenti relitti del penepiano primitivo. Poi al largo sono particolarmente questi che emergono in isolette e scogli a pareti abrupte, pittoresche. Il gioco delle variazioni di livello, innumerevoli se anche scarse di valore, avvenendo qui intorno allo 0, determina questa mirabile varietà di isole, scogli e seni: isole che si levano al massimo ai 158 m. di Suursaari (Hogland) e ai 132 della Grande Åland; mari che si approfondiscono raramente oltre i 50 m., prima dei 20-25 km. al largo.
Clima. - Per la posizione assoluta e relativa del paese i caratteri preminenti del clima sono dati da temperature piuttosto rigide e da piovosità non abbondante. Genericamente tuttavia esso è assai più sopportabile per l'uomo che non quello di quasi tutti gli altri paesi che si trovano in simile posizione assoluta. L'isoterma annua dei 0° attraversa la Finlandia, penetrandovi dalla Svezia una trentina di km. a N. dell'estremo seno del Baltico, del quale segue per breve tratto la curva, volgendo poi a E., per uscire dal confine orientale a circa 65° di lat. Circa tre quinti dunque della Finlandia hanno temperatura media annua superiore allo 0, ma non ai 5°, anzi neppure ai 4°, salvo la breve striscia all'estremo SO., dalle Åland a Pori e a Kotka. Il mese più freddo è il febbraio, con una media dappertutto inferiore ai − 4° Åland e Arc. di Turku, anzi sul continente, tolto l'estremo SO., a − 6°. E tal media decresce ancora, dapprima dai due golfi verso il NE., poi piuttosto verso N. e verso NO. sino a un'isola, in parte stesa sulla vicina Norvegia, racchiusa dall'isoterma dei − 15°. Di qui verso NE. rapidamente le temperature si rialzano, sino a − 7° innanzi a Petsamo. La temperatura estiva va diminuendo più regolarmente dal S. al N. Nel mese di luglio, il più caldo, si può dire che tutta la Finlandia resti compresa fra 17° e 10°. La media più elevata (16°-17°) spetta ai distretti di SE. Il Ripiano dei Laghi gode di una media fra 16° e 14°. L'isoterma dei 13° segue il parallelo 68°; la costa artica ha la media di 10°. L'escursione fra le medie mensili è massima sul 68° latit. (28°), minima nelle Aland (19°). Ma il variar dell'estate e dell'inverno è contrassegnato anche da altri fatti notevolissimi. Anzitutto, date le latitudini, la durata del giorno e della notte è soggetta ad ampia variazione. Minima è questa alla latitudine di Helsinki: il giorno più lungo di 19 ore, la notte più lunga di 18. Ma cresce man mano che ci si accosta al Circolo Polare, oltre il quale si cominciano a contare i giorni nei quali il sole compie intero il suo ciclo al disopra dell'orizzonte: sono già 20 a 66° lat. e rapidamente salgono sino a poco meno di 70 a Petsamo. Secondo fatto stagionale caratteristico, il congelamento delle acque. Nella Lapponia, salvo una striscia lungo il mare, dalla metà di ottobre per sette mesi la superficie delle acque giacenti è congelata e per una durata di poco inferiore anche quella dei fiumi. Nelle provincie meridionali e occidentali il gelo dura circa dal 5 novembre al 10 aprile. La piovosità si distribuisce fra un massimo di 750-700 mm. (una piccola zona a SO.) e un minimo inferiore a 400 mm. negl'immediati dintorni di Petsamo e nell'estremo Enontekiö. Generalmente dunque essa si contiene fra i 700 e i 400 mm.; anzi è possibile distinguere due zone, l'una, settentrionale, con piovosità fra 400 e 500 mm., l'altra fra 500 e 700 mm., separate da una curva pochissimo pronunciata, con la convessità sul Circolo Polare. Nessun luogo è a ogni inverno ricoperto di un mantello di neve inferiore ai 20 cm., anzi, a voler escludere le Åland e le estreme coste occidentali, mai meno di 40 cm. Da queste cifre si va crescendo, non tanto verso N., quanto verso E., sino a oltre 90 cm. Il mantello delle nevi dura da un massimo di 210-220 giorni nella Lapponia a un minimo di 90-110 nelle Åland. La pressione atmosferica in genere va diminuendo dall'estremo SE. (760 mm.) verso NO., poi verso N. sino a meno di 758 nella Lapponia. Le isobare medie dell'inverno hanno un andamento assai simile a quelle annue, spostate solo un po' ancora verso NO., in modo che le prime indicano genericamente pressioni minori e giungono ad essere, nell'estremo NO., inferiori a 756 mm. Sui mari dominano pressioni lievemente più basse, per la relativa loro tepidità: onde la flessione verso SO. delle isobare, accentuata particolarmente per quella dei 758 mm. Nondimeno il fatto essenziale è che le pressioni diminuiscono dal S. al N., onde le correnti seguono tal direzione o meglio quella da SO. a NE., conservandola anche sull'intera Lapponia, perché sull'Artico a NE. della Scandinavia dominano pressioni ancora più basse. Nell'estate l'andamento delle isobare è notevolmente diverso, ma assai diminuito è il valore dei gradienti, per cui la circolazione è molto meno vivace e regolare. Tutta la Finlandia è compresa allora fra le isobare di 760 mm. (che passa lungi da SE.) e 759, che tocca Petsamo, salvo un'insaccatura della 758, che vi penetra dalla Svezia, occupando quasi del tutto la media Botnia Orientale. È quindi questa una zona di bassa pressione, alla quale concorrono le correnti dal Mare di Barents e dalla Lapponia verso SO. e, in parte, dall'estremo Baltico a N. e dalla Carelia settentrionale a O. Ma anche al S., sul Ripiano, si determinano pressioni relativamente basse, le quali attirano dal Golfo di Botnia, da quello di Finlandia e anche dal Ladoga deboli correnti umide, dai climatologi locali assimilate ai monsoni.
Idrografia. - Nel terreno lievemente ondulato ogni concavità tende a trasformarsi in un bacino lacustre. La tradizione chiama la Finlandia la terra dai mille laghi. In realtà sono qualche decina di migliaia e costituiscono il fatto idrografico fondamentale sulla massima estensione del paese. Ai corsi d'acqua competono allora le modeste funzioni di convogliare le acque di precipitazione verso i laghi, di porre questi in comunicazione, infine di offrire loro una via di scarico al mare. Di questi sistemi lacustri o fluviolacustri il massimo e più orientale copre un'area di 68.000 kmq. (cioè 1/6 dell'intera Finlandia), di cui 1/5 occupato dalle acque, le quali si accumulano, dopo essere passate per una complicatissima e varia serie di laghi a diverso livello, nel Saimaa (6800 kmq.), donde il Vuoksi le porta a scaricarsi nel Ladoga. Al centro del paese è il sistema del Kymi (Kymmene): copre 37.000 kmq., di cui il 20,4% occupato dalle acque, le quali scendono da laghi a livello di 130-150 m. s. m., al Päijänne, secondo per estensione (1100 kmq.), donde il Kymi le versa nel Golfo di Finlandia, presso Kotka. Il terzo sistema occidentale interessa 27.000 kmq. (10% di acque): collettore è il lago Pyhä, che attraverso una serie di minori laghi si scarica poi con il fiume Kokemäen (Kumo) nel Baltico, presso Pori. Infine a SO. è il minor sistema del lago Lohja e fiume Karja. A settentrione del Ripiano è un altro grande bacino (24.000 kmq., dei quali 10,5% di superficie acquea), steso sino al confine orientale confluente nel lago centrale di Oulu e di qui all'emissario omonimo, versante al Golfo di Botnia presso Oulu. In Lapponia esiste pure un simile sistema, esteso 19.000 kmq. (dei quali un migliaio entro i confini norvegesi), per il 13% occupato dalle acque: lago collettore è l'Inari (Enare: oltre 1000 kmq.), donde si parte l'emissario Paatsjoki. Questi sei sistemi occupano il 45% della superficie della Finlandia. La rimanente è drenata da veri e proprî reticoli fluviali. Il maggiore è quello del Kemi, esteso verso N. (1,5% occupato da laghi): dopo circa 400 km. di corso il fiume si getta nel Golfo di Botnia, al suo estremo seno settentrionale. A O. è il Tornio (Torneå), il cui bacino (40.000 kmq.) è solo per il 37% nel territorio finlandese. All'Artico vanno direttamente minori fiumi: Tana (Teno), Petsamo. Altri attraverso la Carelia corrono al Mar Bianco (Tuntsa, Oulanka, ecc.). Infine il bordo del Ripiano costituisce versante diretto per numerosi fiumi minori.
Fauna. - La fauna della Finlandia offre caratteristiche comuni alla fauna dell'Europa settentrionale e zoogeograficamente appartiene alla sottoregione nord-europea-siberiana della grande regione paleartica. Tra i Mammiferi la talpa, varî pipistrelli, il lupo che vi s'incontra a branchi come nella Russia, Polonia e Norvegia. La volpe, la martora, la lontra, l'ermellino, noto per la sua candida pelliccia invernale, lo scoiattolo e varî altri roditori. Fra gli Artiodattili la renna (Cervus tarandus) dalle corna ramificate, la quale vi s'incontra allo stato selvatico ed è anche tenuta domestica, costituendo una delle principali risorse dei popoli nordici. Tra gli Uccelli noteremo varî rapaci (civetta, gufo, avvoltoi, falchi ecc.); varî passeracei, tra i quali il tordo, il passero europeo, varie silvie, motacille, averle, balestrucci ecc.; varî rampicanti, gallinacei, ardee; la pavoncella, la beccaccia, l'oca paglierina, il tuffetto ecc. Poco frequenti i Rettili, rappresentati da qualche specie di chelonî, alcune lucertole e ofidi (serpenti). Gli Anfibî vi sono rappresentati da alcune specie di anuri e urodeli dei generi Rana, Bufo, Salamandra, ecc. La malacofauna terrestre conta parecchie specie di chiocciole nordiche, mentre varî bivalvi popolano le acque dolci. La fauna entomologica è, come quella di tutta l'Europa settentrionale, caratterizzata da caratteri negativi. Molti gruppi d'insetti europei vi mancano infatti completamente. Tra i coleotteri i Carabidi predominano e sono frequenti le specie coleotterologiche la cui biologia è in rapporto con la presenza di essenze forestali (Longicorni, Bostrichidi, ecc.). Fra gli Ortotteri, mancano i Mantidi e il bacillo o stecco (Fasmidi), mentre vi sono rappresentati gli Acrididi, i Locustidi e i Grillidi. I Lepidotteri contano varie specie di farfalle nordiche, così come per gl'Imenotteri, i Ditteri ecc. sono caratteristiche le specie ad affinità geografica nord-europea. Poco frequenti gli Aracnidi e i Miriapodi, rappresentati da specie poco numerose.
Flora. - La vegetazione della Finlandia, fatta eccezione di uno stretto orlo a nord occupato da formazioni di tundra e quindi priva di alberi, appartiene al dominio forestale eurosibirico e di questo per grande parte alla zona più nordica, caratterizzata principalmente da boschi di Conifere con prevalenza di Pinus silvestris e di Picea excelsa (abete rosso), nei quali si mescolano due betulle (Betula verrucosa e B. pubescens) e nei luoghi paludosi l'ontano (Alnus glutinosa), quando questi ultimi non costituiscano consorzî a sé indipendenti dalle aghifoglie. A seconda della composizione del sottobosco, il Cajander li ha distinti in: boschi-brugghiere a carattere xerofilo con humus sottile e asciutto a tipo di Vaccinium, Empetrum-Myrtillus, Calluna, ecc.: boschi freschi o muscosi per la fitta copertura di Muscinee: boschi-erbai a tipo di Sanicula, di Aconitum, di Vaccinium, di Oxalis, di Felci, ecc. A questi boschi si aggiungono nella zona meridionale quelli formati dalla quercia peduncolata. Tra gli arbusti vaste zone sono occupate da un tipo steppico, l'Hippophaë rhamnoides. Complessivamente l'area boschiva, secondo un'inchiesta eseguita nel 1920, comprende circa il 90% di tutto il territorio, escluso quello occupato dai numerosissimi laghi. Abbastanza estese sono pure le formazioni pratensi, da quelle di suoli asciutti con prevalenza e a tipo di Sesleria, di Agrostis canina, di Aira caespitosa, di Nardus stricta, a quelle proprie dei suoli umidi e paludosi con fragmiteti, cariceti, erioforeti, ecc., le quali fanno passaggio alle vere torbiere, pure molto diffuse.
Regioni naturali. - Nella Finlandia si possono distinguere nove regioni naturali: 1. Uusimaa (Nyland, la Terra Nuova), fra il Golfo di Finlandia e i Salpausselkä; 2. Varsinais Suomi (Egentliga Finland, Finlandia Propria), il paese di SO. con i fronteggianti arcipelaghi; 3. Ahvenanmaa (Åland), le isole maggiori a occidente, comprese nella precedente suddivisione sino al 1920; 4. Satakunta, sulla costa e sulle alte terre, a nord della Finlandia Propria; 5. Häme (Tavastland), íra lo spartiacque di Suomenselkä e le morene Salpaus selkä, il blocco più caratteristico del Ripiano; 6. Savo, la regione dei massimi laghi intorno al sistema del Saimaa, quasi un "interno arcipelago"; 7. Carelia (Karjala), le plaghe sudorientali, confinanti con l'omonima repubblica sovietica (v. carelia); 8. Ostrobotnia o Botnia Orientale (Pohjanmaa), i piani susseguentisi lungo il Golfo di Botnia e le terre che su essi si affacciano dal nord e dal NE., sino al Maan selkä; 9. Lapponia, le estreme colline e piane volte al Mare Artico.
Popolazione. - La popolazione legale della Finlandia, valutata nel 1929, oltrepassa tre milioni e mezzo di abitanti (3.634.047); la popolazione residente è di qualche centinaio di migliaia inferiore. La densità media, anche escludendo l'area delle acque interne, non supera i 9,3 ab. per kmq., la più bassa degli stati europei, salvo la Norvegia. Lo sviluppo della popolazione residente può essere seguito nella tabella:
A contenere gli effetti del naturale incremento è intervenuta, sempre più imponente dal 1880 al 1914, l'emigrazione: 1880-1890 emigranti 26.685; 1891-1900, 59.046; 1901-1910, 158.832; 1911-1920, 67.346; 1921-1925, 31.026. Si ricordi che, in tempi normali, circa il 40% degli emigrati fa ritorno in patria.
Lingue nazionali sono considerate la finlandese e la svedese, parlate rispettivamente dall'88,7% e dall'11% della popolazione (cens. 1920). La percentuale dello svedese è in continua diminuzione; nel 1880 era del 14,3. Esso è parlato specialmente nelle Åland e sul litorale di O. e SO., assai più nelle città che nei comuni rurali. Distinti appaiono invece nettamente, nel N., i Lapponi (v.) (1603 nel 1920). La densità è molto varia. Si possono distinguere tre zone: la prima, dalle coste del Baltico sino a una linea da Oulu all'estremo N. del Ladoga, comprende tutte le città con oltre 10.000 ab. e nei comuni rurali almeno 10 ab. per kmq., eccezionalmente fra 5 e 10; la seconda, fra detta linea, il Circolo Polare e il confine orientale, ha quasi ovunque densità fra 5 e i abitante per kmq., la terza, ancora a N., ha ovunque meno di i ab. per kmq. In tutte e tre le zone la popolazione si distribuisce particolarmente lungo i fiumi e sulle rive dei laghi, in genere agglomerata in gruppi sempre più esigui man mano che si procede verso N. Amministrativamente 38 centri sono considerati città, e riuniscono 609.157 ab., cioè il 17% della popolazione. Bisogna però tener conto che ben 29 fra codeste città non raggiungono neppure i 10.000 ab. Li superano le seguenti (1929): Helsinki (Helsingfors), 234.096 ab.; Turku (Åbo), 65.291; Viipuri (Viborg), 55.010; Tampere (Tammerfors), 54.824; Vaasa (Nicolaistad), 25.266; Kuopio, 24.003; Oulu (Uleåborg), 23.782; Pori (Björneborg), 18.201; Kotka 16.928 (per le caratteristiche etniche della popolazione, v. finni; svezia; lapponi).
Condizioni economiche. - Le risorse minerarie sono assai modeste; giacimenti ferriferi furono coltivati nel sec. XVII e nei primi anni del corrente. Si sfruttano dal 1910 le piriti cuprifere di Outokumpu (riserva calcolata 7 o 8 milioni di tonn.). Si presume di poterne ottenere fra poco una produzione annua di 250.000 tonn. di rame e 2.000.000 di sottoprodotti solforici. Abbondanti e pregiati i materiali di cava per costruzioni, per la fabbricazione di calce e cementi per la ceramica. Le zone più sfruttate sono quelle di SO., sia per i depositi calcarei di Lohja, Finby, Parainen, sia per i graniti di Hanko e Uusikaupunki (Nystad). Anche l'estrazione della torba è diffusa.
La foresta è la massima risorsa economica della Finlandia. Si distinguono due tipi di foreste, il primo formato da alberi di grande sviluppo, alti, notevolmente addensati, il secondo da alberi di scarso sviluppo e sparsi. L'uno occupa in tutto 20.130.000 ha., ed è più diffuso nella Finlandia meridionale (86,5% dell'area forestale) che non nella settentrionale (72,5%); l'altro tipo occupa 5.125.500 ha. Nella massima estensione le foreste appartengono allo stato: ettari 14.098.836 (73% del primo tipo; 1925), dei quali poco meno di 2/3 nel N. (8.423.000 ha.), il resto nella Botnia Orientale (3.244.000 ha.) e nella Finlandia orientale (1.070.000), assai poco nell'occidentale (848.000 ha.). Notevolissimi utili ne vengono al bilancio dello stato (oltre 100 milioni di marchi finlandesi l'anno; il marco finlandese vale attualmente circa 0,40 cent. di lira italiana). Allo stato fanno seguito, come proprietarî delle foreste, i privati (circa 9 milioni di ha.) e le compagnie private, specialmente nel S. e SO. (1.908.000 ettari); le parrocchie (241.000 ha.); i comuni cittadini e rurali (178.000 ha.). Lo sfruttamento è oculatamente tutelato dalla legge.
Con tutto che la superficie coltivata non rappresenti se non il 6% di quella dello stato, l'agricoltura è pur sempre l'occupazione prevalente della popolazione (che per circa 2/3 vive di essa o delle forme economiche associate). D'altronde, se riferita alla massa di questa, l'area coltivata non è proporzionalmente così scarsa come parrebbe a prima vista, ed è addirittura superiore a quella di paesi meridionali riccamente agricoli, ma densamente popolati; nel 1927 per ogni abitante della Finlandia vi erano ettari 0,6 di arativo, nell'Italia 0,36. Colture prevalenti sono i cereali e le leguminose, per il 38,9% dell'arativo; poi patate per 3,2%, lino e canapa 0,2 (dati del 1928). Circa il 10% è lasciato a maggese (in gran parte a disposizione delle semine autunnali); colture foraggere occupano il 40,5%. Infine circa un 0,25% è occupato dal giardinaggio, che ha fatto notevoli progressi nel S. e SO. La produzione totale dei cereali raggiunse, nella media 1916-20, 7.125.000 q., per la metà avena; quella delle patate 4.977.890. Ma essa è di molto cresciuta negli ultimi anni (1928: 10.168.800 q. di cereali, di cui 5.697.820 q. di avena; 6.889.050 q. di patate). È necessaria quindi un'importazione di segala e ancor più di frumento. Progredisce tuttavia la diffusione delle colture alimentari: l'area del frumento è ristretta alle Åland e a qualche valle della Finlandia Propria; ma l'avena è diffusa in tutte le provincie, eccettuate soltanto le estreme zone settentrionali, massimamente poi in quelle meridionali e in Mikkeli (22-24% dell'arativo); l'orzo invece è preferito nelle aree più settentrionali (Kuopio, Oulu), salvo le estreme; diffusa su quasi tutto il territorio, sino a qualche località propizia sul mare artico, è la patata. La proprietà delle aree coltivate è largamente suddivisa.
La consistenza del patrimonio zootecnico risultò nel 1925: bovini 1.522.285; equini 362.902; ovini 1.202.054; caprini 11.767; suini 251.594; renne 61.438. Il numero dei bovini è molto elevato nei distretti relativamente popolosi del S. e dell'O.; in rapporto alla popolazione è pur grande nelle zone orientali del Ripiano dei Laghi dove abbondano i prati naturali, scarso per contro nelle zone settentrionali e orientali nella provincia di Oulu. Ancor più nettamente il numero dei cavalli diminuisce dal S. al N. L'importanza dell'allevamento ovino è scarsa, salvo che nelle Åland e nelle aree povere di bovini a S. del 62° di lat. Arretrato ancora lo sviluppo dell'allevamento suino (prov. di Mikkeli). Caratteristico della Lapponia quello delle renne: circa la metà del numero censito si trova nel comune di Kuolajärvi. Fortemente diminuite dopo il 1900, dal 1920 tuttavia accennano ad aumentare nuovamente.
La ricchezza ittica delle acque finlandesi è modesta. Il Baltico non è mare troppo pescoso; prodotto principale ne è una propria varietà di aringhe (10-15 milioni di kg. l'anno contro 3 milioni di altre specie). Dalla costa oceanica di Petsamo ci si propone di iniziare una vera grande pesca (aringhe, merluzzo): per ora si catturano foche (da 5 a 8000 l'anno). Le acque interne sono fornite in misura assai varia di risorse ittiche (salmone, ecc.). In generale sono più produttive quelle che si trovano in vicinanza di terre coltivate e abitate e quelle dei laghi di maggiore superficie e scarsa profondità. La caccia è ridotta a mero diporto, per quanto sia ancora possibile trovare orsi, lupi, volpi. Importanza economica conserva, ma scarsissima, la cattura dei piccoli animali da pelliccia (ermellino).
Le industrie nel 1925 occupavano 141.000 operai. Fondamentali sono quelle che traggono la materia prima dalla foresta. ll numero degli operai addetti alle industrie del legno e della carta era di 47.877 e 15.884, il valore della produzione di 2546 e 1899 milioni di marchi finlandesi; insieme, il 43% del valore di tutta intera la produzione industriale del paese. Seguivano, per valore di prodotto, le industrie alimentari, delle confezioni e dei tabacchi, complessivamente per 1941 milioni di marchi; indi le tessili per 973 milioni di marchi. Industrie minori seguivano le meccaniche: concerie e affini; minerarie e metallurgiche; cave, fornaci e vetrerie; energia elettrica, illuminazione, acquedotti; stampe e libro, ecc. Per numero di operai impiegati meritano particolare rilievo fra queste l'industria meccanica (17.846) e il gruppo cave, fornaci, ecc. (9345). Le segherie sono oggi oltre 700; il loro prodotto annuo è valutato da 4.500.000 a 5.000.000 mc. di legname segato e squadrato. La forza motrice è data dal vapore: vengono utilizzati come combustibili gli stessi scarti e residui della lavorazione. Sono sparse in tutto il territorio della repubblica, grandi e piccole, particolarmente lungo i corsi d'acqua e le ferrovie; ma maggiori e più fitte allo sbocco dei più poderosi corsi d'acqua nei golfi di Botnia e di Finlandia. Kotka, Pori, Oulu, Kemi, Porvoo (Borgå), Hamina (Fredrikshamn), Viipuri sono i maggiori centri della segheria; Helsinki e Turku prevalgono nelle applicazioni (falegnameria, mobilificio). La pasta di legno viene invece fabbricata in prevalenza con l'impiego della forza idraulica: gli stabilimenti (una cinquantina) sono quindi localizzati lungo i maggiori corsi d'acqua (Kymi, Vuoksi), come presso Tampere, Pankakoski, ecc. La produzione annua è valutata in 240.000 tonn. di pasta umida, per metà usata in paese. La produzione della cellulosa rende necessaria un'importazione di 30.000 tonn. annue di zolfo e 20.000 di solfato di soda. Gli stabilimenti (circa 25) dànno circa 350.000 tonn. annue di pasta secca e non irrilevanti sottoprodotti: trementine, resine. La legge vieta di trarne l'alcool. Le fabbriche di pasta di legno o di cellulosa lavorano, in genere, in comunione d'interessi con cartiere. Queste sono oggi 31: prodotto principale è la carta da giornali (175.000 tonn. annue su un totale di 250.000). I centri principali sono nella valle del Kymi (che dà circa un quarto della produzione totale), nella zona di emissione del Vuoksi, sia lungo il fiume, sia sulle coste del Saimaa (15%), infine a Tampere (12,5%). Tutte queste industrie fanno quasi esclusivamente uso dell'abete e del pino. La betulla dà invece origine ad altre minori industrie: dei fusi, rocchetti, ecc. (una dozzina di fabbriche). Il gruppo delle industrie alimentari, confezioni e tabacchi lavora quasi esclusivamente materie prime d'importazione. Così ad es., un solo zuccherificio usa materia prima locale e provvede soltanto al 5% del fabbisogno nazionale, mentre 4 o 5 raffinerie lavorano zucchero di Giava o di Cuba. Il gruppo delle industrie tessili è costituito di 11 cotonifici, 26 lanifici, 1 linificio (1925). I lanifici per meno di un quarto, il linificio per il 30% trovano materie prime all'interno. Centro principale dell'industria tessile è Tampere. Le industrie metallurgiche sono scarsamente sviluppate: più notevoli quelle meccaniche, le quali si sforzano di corrispondere alle esigenze di un mercato interno progredito: costruzioni ferroviarie, navali, macchine agricole, turbine, macchine elettriche, ecc. Delle minori, interessanti sono l'industria delle calzature (Tampere); delle vetrerie (centro tradizionale, dal 1700, Nuutajärvi-Notsjö); dei cementi, laterizî, ecc. sparse un po' ovunque; della stampa e pubblicistica, notevole nelle città maggiori e anzitutto a Helsinki: le sette aziende gas municipali; e, fra le chimiche, quella dei fiammiferi (una decina di fabbriche). La Finlandia, per il notato dislivello fra i suoi mille e mille laghi, si trova in ottime condizioni per lo sviluppo dell'industria idroelettrica. Nel 1925 esistevano circa 350 centrali e la lunghezza complessiva della rete di distribuzione ad alta tensione era calcolata in 7500 km. La massima centrale è alle rapide di Imatra, sviluppante 150.000 HP.
Comunicazioni. - Massima importanza hanno le vie d'acqua. Il traffico di maggior volume (quello del legname greggio) si svolge in primavera con il mezzo della fluitazione, permessa dalla legge su tutti i corsi d'acqua naturali: quindi la rete delle vie fluitate (47.100 km.) coincide quasi del tutto con quella idrografica: restano non utilizzati soltanto certi corsi d'acqua minori nelle zone più settentrionali, meno ricche o meno sfruttate e quelli versanti al Mare di Barents e al Mar Bianco. La navigazione interna vera e propria incontra grave ostacolo nella scarsità di canali necessarî tanto per permettere le comunicazioni fra un sistema idrografico e l'altro quanto per superare le rapide; e nel gelo invernale che non consente libero traffico per oltre 200-210 giorni all'anno. La più complessa rete navigabile è quella del Saimaa unita al mare con il canale omonimo: in tutto 440 km. Reti minori, rispettivamente di 150, 125 e 130 km. sono quelle del Päijänne, del Valkeakoski, del Murole. Complessivamente la lunghezza delle vie navigabili interne è calcolata di 5000 km. Una parte notevole di traffico, quasi intermedia tra la fluitazione e la navigazione propriamente detta, è costituita dal trasporto del legname in zattere, trascinate con l'alzaia o, in qualche caso, con rimorchiatori a vapore. Vie d'acqua frequentatissime sono anche quelle del cabotaggio costiero e interinsulare, compresovi quello del Ladoga. Linee assai attive congiungono i maggiori centri: Viipuri, Kotka, Helsinki, Hanko, Turku, Pori. L'impiego di rompighiaccio permette di assicurare la continuità della navigazione fra Turku e Hanko, il punto più meridionale della Finlandia, quasi sempre in comunicazione libera con Stoccolma, come pure fra questo e Helsinki.
La flotta mercantile finlandese è costituta da 318 navi per tonnellate lorde 312.097 (Lloyd's Register, 1931-32), fra le quali sono compresi 183 piroscafi per t. 228.286, 40 motonavi per t. 16.071; 95 velieri per t. 67.740. La grande importanza che ha, in Finlandia, il traffico per via d'acqua spiega l'assistenza governativa, che va dalla sovvenzione, concessa fin dal 1927, alla linea Finlandia-Sud America, all'istituzione del Credito Marittimo (durata dei mutui 8 anni; interesse 6%; concessione effettuata nella misura del 50% del valore della nave da costruire; garanzia ipotecaria). La consistenza del naviglio, aumentata dalle 100.000 t. del 1850 alle 302.000 del 1875 e alle 340.000 del 1903, segnò, subito dopo, una decadenza; la ripresa ha avuto inizio dopo la guerra mondiale. La crisi era stata determinata dalla necessità della trasformazione del materiale - ai primi del secolo ancora essenzialmente velico - la quale era ostacolata dalla deficienza, nel paese, di cantieri e mano d'opera specializzata, dalla mancanza assoluta di minerali di ferro e dalla scarsezza e alto costo del capitale. Tuttora, per quanto la proporzione dei velieri sia diminuita dal 61,2% del 1917 al 41,6 del 1925 e al 40,6 del 1931, la caratteristica della marina finlandese è costituita dalla vela; sotto questo punto di vista la Finlandia occupa il terzo posto fra le marine mondiali, dopo gli Stati tniti e l'Impero Britannico, mentre, come consistenza complessiva di naviglio, essa occupa il diciannovesimo posto. Notevole altresì che la maggior parte di questi velieri (40.000 t.) è posseduta da armatori dell'isola Åland; notevole infine che la marina finlandese possiede ormai gli ultimi grandi velieri addetti, nel mondo, alla navigazione d'oltremare. Nel 1927 il valore complessivo della flotta finlandese si faceva ascendere a 535 milioni di marchi; nello stesso anno essa introitò 459,6 milioni di marchi di noli lordi.
Alla navigazione segue per importanza la ferrovia. La prima linea fu inaugurata nel 1862 fra Helsinki e Hämeenlinna (Eavastehus). Nelle costruzioni si usò lo scartamento russo (m. 1,524), superiore a quello della Svezia, per cui il solo traffico ferroviario internazionale di una certa importanza comporta un oneroso trasbordo. La rete è costituita da una serie successiva di linee, che si potrebbero dire di arroccamento rispetto alle attive vie del tradizionale cabotaggio e di intersezione rispetto alle navigabili interne. Qualche congiungente minore si distacca poi fra esse, specialmente nel relativamente popoloso SO. e attorno a Viipuri, come qualche diramazione a centri interni altrimenti isolati. Infine è notevole la linea di penetrazione verso la Lapponia, spinta da Kemi a Kemijärvi, oltre il circolo polare. Complessivamente le ferrovie raggiungono (1929) la lunghezza di 5399 km., quasi tutte di proprietà dello stato. La frequenza di aquitrinî, di laghi e corsi d'acqua ha reso lento lo sviluppo delle vie ordinarie. Su larghissime estensioni della Lapponia i fiumi e i sentieri ottenuti con il gettar tronchi d'albero sul pantano costituiscono tuttora le sole vie di comunicazione. Anche nel resto della Finlandia strade vere e proprie si sono cominciate a costruire soltanto nel secolo XVII, e ben poco numerose sino al XIX. Al principio del corrente secolo se ne contavano chilometri 40.000. Nei trent'anni successivi sono ancora aumentate di molto, specialmente nelle regioni settentrionali. Nel 1932 lu ultimata la grande via lungo il Paatsjoki, che raggiunge Petsamo. Dobbiamo infine accennare all'importanza tutta particolare che hanno qui le comunicazioni invernali sul ghiaccio. Questo infatti permette di percorrere con mezzi opportuni (slitte, sci) notevoli distanze in linea retta o quasi, abbreviandole e rendendole praticabili senza trasbordi.
L'aviazione civile finlandese dipende dal Ministero delle comunicazioni. Il traffico aereo in Finlandia fa capo a due società: 1. la compagnia finlandese Aero O. Y., che ha in servizio apparecchi del tipo Junkers. Nel 1929 su 284.110 km. volati gli apparecchi di questa società trasportarono 9000 passeggeri e 68.000 kg. di merce; 2. la compagnia svedese A. B. Aerotransport, che effettua il servizio anch'essa con apparecchi Junkers. La compagnia finlandese gestisce le seguenti linee: 1. Helsinki-Tallinn, km. 85, servizio giornaliero; 2. Helsinki-Turku-Stoccolma, km. 410, servizio trisettimanale. La compagnia svedese gestisce la linea Stoccolma-Helsinki, km. 390, servizio trisettimanale.
Linee telegrafiche (1925) quasi 10.000 km. (sino a Petsamo); telefoniche km. 7336; stazioni radiotelegrafiche fisse 7; uffici postali 2766.
Il commercio con l'estero. - Il movimento commerciale complessivo con l'estero è in continuo aumento nel dopoguerra, come mostra la tabella che segue:
I generi alimentari costituiscono, in valore, il 35% della importazione; seguono le materie prime industriali (32%); indi i prodotti industriali finiti di immediato impiego (20%). Fra gli alimentari primeggia il grano (frumento e segala, da 650 a 900 milioni di marchi l'anno), poi lo zucchero (320-350 milioni), carne, conserve; fra le materie prime le metalliche (attorno a 500 milioni), le tessili (oltre 300 milioni); fra i prodotti finiti i tessili (600 milioni), macchine e affini (270-300 milioni), veicoli (350), prodotti chimici (120); poi olî minerali, carboni; ecc. Se togliamo un 6% di burro e un 8% di prodotti varî, tutto il resto del valore dell'esportazione è dato dal legname e dai suoi derivati (86%): legno segato (43%), carta (12%), cellulosa (11%), legno grezzo (10%). Ridotto quasi a zero è il traffico con la Russia, prima della guerra mondiale fra i più rilevanti; intenso è oggi anzitutto quello con i grandi paesi occidentali più facilmente accessibili per la via del Baltico: mentre però, la Gran Bretagna primeggia (30% dell'esportazione, 16% dell'importazione) particolarmente per gli enormi acquisti che fa sul mercato finlandese del legname e derivati, la Germania è di gran lunga la maggior fornitrice dell'importazione (28%; dell'esp. 15%), non solo per i prodotti metallurgici, ma anche per materie prime o non lavorate, come il grano, il cotone, e la lana, le quali sono acquistate sul mercato germanico, pure originariamente provenendo da altri paesi. Questo spiega anche il traffico relativamente grande con l'Olanda e il Belgio, mentre quello con gli Stati Uniti (imp. 15%) è particolarmente formato dagl'invii di cotone e grano. Con i paesi circostanti il traffico non è molto attivo per la somiglianza delle economie; notevole tuttavia l'importazione del minerale di ferro e derivati dalla Svezia. Il traffico con l'Italia, esiguo, tende a salire: nel 1923 era di 18.000.000 di marchi (14 imp. dall'Italia, 4 esp.); nel 1927 di 61 milioni (37,9 e 23): si esportano in Finlandia farine, agrumi, frutta, strumenti musicali, si importano cellulosa, pelliccerie. Il traffico internazionale si svolge in prevalenza attraverso i porti del Baltico: il 52% è accentrato a Helsinki, Viipuri e Turku; altro 17% attraverso Kotka e Hanko (traffico invernale). Oltre un quarto del traffico è compiuto dalla bandiera germanica; quella nazionale disputa il secondo posto alla svedese.
Bibl.: La triangolazione del territorio finlandese ha avuto inizio nel 1828, la livellazione di precisione dal 1892. La pubblicazione di una prima carta a grande scala fu compiuta nel 1872 in 30 fogli 1 : 00.000. Di mappe, dette economiche, 1 : 100.000, furono pubblicati 39 fogli dal 1903 al 1925. Dalle rilevazioni militari russe furono pubblicati 31 fogli 1 : 42.000, qualcuno 1 : 21.000 (Finl. a S. del 61° lat.). Dal materiale russo e da altro il nuovo Ufficio Topografico trae di che pubblicare una serie 1 : 50.000 e un'altra 1:20.000 (21 fogli a tutto il 1925). Un centinaio sono i fogli, a varia scala, delle carte nautiche e idrografiche, sia per i mari costieri, sia per i laghi.
Per la conoscenza geografica della Finlandia si possiede un sussidio di incomparabile valore nell'Atlante di Finlandia (Suomen Kartasto-Atlas över Finland), pubblicato dalla Soc. di geografia di Finlandia, con testo esplicativo a parte, in tre successive edizioni del 1899, 1910 e 1925. Altra opera generale ottima: Finland, the Country, its People and Institutions, a cura di varî autori (Helsinki 1926) è riassunto di un'opera maggiore in voll. 3, pubblicata in ambedue le lingue nazionali (1923-1925). Pubblicate a cura dello stato sono: Finland im 19. Jahrhundert in Wort und Bild, Helsinki 1899; Finland im Anfang des XX. Jahrh., Helsinki 1919, e una collezione di opuscoli sui varî aspetti della vita finlandese, in varie lingue, anche italiana. Un compendio statistico annuo è pubblicato dall'Ufficio statistico centrale, Helsinki, con testo parzialmente in francese. In italiano: I. Cocchi, La Finlandia. Ricordi e Studi, Firenze 1922; L. Piazza, Il paese dei 35.000 laghi, Milano 1930; cfr. anche le pubblicazioni dell'Ist. per l'Europa orientale, Roma. Ampia rassegna bibliografica recente in U. Toschi, Come i Finlandesi fanno conoscere il loro paese, in Bollettino R. Soc. Geogr. Italiana, 1931, pp. 197-203. - Per la flora finlandese v. in particolare: A. Palmgren, Hippophaë rhamnoides auf Åland, Helsinki 1912; id., Zur Kenntnis des Florencharakters des Nadelivaldes, Helsinki 1922; A. K. Cajander e Y. Ilvessalo, Über Waldtypen, II, Helsinki 1921; K. Teräsvouri, Wiesenuntersuchungen, Helsinki, I (1926), II (1927); H. Warén, Unters. über sphagnumreiche Pflanzengesellschaften der Moore Finnlands, Helsinki 1926; Y. Ilvessalo, Suomen Metsät (The forest of Suomi, Finland), Helsinki 1927.
Ordinamento dello stato.
Costituzione. - Secondo la costituzione del 17 luglio 1919, la Finlandia è retta a repubblica. Il presidente, eletto per sei anni a maggioranza assoluta da 300 elettori designati dal suffragio universale, rappresenta lo stato nelle sue relazioni estere, nomina i ministri, che devono godere la fiducia della camera, e i funzionarî, è il capo dell'esercito, ha la facoltà di promulgare ordinanze (decreti-legge) e di sciogliere la camera, e sanziona le leggi, le quali però entrano in vigore anche senza la sua sanzione quando la camera le abbia approvate una seconda volta dopo nuove elezioni. La camera (Eduskunta) è composta di 200 membri eletti ogni tre anni col sistema proporzionale per suffragio generale, segreto e diretto. Sono eleggibili ed elettori tutti i cittadini dei due sessi, che abbiano almeno 24 anni di età, che paghino una certa tassa o siano mogli di contribuenti. Il potere esecutivo è esercitato, in unione col presidente, dal Consiglio di stato, costituito da 11 ministri, di cui uno ha il titolo di ministro di stato e la presidenza. Il Consiglio di stato può infirmare la validità di un atto del presidente della repubblica che giudichi incostituzionale. Una istituzione caratteristica della costituzione finlandese è la carica del cancelliere di giustizia (Oikeushansleri), giurista che fa parte del consiglio di stato e vigila sulla legalità dei provvedimenti deliberati e sull'osservanza delle leggi da parte dei funzionarî, dei ministri e financo del presidente della repubblica; funzioni simili ha il delegato di giustizia, eletto dalla camera; tanto l'uno quanto l'altro possono proporre alla camera la messa in stato di accusa, davanti all'Alta corte, del presidente della repubblica e dei ministri. La corte suprema, oltre ad essere la più alta istanza giudiziaria, sorveglia l'amministrazione della giustizia, e similmente agisce nel campo della giustizia amministrativa la corte suprema amministrativa; le due corti possono richiedere al presidente della repubblica di promuovere quelle misure legislative che esse giudicano necessarie. Alla camera spetta l'approvazione del bilancio; ma per controllare i conti del tesoro sono designati dagli elettori cinque revisori con i loro supplenti. Lingue ufficiali a pari titolo sono il finnico e lo svedese; la lingua unica di comando per l'esercito è il finnico. Le isole Åland hanno una larga autonomia, garantita dalla Società delle Nazioni.
Forze armate. - Esercito. - Dopo la rivoluzione russa la Finlandia costituì formazioni volontarie clandestine, che, all'atto della proclamazione dell'indipendenza, raggiungevano la forza di circa 30.000 uomini. Queste unità formarono il nucleo iniziale delle forze che combatterono vittoriosamente (col concorso di 12.000 Tedeschi) nel gennaio-maggio 1918 contro l'esercito bolscevico, raggiungendo la forza massima di circa 80.000 uomini. Nell'estate 1918 fu dato assetto stabile all'esercito, che comprende ora una forza bilanciata di circa 2000 ufficiali e 22.000 sottufficiali e truppa. Comandante supremo dell'esercito è, nominalmente, il presidente della repubblica, che ne delega, in tempo di pace, il comando al generale comandante dell'esercito attivo e l'amministrazione al Ministero della difesa; in tempo di guerra, il comando ad un generale di sua scelta. Le forze armate di terra comprendono l'esercito regolare e la guardia civica. L'esercito regolare si compone dell'esercito di linea (attivo: militari di carriera e una classe alle armi; riserva: prime otto classi in congedo) e della riserva (rimanenti classi vincolate dall'obbligo di servizio militare; esentati dalla ferma; premilitari dal 17° al 21° anno, e rimandati). L'obbligo di servizio militare di pace dura dal 21° al 52° anno di età; la ferma è di 12 mesi per la fanteria, di 15 mesi per le altre armi e per i sottufficiali di fanteria. Sono esenti dal servizio armato coloro che, per convinzioni religiose, preferiscono di compiere sei mesi di ferma in più di quella ordinaria in servizî di interesse militare. All'istruzione delle riserve si provvede mediante richiami alle armi, complessivamente non superiori a 63 giorni. L'esercito attivo è ordinato su tre divisioni, variamente costituite, e comprende: fanteria, 27 brigate (9 reggimenti) di fanteria di linea, 3 battaglioni (1 brigata) cacciatori, 3 brigate ciclisti, 1 compagnia presidiaria, 4 compagnie divisionali; cavalleria, 8 squadroni ordinari e 2 di mitragliatrici pesanti (in totale 1 brigata di 2 reggimenti), 1 squadrone di rimonta; artiglieria, 4 reggimenti da campagna, 1 reggimento pesante, 3 reggimenti e 1 gruppo autonomo da costa; truppe tecniche, 1 brigata zappatori pontieri, 1 brigata treno e sanità, 4 compagnie collegamenti; 4 compagnie lanciabombe; 1 compagnia carri d'assalto (per l'aviazione militare v. qui sotto). La guardia civica è una milizia volontaria militarmente organizzata, destinata a concorrere con l'esercito nei varî compiti di pace e di guerra e ripartita in 22 zone territoriali. Essa si compone di circa 100.000 uomini.
Marina da guerra. - La marina da guerra finlandese, sorta in seguito alla proclamazione della repubblica, è costituita da unità ex russe pronte o in costruzione per conto della marina russa nei cantieri finlandesi nel 1918, da unità comprate all'estero (Italia, Inghilterra), e da nuove costruzioni affidate a cantieri nazionali. La marina militare conta: 2 cannoniere corazzate da 4000 t. e 15 nodi, armate con 4 cannoni da 254, in costruzione a Turku (1930); 4 cannoniere (di cui 2 posamine) di 350 t. e 15 nodi; 2 posamine da 700 t. e 10 nodi, una ventina di dragamine da 10 t.; 2 torpediniere ex-russe varate nel 1900, da 260 t. e 26 nodi; 2 mas da 12 t. e 26 miglia, comprati in Italia nel 1918; 2 mas da 40 nodi, comprati nel 1928 in Inghilterra; 2 mas in costruzione a Turku (1930); 4 sommergibili (3 da 450 tonn. e 1 da 100 t.) in costruzione a Turku e Helsinki (1930).
La marina finlandese non ha potuto servirsi dell'esperienza di ufficiali finlandesi in servizio nella marina russa, non essendo obbligatorio in Finlandia il servizio militare sotto la bandiera russa. I primi ufficiali finlandesi sono stati pertanto istruiti all'estero (Italia, Inghilterra, Francia), mentre attualmente provengono dalla scuola navale istituita in Finlandia. Gli effettivi della marina sono di 50 ufficiali e 1250 sottocapi e comuni.
Aviazione militare. - L'aeronautica militare della Finlandia è unificata, ed è alle dirette dipendenze del comandante supremo della difesa. Il comando delle forze aeree è a Helsinki e ne fanno parte una squadra di apparecchi terrestri, una squadra d'idrovolanti e un centro d'istruzione. La squadra di apparecchi terrestri comprende tre squadriglie di aeroplani di cui due da ricognizione e una da caccia, dislocate tutte sul campo ad Iitti. Ogni squadriglia è composta normalmente di 12 apparecchi. La squadra d'idrovolanti comprende 4 squadriglie di idrovolanti da ricognizione dislocate a Viipuri, Sortavala, Hamina. Con gli apparecchi da ricognizione si provvede anche al bombardamento leggiero. Il centro d'istruzione comprende due scuole d'aviazione: una terrestre ad Iitti ed una marittima a Helsinki. La forza totale degli apparecchi è di circa 120, mentre quella del personale è di oltre 200 piloti. L'aviazione militare finlandese impiega diversi tipi di apparecchi, quasi tutti stranieri. Gli apparecchi da caccia vengono costruiti su licenza nella fabbrica di stato di Hamina, che ha un centinaio di operai e costruisce fino a 10 apparecchi al mese.
A fianco dell'aviazione militare e in stretta collaborazione con essa esiste una Lega di difesa aerea, che ha lo scopo di diffondere l'idea aeronautica, di mantenere in allenamento i piloti ex-militari e di crearne di nuovi. La lega ha circa 7000 soci ed è suddivisa in 35 sezioni sparse per tutto il territorio.
Culti. - In Finlandia vi è piena libertà di culto per ogni religione o confessione religiosa. Su tutte ha l'assoluta prevalenza per numero di adepti la chiesa nazionale di Finlandia, che è chiesa di stato e come tale è alle dipendenze del presidente della repubblica e del ministro dell'Istruzione pubblica. La chiesa nazionale è, in dottrina, evangelico-luterana e raccoglie la quasi totalità della popolazione: circa tre milioni e mezzo di fedeli distribuiti in quattro vescovati (Oulu, Porvoo, Tampere, Viipuri) e in un arcivescovato (Turku). Vi sono inoltre circa 10.000 protestanti aderenti ad altre confessioni e 60.000 ortodossi organizzati nell'arcivescovato di Viipuri. I cattolici, che nel 1917 vennero organizzati in vicariato apostolico con residenza principale a Helsinki, sono per la maggior parte discendenti di soldati polacchi che, dopo aver fatto il servizio militare in Finlandia, finirono per stabilirvisi; raggiungono a mala pena i 2000. Uguale numero, a un dipresso, è dato dagli ebrei.
Finanze. - I principali cespiti di entrata della Finlandia erano nell'anteguerra i dazî doganali e le altre imposte indirette, e i profitti delle imprese di stato; nel dopo guerra si sono aggiunte le imposte dirette sul reddito e sulla proprietà che hanno assunto in pochi anni una grande importanza, pur non superando il gettito delle dogane. Le spese principali sono quelle incontrate per il culto e la istruzione pubblica, la difesa e il servizio del debito pubblico.
L'unità monetaria è dal 1° gennaio 1926 il marco oro (markka) diviso in 100 penni, la cui parità è fissata a 39,70 per dollaro. A tale data infatti, in seguito a un'attiva politica di stabilizzazione condotta dalla Banca centrale, la Finlandia, che dal 1917 in poi aveva dovuto ricorrere più volte ad emissioni di carta moneta per fronteggiare l'aumento di spese inerenti alla sua nuova posizione di indipendenza politica, tornò al gold standard. Nell'ottobre 1931, per l'anormale situazione del mercato monetario in seguito alla crisi della sterlina, il gold standard è stato però sospeso fino al 1° maggio 1932. La Banca di Finlandia, fondata nel 1911, è una banca di stato, posta sotto il controllo del parlamento; ha l'esclusività dell'emissione e l'obbligo di coprire integralmente la sua circolazione con oro e divise estere, oltre a un diritto di emissione supplementare per 1200 milioni. Al 31 dic. 1931 i biglietti in circolazione erano 1293 milioni di marchi e la riserva 717 (304 in oro e 413 in divise estere). Il debito pubblico alla stessa data era di 3242 milioni di marchi, per la maggior parte di debito estero.
Istruzione pubblica. - L'istruzione è accuratissima e diffusa: obbligatoria è l'elementare dal 9° al 13° anno. Al censimento 1920 soltanto l'1% della popolazione non sapeva leggere né scrivere. Il numero degli analfabeti si fa sensibile nella Carelia e nell'estremo nord. Nel 1924-25 esistevano circa 10.000 classi primarie con 330.000 allievi, oltre 73 preparatorie e 9 scuole per minorati. Alla preparazione dei maestri provvedono 6 seminarî (4 finlandesi, 2 svedesi) con 1561 iscritti. Le scuole secondarie (superiori, inferiori, popolari) erano 337 con quasi 80.000 studenti. Ci sono inoltre tre università (una a Helsinki e due a Turku), due accademie di commercio, un politecnico con 4549 studenti, 359 istituti di vario tipo, per l'insegnamento professionale, con 15.439 allievi.
Storia.
Le prime esatte notizie sulla Finlandia datano dalla metà del sec. XII. Nel 1157 il re svedese Erik il Santo entrò con una crociata nello Esterland (Österland) e vi trovò un gruppo di tribù finlandesi non ancora unite in uno stato unico, che avevano preso il posto dei Lopari, primitivi abitanti di quel paese, occupando i luoghi intorno al lago Ladoga e al golfo di Finlandia. I Finlandesi si sottomisero al re Erik, e furono battezzati dal vescovo Enrico che era venuto con lui: da quest'epoca la storia della Finlandia si fonde con quella della Svezia. Nel 1242 i Finlandesi, entrati a far parte dell'esercito svedese, assalirono la vicina città russa di Novgorod, che confinava con le loro terre; ma furono vinti dal principe Alessandro Nevskij sulla Neva. Sennonché questa sconfitta fu poi compensata dalla seconda marcia su Novgorod, nella quale le truppe finno-svedesi vinsero i Russi e s'impadronirono della Carelia sudoccidentale, edificando la fortezza di Viborg a difesa dei confini. La guerra fra gli Svedesi e i Russi continuò ininterrotta fino al 1323, quando il re Magnus Ericson concluse un trattato di pace con gli abitanti di Novgorod. Dalla seconda metà del sec. XIV, i Finlandesi ottengono un po' alla volta tutti i diritti che prima erano accordati solo ai veri Svedesi: nel 1362 hanno il diritto di prendere parte all'elezione del re, e da paese assoggettato la Finlandia diventa così parte del regno svedese ed è governata secondo il diritto feudale. Verso la fine del sec. XIV il re di Svezia Alberto diede la Finlandia in proprietà al giudice supremo Grin, per tutta la durata della sua vita. Dopo l'unione di Calmar (20 luglio 1397), che riunì in uno stato solo la Danimarca, la Norvegia, e la Svezia, e stabilì praticamente la supremazia della Danimarca, anche la Finlandia subì l'influenza di quest'ultimo stato e riconobbe la regina Margherita di Danimarca quale regina propria. Sotto il successore di Margherita, Erik di Pomerania, la Finlandia, allora divisa in 6 provincie (Åland, Satakunta, Nyland, Tavastland, Carelia occidentale e Finlandia propriamente detta), fu fornita di un tribunale bene organizzato e fu divisa in regolari distretti amministrativi.
Tutti gli alti uffici amministrativi e giudiziarî erano dati a Svedesi, e svedese era la lingua dello stato. Fino al 1435 soltanto i nobili avevano il diritto di eleggere i rappresentanti al parlamento (Herredagarna). Scoppiato nella Svezia un moto per l'indipendenza dalla Danimarca, verso il 1430 la Finlandia ne seguì l'esempio; a capo degl'insorti finlandesi si pose Carlo Knutsson, finlandese di nascita e reggente della Finlandia, che godeva molta influenza anche nella Svezia, e che nel periodo d'anarchia susseguente (1434-1470) fu parecchie volte governatore anche della Svezia (non mancarono persino tentativi di eleggerlo a re di Svezia). Dopo la sua morte (1470), la reggenza della Svezia e della Finlandia, passa alla famiglia svedese Sture. Sotto la reggenza di Steno Sture (1495-1497) i Russi invasero le terre finlandesi e devastarono il circondario di Viipuri. Una pace assai vantaggiosa per i Russi fu conclusa a Novgorod. Steno Sture iunior perì nel 1520 durante la guerra contro Cristiano II di Danimarca, che nuovamente riunì la Svezia alla Danimarca.
Ma, scioltasi la Svezia dall'unione con la Danimarca, la Finlandia rimase unita con il regno svedese; e proprio sotto Gustavo Vasa la Riforma protestante penetrò nel paese. Fin dal tempo del vescovo Enrico, morto martire della fede, il cristianesimo si era molto diffuso. Nel 1220 era stata istituita in Åbo (Turku) una sede vescovile, occupata dal vescovo Thomas, inglese di nascita, i cui successori si segnalarono quali ferventi propagatori del cristianesimo. Ma Michele Agricola, figlio di un pescatore finlandese, divenuto vescovo di Åbo circa la metà del sec. XVI, favorì il protestantesimo: per primo, volle che la messa fosse celebrata in finlandese, e a tale scopo egli tradusse tutta una serie di libri ecclesiastici, ponendo con ciò le basi della letteratura finlandese. Durante il regno di Gustavo Vasa, il figlio di lui, Giovanni, fu messo a capo della Finlandia, ottenendo il titolo di duca: ma da questo momento, parallelamente alla diffusione del protestantesimo, s'inizia nella Finlandia un moto di riscossa per liberarsi dall'influenza della Svezia. Dopo la morte del re Gustavo (1560), scoppiò una lotta fra i suoi figli, Erik XIV re di Svezia e Giovanni duca di Finlandia, la quale finì con la sconfitta di Giovanni. Ma quando Giovanni divenne anch'egli nel 1568 re di Svezia, ricordando i servigi della nobiltà finlandese accordò a questa grandi privilegi, elevando in pari tempo la Finlandia a granducato. Sigismondo, figlio di Giovanni, eletto nel 1587 re di Polonia, diventò nel 1592, dopo la morte del padre, re di Svezia; egli si mostrò ardente protettore del cattolicesimo, provocando un vivo malcontento tra i Finlandesi e gli Svedesi; e poiché Carlo, duca di Sudermania, fratello di Giovanni, e luogotenente di Sigismondo, era invece un fervente protestante, si venne a lotta fra zio e nipote. I Finlandesi erano discordi: la nobiltà, la quale sperava di assumere il governo del paese grazie alla lontananza del re, era per Sigismondo; mentre il resto della popolazione era per il duca Carlo. Vinse la nobiltà, capeggiata dal luogotenente della Finlandia, Klas Flemming: e la Finlandia per un certo periodo si staccò, di fatto se non di nome, dalla Svezia. La nobiltà incominciò a opprimere il popolo, provocando la cosiddetta guerra dei randelli (Nuijasota = Klubbekriget, 1596-1597); ma i contadini furono domati. Solo nel 1599 Carlo, diventato re, riuscì a domare la nobiltà finlandese, che da questo momento si fuse con la nobiltà svedese.
Il principio del sec. XVII segnò invece un rafforzamento del potere centrale svedese con Gustavo Adolfo (1611-1632). S'introdussero riforme amministrative e finanziarie; venne riorganizzato il parlamento (Riksdag), al quale erano ammessi i rappresentanti delle quattro classi della popolazione. Nel 1616 il re convocò una dieta finlandese a Helsinki. Le guerre ininterrotte con la Russia, che dopo il trattato di Stolby aveva ceduto la regione di Kexholm (Käkisalmi) alla Svezia, e la partecipazione alla guerra dei Trent'anni, sotto la condotta del maresciallo finlandese Karl Horn, esaurirono le finanze del paese. Verso la metà del sec. XVII, la reggenza costituita durante la minore età della regina Cristina, volendo risanare le finanze, diede alla Finlandia il governatore Per Brahe, che governò saggiamente e fondò (1640) l'università di Åbo (Turku); l'opera riformatrice fu proseguita anche da Carlo XI (1660-1697), che promosse la riforma fondiaria. Appoggiato dai contadini, dai cittadini e dal clero, egli espropriò i grandi latifondi della nobiltà. Nello stesso tempo fu introdotto il sistema dell'acquartieramento dell'esercito (v. sotto). Alla fine del regno di questo re si ebbe una grande carestia, che causò la morte di un quarto della popolazione della Finlandia. Appena rimessasi, la Finlandia dovette prender parte alla guerra nordica contro la Russia. Nel 1714 tutta la Finlandia era in mano dei Russi; dopo la pace di Nystad (1721), l'Ingria, la regione di Kexholm (Käkisalmi) e la città di Viborg (Viipuri) passarono definitivamente alla Russia. La politica del governo oligarchico, che dopo la morte di Carlo XII (1718) assunse il potere, divise gli Svedesi in due partiti. Uno di questi, il partito dei "berretti" domandava un pacifico vicinato con la Russia, mentre il partito dei "cappelli" voleva la rivincîta. Anche nella Finlandia svedese esistevano gli stessi due partiti, ma il patriottismo attenuava i loro contrasti. Nel 1734 fu introdotto anche in Finlandia il nuovo diritto civile, secondo la legislazione svedese, che vigeva ancora quando nel 1919 il paese passò al regime repubblicano. Ma durante la lotta fra i "berretti" ed i "cappelli" s'iniziò nella Finlandia un movimento separatista dalla Svezia. Già l'imperatrice Elisabetta di Russia, durante la guerra russo-svedese, aveva rivolto un proclama ai Finlandesi, col quale prometteva loro l'autonomia, a condizione di sottomettersi alla Russia. Questo proclama non ebbe successo; ma nel 1743 la pace di Åbo (v.) diede alla Russia nuove terre finlandesi al nord del fiume Kymi.
La separazione dalla Svezia doveva avvenire invece nel periodo napoleonico. L'incontro di Tilsitt tra Napoleone e Alessandro di Russia nel 1807 mutò le sorti della Finlandia. Il re svedese Gustavo Adolfo IV non volle entrare nell'alleanza franco-russa contro l'Inghilterra; e così, cominciata la guerra contro la Svezia, l'imperatore Alessandro ottenne da Napoleone la promessa di favorire la separazione della Finlandia dalla Svezia a vantaggio della Russia. Privo dell'aiuto dell'esercito svedese, l'esercito finlandese sotto il comando dei generali Adlercreutz, Sandels e Döbeln, dovette ripiegare: il 4 maggio 1808 la fortezza di Sveaborg (Viapori, oggi Suomenlinna) capitolò e la Finlandia meridionale e centrale fu occupata dall'esercito russo. Nel settentrione l'esercito nazionale oppose invece una tenace resistenza ai Russi; ma, dopo la terribile sconfitta di Oravaimen, le sorti della Finlandia furono decise definitivamente. L'imperatore Alessandro, volendo conservare l'organizzazione storica e tradizionale del paese, chiamò a sé deputati scelti fra la nobiltà, il clero, i cittadini e i contadini, affinché esprimessero la loro opinione sui bisogni del paese. Dopo conferenze preliminari, che ebbero luogo a Pietroburgo fra questi deputati e i rappresentanti del governo russo, fu convocata la dieta finlandese nella città di Borgå (Porvoo), inaugurata il 16 marzo 1809 dallo stesso imperatore Alessandro; essa riconobbe come granduca di Finlandia lo zar, che da parte sua promise di osservare la costituzione finlandese, rispettando la religione, le leggi e le libertà del paese. Il 17 settembre 1809 fu conclusa la pace di Fredrikshamn (Hamina), per cui la Svezia dovette cedere alla Russia tutta la Finlandia e le terre della Botnia Occidentale fino ai fiumi Tornio e Muonio. La dieta elaborò quattro progetti di legge: sull'esercito, sulle imposte, sulla moneta e sull'istituzione di un consiglio governativo. Ma i suoi desiderî non furono esauditi tutti. Il sistema dell'acquartieramento dell'esercito fu conservato, le città e i villaggi s'impegnavano con contratto di mantenere costantemente un certo numero di soldati, ai quali davano abitazione e un pezzo di terreno; i soldati prestavano il loro servizio militare soltanto in estate. Il ricavato delle imposte ed il tesoro preesistente dovevano essere spesi soltanto per i bisogni della Finlandia. Quale unità monetaria fu accettato il rublo russo. Il 6 agosto 1809 fu istituito il consiglio governativo, quale organo supremo amministrativo, che nel 1816 fu trasformato in imperiale senato finlandese. Nel 1811 fu fondata la Banca di Finlandia. Sotto il regno di Alessandro I la dieta non fu più convocata, e non lo fu nemmeno sotto il regno di Nicola I. Solo nel 1856 l'imperatore Alessandro II, presiedendo a una seduta del senato finlandese, propose tutta una serie di riforme, l'attuazione delle quali esigeva, secondo la legge, la partecipazione dei delegati di tutte le terre finlandesi: e così il senato votò la convocazione della dieta. Nel settembre 1863, dopo il compimento di lavori preliminari da parte di una commissione speciale composta di 12 membri per ogni classe, fu aperta con grande solennità la dieta finlandese a Helsinki, che nel 1821 aveva sostituito Åbo (Turku) come capitale. La dieta del 1863 attuò tutta una serie di riforme nel campo dell'istruzione pubblica, delle finanze, del servizio militare e del reggimento interno del paese; e da allora si riunì regolarmente ogni 5 anni, essendole riconosciuto il diritto di elaborare leggi nuove; ma verso il 1880 la Finlandia sentì gli effetti del nuovo orientamento della politica russa, che tendeva a trattare la Finlandia alla stregua degli altri paesi dell'Impero russo.
L'avvento di Alessandro III al trono per l'uccisione di Alessandro II (13 marzo 1881) segnò, col prevalere della camarilla reazionaria, l'inizio di una nuova politica diretta a soffocare la tendenza separatista del granducato. Tale programma ebbe il massimo sviluppo in seguito con Nicola II, e con la nomina del generale N. I. Bobrikov a governatore generale della Finlandia (1898). In seguito al rifiuto della dieta finlandese di modificare la legge di reclutamento in modo da conformarla a quella russa, il manifesto imperiale del 15 febbraio 1899 trasformava la dieta in un semplice consesso consultivo. Le proteste dei rappresentanti della Finlandia e una petizione sottoscritta da 500 mila Finlandesi non ebbero alcun risultato; ché anzi fu nominato a segretario di stato il conte von Plehwe. Nel 1901 fu sciolto l'esercito finlandese, furono sospese le garanzie costituzionali e finalmente il 9 aprile 1903 il generale Bobrikov ebbe poteri dittatoriali. La lotta però continuava e il 16 giugno 1904 Bobrikov veniva ucciso da E. Schauman. Durante i moti rivoluzionarî di tutta la Russia, i Finlandesi con maggiore energia ripresero l'agitazione per la riconquista dei diritti conculcati; e il movimento culminò nello sciopero generale politico durato dal 30 ottobre al 6 novembre 1905. Il governo russo, indebolito anche dalle sconfitte riportate in Estremo Oriente, dovette piegarsi a ristabilire l'ordinamento costituzionale. Fu convocata anzi una dieta straordinaria, che sostituì all'antica rappresentanza degli stati una camera eletta a suffragio universale; le riforme furono sanzionate dallo zar il 20 luglio 1906. La dieta nominata in base alle nuove leggi risultò però dominata dai partiti radicali, il che portò ad un nuovo conflitto col governo russo, in cui, con l'avvento di Stolypin, cominciavano a prevalere di nuovo le tendenze russificatrici. Il governatore generale Gerard, di tendenze liberali, fu sostituito dal gen. F. Seyn, che era stato segretario di Bobrikov; e la politica panslavista fu appoggiata dalla Duma, che il 30 giugno 1910 approvò una legge, con cui si veniva in pratica ad abolire l'autonomia della dieta finlandese. Essendosi poi questa rifiutata di collaborare alla politica di russificazione, veniva sciolta.
Durante la guerra mondiale, una gran parte dei Finlandesi auspicava la vittoria della Germania, temendo che un successo della Russia fosse causa di nuove oppressioni: mentre solo 2000 Finlandesi combattevano volontariamente nelle file dell'esercito russo, un numero uguale, riuscito a passare all'estero, formava in Germania un corpo di cacciatori finlandesi, che, incorporato nei cacciatori prussiani, combatterono nel 1916 in Curlandia.
Il governo provvisorio russo, costituito dopo l'abdicazione di Nicola II, restaurò il regime parlamentare in Finlandia; il senato russificato fu sostituito da un senato provvisorio costituito di 6 socialisti e 6 rappresentanti dei partiti borghesi, sotto la presidenza del socialista O. Tokoi, mentre a presidente della dieta era nominato il socialista Kullervo Manner. Mentre la socialdemocrazia mostrava tendenze russofile, la borghesia, impaurita dai progressi dei socialisti, si mostrava sempre più orientata verso la completa indipendenza della Finlandia. E poiché anche la socialdemocrazia chiedeva una completa autonomia nelle questioni interne, mentre era disposta a riconoscere l'autorità russa in materia di politica estera e negli affari militari, la dieta approvò il 18 luglio 1917 una legge che stabiliva la propria competenza esclusiva circa la legislazione interna, le tasse e le dogane. Ciò portò ad un conflitto col governo provvisorio russo, che sciolse la dieta e indisse nuove elezioni: nella nuova dieta, i partiti borghesi ebbero la maggioranza. Intanto in Finlandia la carestia si faceva sentire, i prezzi aumentavano ogni giorno e dal marzo 1917 al febbraio 1918 gl'incessanti scioperi minacciavano l'esistenza stessa della nazione. Con l'avvento dei bolscevichi al potere (novembre 1917), mentre nelle file della socialdemocrazia finlandese prendevano il sopravvento gli estremisti, i partiti borghesi facevano ogni sforzo per raggiungere la completa separazione dalla Russia: il 6 dicembre 1917 dieta e senato approvarono la dichiarazione di indipendenza, proposta da P. E. Svinhufvud. Gli estremisti socialisti progettarono, sotto l'influsso dei bolscevichi, di impadronirsi del potere per instaurare la dittatura del proletariato; ma, all'istituzione delle "guardie rosse", la borghesia rispose organizzando le "guardie bianche" comandate dal generale barone G. Mannerheim. Poiché però le forze bianche non riuscivano a battere le guardie rosse, fu invocato l'aiuto della Svezia, che rifiutò, e poi della Germania, che inviò un corpo di 12.000 uomini comandati dal generale prussiano conte Rudiger von der Goltz. I Tedeschi sconfiggevano i rossi a Lahti (30 aprile-2 maggio 1918), e Mannerheim a sua volta li batteva a Viipuri (28-29 aprile) e il 16 maggio entrava in Helsinki, occupata dai Tedeschi sin dal 13 aprile. I resti dell'esercito rosso furono respinti in Russia; in Finlandia la repressione fu implacabile, e molte migliaia di persone vennero uccise. I socialisti furono cancellati dalle liste elettorali e la nuova dieta, che si riunì nel giugno 1918, fu costituita di conservatori. Essa nominò reggente P. E. Svinhufvud che, deportato in Siberia nel 1914, era tornato nel 1917 con accoglienze trionfali. Il senato il 9 ottobre 1918 offriva la corona al principe Federico Carlo d'Assia, cognato di Guglielmo II. Ma le sorti della guerra mondiale costrinsero il principe a declinare l'offerta, mentre Svinhufvud doveva cedere il posto a Mannerheim (12 dicembre). Nel marzo 1919 le nuove elezioni portarono una maggioranza repubblicana; il 17 luglio 1919 fu proclamata la repubblica e il 25 luglio il prof. Kaarlo Juho Ståhlberg fu nominato presidente. Soltanto il 14 ottobre 1920 fu firmata a Tartu la pace coi Sovieti; la Finlandia otteneva con quel trattato uno sbocco nell'Oceano Artico con Petsamo (Petjenga); e il 16 dicembre la repubblica era ammessa a far parte della Società delle Nazioni. La questione circa l'appartenenza delle isole Åland (v.) turbò per qualche tempo le relazioni amichevoli con la Svezia; la controversia fu risolta dalla Società delle Nazioni, nel giugno 1921, in favore della Finlandia.
La pace di Tartu non mise completamente fine ai dissensi coi Sovieti, aggravati dalla rivolta contro il regime bolscevico dei Carelî, affini di razza ai Finni e in favore dei quali la Finlandia intervenne, chiedendo invano l'attribuzione della Carelia.
A cominciare dalle elezioni del luglio 1922, i comunisti, efficacemente aiutati dai Sovieti, fecero, in numero di 27, la loro prima comparsa nella dieta, soprattutto a spese dei socialisti. Il gabinetto, guidato dall'agrario Kyösti Kallio, fece approvare una legge in favore dei contadini non proprietarî; poi, di fronte alla minaccia comunista, più vivamente sentita per la vicinanza della Russia, fece sciogliere il partito comunista, sopprimerne i giornali e arrestarne i deputati. Furono necessarie nuove elezioni, indette nell'aprile 1924, che segnarono una notevole perdita pei comunisti a profitto dei socialdemocratici. Il 16 febbraio 1925 veniva eletto presidente Lauri Relander candidato degli agrarî. I partiti di destra chiedevano provvedimenti più rigorosi contro la propaganda comunista; e una legge a tal fine fu approvata sul finire del 1929 con debole maggioranza. Il partito comunista, dichiarato illegale dalla corte suprema nel 1923, si era ricostituito col nome di "partito operaio e dei piccoli proprietarî" e alle elezioni del 1929 aveva conquistato 23 seggi alla dieta; da ciò ebbe origine il "movimento lappista", così chiamato dal villaggio di Lapua (sved. Lappo, nella provincia di Vasa) dove ebbe inizio nei primi di giugno 1930, sotto la guida di Vihtori Kosola, che durante la guerra mondiale combatté nelle file tedesche e poi, sotto Mannerheim, contro le guardie rosse. I lappisti iniziarono una violenta campagna contro i comunisti e l'11 giugno presentarono al presidente della repubblica un memoriale per la totale proibizione di ogni attività bolscevica. La dieta, convocata in sessione straordinaria per approvare le misure richieste dai lappisti, non riunì la maggioranza di due terzi che la costituzione esige per la modifica delle leggi fondamentali: il governo di destra sotto la presidenza dello Svinhufvud, che era succeduto all'agrario Kallio, ottenne lo scioglimento della dieta, dopo che 12 mila lappisti avevano fatto una marcia dimostrativa su Helsinki (7 luglio 1930). La nuova dieta eletta il 1 e 2 ottobre 1930 diede la maggioranza necessaria all'approvazione delle leggi. Il 16 febbraio 1931 fu eletto presidente lo Svinhufvud, candidato di destra, con 159 voti contro 141 dati al candidato liberale, l'ex-presidente Ståhlberg.
Bibl.: Oltre gli scritti pubblicati in Historiallinen Arkisto (Archivio storico); J. Ailio, Die steinzeitlichen Wohnplatzfunde in Finnland, Helsinki 1909; A. Hackman, Die ältere Eisenzeit in Finnland, I, Helsinki 1905; Y. Koskinen, Finnische Geschichte, Lipsia 1874; H. G. Porthan, M. Pauli Juusten, Chronicon Episc. Finlandensium, Åbo 1784-1800; A. I. Arwidsson, Handlingar till upplysning af Finlands häfder (Documenti per la storia della Finlandia), Helsinki 1846-58; O. A. Forsström, Suomen keskiajan historia (Storia della Finlandia nel Medioevo), Jyväskylä 1898; K. Grotenfelt, Suomen historia uskonpuhdistuksen aikakaudella (Storia della Finlandia durante la Riforma), Helsinki 1902; M. G. Schybergson, Finlands historia, Helsinki 1903; J. R. Danielsson, Suomen sota ja sotilaat 1808-1809 (La guerra finlandese del 1808-1809), Helsinki 1896; id., Finnlands Vereinigung mit dem russischen Reiche, Helsinki 1891; L. Mechelin, Das Staatsrecht des Grossfürtenthums Finnland, Friburgo in B. 1889; Pro Finlandia, Stoccolma 1899; Ignatius e Soikkeli, La guerre d'indépendance en Finlande, 1918, Helsinki 1925; Finland, the Country its People and Institutions, Helsinki 1927; La repubblica di Finlandia, Firenze 1922; A. Pavolini, L'indipendenza finlandese, Roma 1928.
Folklore.
Scarse le sopravvivenze di antichi usi e costumi finnici. L'abito nazionale è presso che scomparso e delle antiche usanze sopravvive sola, tenace e diffusa in tutte le campagne, la sauna, la stanza per il bagno a vapore, separata dall'abitazione. Nella sauna vanno a sgravarsi le puerpere, vi cercano sollievo e guarigione gli ammalati. Ma nella copiosissima letteratura popolare, nei canti epici, lirici, magici, nelle novelle, nei proverbî e negl'indovinelli è un immenso tesoro di tradizionismo, come può avvertire chiunque scorra il Kalevala (v.), prezioso documento anche per le più antiche forme di religione e di magia, per le figure degli dei e degli spiriti, per le formule di scongiuri e di esorcismi del paganesimo. Nessun'altra nazione eguaglia la finlandese nell'amore per la tradizioni popolari, nello zelo dei raccoglitori e anche nella ricchezza dei materiali folkloristici. Essendole mancata per lunghi secoli, per ragioni storiche, una letteratura nella lingua nazionale, soppiantata durante il Medioevo e quasi sino alla metà del secolo scorso dal latino e dallo svedese, la Finlandia ha cercato, e trovato, il suo maggiore e più profondo alimento spirituale negli antichi canti e nelle vecchie leggende tramandate oralmente attraverso i secoli, tenacemente conservate dai laulajat (cantori) e runojat (poeti). È noto come la pubblicazione del Kalevala (1835) segna l'inizio della nuova letteratura finnica.
Ai tentativi isolati di raccolte di canti (il primo runo magico, l'esorcismo dell'orso, apparve nel 1675) e di proverbî (H. Florinus, 1792) seguì, verso la metà del sec. XVIII, il movimento ordinato e consapevole dei "fennofili", intenti allo studio della lingua, delle antiche tradizioni, della storia nazi0nale: Daniel Juslenius (1676-1752), il grande pioniere H. G. Porthan (De poësi fennica, 166-1778), E. Lencquist (De superstitione veterum Fennorum, 1782) e Chr. Ganander (Mythologia fennica, 1789).
Le ricerche e le raccolte si intensificano dopo l'unione della Finlandia alla Russia come granducato autonomo (1809): alla realizzazione degli ideali dei "fennomani" furono aperte possibilità sino allora vanamente sperate. L'opera di raccolta e illustrazione di I. Arvidsson, K. A. Gottlund (De proverbiis fennicis, 1818; 8ª ed., 1831-32), R. v. Becker (primo a tentare, col suo Wäinämöinen, del 1820, la fusione di più canti sullo stesso argomento in una specie di poema), Z. Topelius (padre del poeta), culmina nella feconda attività di Elias Lönnrot cui, oltre che il Kalevala, si devono le edizioni della lirica popolare (Kanteletar, 1829-31), degl'Indovinelli, dei Proverbî, dei Canti magici. Per merito della Società di letteratura finnica, le ricerche di altro materiale epico-lirico, soprattutto delle innumerevoli toisinnot ("varianti") dei canti kalevaliani, nonché dei racconti e novelle in prosa, sino allora relativamente trascurati, continuò nei decennî successivi. E i risultati furono meravigliosi. Oggi nell'archivio della società si conservano, ordinati, numerati e provvisti delle più minute indicazioni di provenienza, ecc., più di mezzo milione di documenti di canti, novelle, leggende, usi e costumi, notazioni musicali, ecc., tutto un tesoro folkloristico che non ha l'eguale nel mondo.
Custode e illustratore di gran parte di questo materiale è il professor Kaarle Krohn, figlio di Julius e continuatore dell'opera paterna, primo docente di folklore finnico e comparato nell'università di Helsinki, guida di numerosi discepoli, tra i quali ricordiamo Antti Aarne morto il 2 febbraio 1925.
Bibl.: Ricordiamo solo le opere principali: oltre alle pubblicazioni della Suomalaisen Kirjallisuuden Seura, la cospicua raccolta Suomi (a serie di 20 voll.: il vol. XII della serie 5ª è del 1931), il Suomalais-Ugrilaisen Seuran Aikakauskirja (Giornale della Società Ugrofinnica; voll. 44 sino al 1930) e i Toimituksia (Memorie, voll. 61 sino al 1931); le Finnisch-Ugrische Forschungen (il volume XX, 1929); la rivista Valvoja (poi Valvoja-Aika); il Kalevalaseuran Vuosikirja (Annuario della società del Kalevala, 1921 segg.); e particolarmente le Folklore Fellows Communications, edite da J. Bolte, K. Krohn, A. Olrik e C. W. Sydow, e pubblicate dalla Suomalainen Tiedeakatemia (Accademia finnica delle Scienze). Hj. Appelgren-Kivalo, Finnische Trachten aus der jüngeren Eisenzeit, Lipsia 1927; U. T. Sirelius, Les tapis finlandais, Helsinki 1924.
Lingua.
La maggior parte della popolazione della Finlandia (oltre 3 milioni) ha, come lingua materna, il finnico. Solo nella Finlandia meridionale, nella regione chamata Uusimaa (sved. Nyland), sulle coste della Botnia orientale e nei gruppi d'isole di Turku (Åbo) e di Ahvenanmaa (sved. Åland, v.) si trovano compatti nuclei di popolazione parlante lo svedese (poco meno di 400.000). Oltre al finnico e allo svedese, in Finlandia si parlano anche dialetti lapponi, da poco più di 2000 persone nella Lapponia finnica, e il russo da meno di 8000 persone nelle regioni sud-orientali, verso i confini della Russia (per lo svedese e il lappone v. svezia: Lingua; lapponia: Lingua).
Il finnico appartiene al gruppo delle lingue balto-finniche (ostseefinnische Sprachen dei linguisti tedeschi) che a loro volta sono una sezione delle lingue ugro-finniche (v.).
Le lingue balto-finniche si dividono in sei gruppi principali: 1. il finnico propriamente detto o suomi; 2. il carelio (v. carelia), con le assai prossime varietà di Olonec (Aunus) e dell'Ingria; 3. il vepso con l'affine lüdo; 4. l'estone (v. estonia); 5. il livone (v. livonia); 6. il voto. Tutte queste lingue balto-finniche postulano inequivocabilmente l'esistenza di una lingua finnica comune o protofinnica, dalla quale si sono venute staccando, in un'epoca relativamente recente, che coincide presso a poco coi primi secoli dell'era cristiana.
Come caratteristiche del protofinnico nel seno della famiglia ugro-finnica possiamo indicare brevemente le seguenti: 1. -m finale dà -n, per es. sydän (ma sydämen); 2. mt dà nt, per es. lunta da *lumta (cfr. nom. lumi, gen. lumen, ecc.); 3. la depalatalizzazione di ń e l′, che diventano n e l, per es. nuole- 〈 *ńüle-, cfr. ung. nyal, votiaco ńul, ecc. e liikku- 〈 *l'ikku-, cfr. sirieno l′ik-; 4. la riduzione di è ugro-finnico ad h, per es. happame- da *èappama-; cfr. mordv. èapáma; ungh. savanyú [pr. èåvåñu]. Questa riduzione è più recente dell'epoca in cui sono entrate nel protofinnico le parole baltiche, perché ricorre anche in queste, per es. protofinn. halla (suomi, carel., vot. halla, vepso hala, est. hall., halle, liv. åla) dal lit. szalnà (lettone salna); protofinn. hihna dal lit. sziksznà, ecc.; 5. la riduzione di ti ugro-finnico a si, per es. viisi (ma viite); anche questo mutamento è posteriore ai contatti finno-baltici, giacché le voci baltiche vi partecipano al pari delle ugro-finniche, per es. niisi (per *niiti), dal lit. nìtis; 6. il mutamento di z in h, per es. in miehen, gen. di mies (*miezen), a cui hanno partecipato anche alcuni dei più antichi elementi germanici, per es. finn. keihäs, dal germ. *gaizaz. Ricordiamo anche l'eccellente conservazione di un'alternanza consonantica (Stufenwechsel) esistente già nell'uralico comune (ugro-finnico + samoiedo).
Dal punto di vista lessicale, le lingue balto-finniche hanno conservato molto bene la maggior parte del patrimonio linguistico ugro-finnico, ma hanno anche assunto, nel corso dei secoli, una serie considerevole di prestiti dalle lingue dei popoli vicini. Ancora all'epoca dell'unità protofinnica, prima che i Finni (Suomalaiset) occupassero le attuali sedi, in una regione che si può con ogni verosimiglianza fissare press'a poco nell'Estonia attuale, i Protofinni vennero in contatto con popolazioni baltiche (indo-europee: v. baltiche, lingue), da cui ricevettero un notevole nucleo di parole importantissime, riferentisi sia alla famiglia (per es. f. morsian "fidanzata" dal lit. martì; f. nepaa- "cugino" dal lit. ant. nepatis, nepütis "nipote"; f. sisar "sorella" dal balt. seser-, cfr. lit. sisu, ecc.) sia alla casa, all'abbigliamento, alla caccia, alla pesca, ecc. Questi scambî devono essere avvenuti nei primi due secoli anteriori all'era volgare. Di poco più recenti sono i prestiti entrati nel protofinnico dalle lingue germaniche; i più antichi risalgono al principio dell'era cristiana e provengono da una forma del germanico orientale più arcaica del gotico di Ulfila e assai prossima al germanico comune o protogermanico. Nei più antichi prestiti germanici, la quantità delle vocali germaniche è rispettata, i dittonghi ci si presentano sotto l'aspetto più arcaico (ed anche nei casi in cui l'antico nordico ha ridotto il dittongo a monottongo), ë, v, b, h, lϑ, ns, s sono sempre conservati in mezzo di parola, ecc. Le voci penetrate in questi tempi antichissimi dalle lingue germaniche si riferiscono pur esse a concetti importanti come a parti del corpo (vamma "difetto corporale, ferita" dal got. vamm), abitazione (lattia "pavimento" dal germ. *flatja, cfr. ant. nord. flet), diritto e organizzazione dello stato (finnico ruhtinas "duce, principe" da *druhtinaz, cfr. ant. nord. drottin, ant. alto ted. drohtin, truhtin), ecc.
Più recenti di questi antichi influssi germanici sono quelli dovuti alle lingue slave, che mostrano un'origine russa occidentale antica (pari a quella dei prestiti slavi nelle lingue baltiche indoeuropee). I contatti finno-slavi ebbero luogo fra il sec. IV e l'VIII d. C. e sono in parte dunque anteriori allo stabilimento dei Finni nell'odierna Finlandia.
Il finnico propriamente detto prende il nome di suomi (in origine nome di tribù e di un territorio abitato dalla medesima); oltre che nello stato di Finlandia è parlato da circa 30.000 Finni in Svezia (specialmente nella provincia Norrbotten e nei pressi di Gällivare), da circa 8000 nella Norvegia Settentrionale (specialmente nei distretti di Finnmark e Tromsö), da circa 130.000 Finni nell'U.R.S.S. (sia nell'Ingria e nel distretto di Leningrado, sia in Siberia e in altre regioni; la statistica del 1910 dava ben 122.500 Finni nel solo distretto di Pietroburgo) per tacere dei 300.000 Finni immigrati nell'America Settentrionale (Stati Uniti e Canada).
Il suomi distingue due principali varietà: una occidentale e l'altra orientale; l'occidentale, e più precisamente la varietà di Turku (Åbo), sta a base della lingua letteraria che ha cominciato ad affermarsi dopo l'introduzione in Finlandia della Riforma, nel sec. XVI, per mezzo delle traduzioni dei libri sacri iniziata da Michele Agricola (v. il paragrafo Letteratura).
Le differenze essenziali fra i dialetti occidentali e orientali possono essere ridotte in questo articolo alle seguenti: 1. finn. occ. alternanza intervocalica di t con d (δ, l, r, ???), mentre nel finnico orientale t alterna con 0 (= zero), per es. käte "mano", genitivo käden nella lingua letteraria (o käδen, kälen, kären, kä???en nei dialetti occidentali), ma nei dialetti orientali käen, käëen. 2. dial. occidentali (e lingua lett.) aa (a lunga), ää (ä lunga), dial. orientali °ä, eä, per es., lingua lett. e dial. occ. maa "terra", antaa "dare", dial. or. m°a, ant°a; lingua lett. e dial. occidentali pää "testa", elää "vivere", dial. orientali peä, eleä.
Il suomi, fra le lingue balto-finniche, si distingue per la sua arcaicità, per la buona conservazione dell'armonia vocalica (v.) e dell'alternanza consonantica. Oltre ai prestiti già entrati in epoca finnica comune (v. sopra) ha introdotto parecchi altri elementi germanici di origine nordica e più precisamente svedese e relativamente poche parole di origine russa. Per la ricchezza di vocali e di dittonghi, nonché per la frequenza delle sillabe aperte, l'armonia del finnico ricorda assai quella dell'italiano, l'accento tuttavia è sempre sulla prima sillaba di ogni parola.
Bibl.: La più antica grammatica finnica è quella di Eskil Petraeus, Linguae fennicae brevis institutio, Åbo 1649. Fra le grammatiche moderne ricorderemo solo: A. Ahlqvist, Suomen kielen rakennus (Struttura della lingua finnica), Helsinki 1877; E. N. Satälä, Suomen kielioppi, äänne ja sanaoppi (Gramm. finnica: fonetica e morfologia), 12ª ed., ivi 1930 e Suomen Lauseoppi (Sintassi finnica) 11ª ed., ivi 1926. Fra le molte grammatiche finniche ad uso degli stranieri (nessuna purtroppo in italiano) citeremo solo: I. Fábián, Finn nyelvtan, Pets 1859; J. Budenz, Rövid finn nyelvtan, Budapest 1873 (9ª ed. curata da J. Szinnyei, Budapest 1926) per gli Ungheresi: A. Rosenqvist, Lehr- u. Lesebuch d. finnischen Sprache, Lipsia 1925, per i Tedeschi (altre indicazioni presso E. Lewy, Ungar. Jahrbücher, XI, 1931, 434-440); E. U. Eliot, A finnish grammar, Oxford 1890, per gli inglesi. Fra i dizionarî, dopo aver ricordato che il più antico è il Lexicon latino-scandicum di Ericus Schroderus (1637), ci limiteremo a ricordare: G. Renvall, Lexicon linguae finnicae cum interpretatione duplici, Åbo 1826 e l'amplissimo Finsk-svenskt Lexicon di E. Lönnrot, Helsinki 1874-1886 (2 voll. e un suppl.). Fra i più moderni manuali sono raccomandabili: E. S. Yrjö-Koskinen, Dictionnaire finnois-français, Helsinki 1900 (e per la parte francese-finnica: A. Meurmann, Dict. français-finnois, ivi 1877 e meglio E. Hagfors, Dict. français-finnois, ivi 1914); K. Erwast, Finnisch-deutsches Wörterbuch, Tavastehus 1888 e P. Katara, Finnisch-deutsches Wörterbuch, Helsinki 1925; J. Szinnyei, Finnmagyar szótár, Budapest 1884.
Per il proto-finnico cfr. la fondamentale: Yhteissuomalainen äännehistoria (Fonetica del finico comune) di E. N. Setälä (Helsinki 1890-91), e la bibl. cit. s. v. ugrofinniche, lingue. Per l'alternanza consonantica cfr. E. N. Setälä, in Finnisch-ugr. Forschungen, XII, Anz. 1-128. Per gli elementi baltici cfr. V. Thomsen, Beröringer mellem de finske og de baltiske (litauisk-lettiske) Sprog, Copenaghen 1890 (Ved. Selsk. Skr., Hist. og filos. Afd., 1). Per gli elementi germanici: V. Thomsen, Über d. Einfluss d. germanischen Sprachen auf die finnisch-lappischen, Lipsia 1870 (ed. danese 1869) e tutta la più recente bibl. nel prezioso: Bibl. Verzeichnis der in der Literatur behandelten älteren german. Bestandteile in den ostseefinnischen Sprachen di E. N. Setälä, in Finn.-ugr. Forsch., XIII (1913), 345-475. Per gli elementi slavi cfr. Mikkola, Berührungen zwischen den westfinnischen und slavischen Sprachen, Helsinki 1894, in Mém. Soc. Finno-Ougr., VIII). Per la diffusione dei Finni fuori della Finlandia, v. Suomen suku, Helsinki 1926, I, pp. 213-244 ed ivi bibl.
I più antichi testi finnici sono pubblicati nella collezione Monumenta linguae Fennicae, Helsinki 1893, segg. Per la lingua di Agricola cfr. Ahlqvist, Agricolan kielestä, in Kieletär, I, Helsinki 1871; Arvi, Virittäjä, II, 145 segg. e spec. H. Ojansuu, Mikael Agricolan kielestä, Helsinki 1909. Per i dialetti, cfr. E. N. Setälä, Tietosanakirja, IX, 351 segg., ma specialmente L. Kettunen, Suomen murteet (Dial. finnici), Helsinki 1930 ed ivi bibliografia. Per i prestiti svedesi, cfr. H. J. Streng, Nuoremmat ruotsalaiset lainasanat vanhemmassa suomen kirjakielessa (Le più recenti parole svedesi entrate nell'antica lingua lett. finnica, Helsinki 1915). Per gli elementi lapponi nei dialetti finnici cfr. Fr. Äimä, Lappalaisia lainasanoja suomen murteissa (Prestiti lapponi nei dialetti finnici), in Journ. Soc. Finno-ougr., XXV. D'altra parte elementi finnici sono entrati anche in dialetti svedesi (cfr. R. Saxén, Finska lånord i östvenska dialekter, Helsinki 1898) e in dialetti russi (cfr. J. Kalima, Die ostseefinnischen Lehnwörter im Russischen, in Mem. Soc. Finno-ougr., XLIV, 1919).
Letteratura.
La letteratura finnica è tra le più giovani d'Europa, contando appena un secolo di vita. E presenta il fenomeno, quasi unico nella storia letteraria, di una ricca e originale produzione "popolare" o anonima di canti epici, lirici, magici, di leggende e ballate e novelle, che dai primordî attraverso il Medioevo giunge sino alla metà del secolo scorso (quando ciò che ne restava viene raccolto e fissato dalla scrittura) mentre la letteratura "artistica" fiorisce solo in età recentissima e in pochi decennî, per ricchezza, varietà, originalità e freschezza raggiunge un posto notevole tra le consorelle europee.
Per rendersi ragione dello svolgimento di questa, come di ogni altra letteratura, dobbiamo tener presenti le vicende storiche. Da circa il 1150 al 1809 la Finlandia rimase sotto la dominazione svedese, e svedesi di origine e di lingua furono le classi dirigenti; la lingua finnica era limitata all'uso religioso e solo dalla metà del sec. XVII datano alcune leggi e decreti in finnico. Veramente la prima opera stampata, l'Abbecedario di Michele Agricola (cui si debbono anche altri libri religiosi e la traduzione, nel 1548, del Nuovo Testamento) risale al 1542; ma per più di due secoli ancora lo svedese rimase la lingua della scuola e della cultura, né l'epoca della dominazione russa (1809-1917) portò dapprima alcun notevole mutamento. I germi di interesse per la lingua e le memorie del passato, i primi cenni di risveglio del sentimento nazionale, posti con la fondazione dell'università di Åbo (1640), svolti da uomini (che ebbero per ciò il nome di "fennofili") quali Eskil Petraeus (autore della prima grammatica finnica, 1649), fiorirono e maturarono in frutti duraturi quando Elias Lönnrot (1802-1884) mostrò, col Kalevala, di quanti e quali tesori fosse ricca la poesia tradizionale del popolo finno. Fu come uno squillo di tromba che chiamasse a raccolta gl'intelletti più alti, i poeti più ispirati, i patrioti più ardenti. Anche gli scrittori di lingua svedese, in primo luogo il grande poeta Johan Ludwig Runeberg (1804-1877), lo storico e politico Johan Wilhelm Snellman (1806-1881), il poeta e novelliere Zakarias Topelius (1818-1898) si uniscono al movimento al quale venne efficacissimo impulso anche dall'attività della Suomalaisen Kirjallisuuden Seura (Società di letteratura finnica), fondata nel 1831.
Poiché dei più importanti scrittori è detto particolarmente a suo luogo, ci limitiamo qui a un rapido sguardo d'insieme. Per quanto contrastato dalla severa censura e dal regime autoritario, il nazionalismo finnico si afferma saldamente e procede verso la meta che raggiunge con la proclamazione dell'indipendenza della Finlandia (6 dicembe 1917), al termine della guerra mondiale.
Dal 1860, anno in cui il finnico fu dichiarato "lingua ufficiale" anche per gli atti pubblici, si fa cominciare la letteratura moderna, la cui prima grande figura è quella del romanziere, novelliere, drammaturgo e poeta Alexis Kivi (1824-1872). La lirica si afferma con Oksanen (pseudonimo di August Ahlqvist, 1826-1889), con Kaarlo Kramsu (1855-1895), con Paavo Kajander (lodatissimo traduttore di Shakespeare) e con altri minori. Sorge intanto il poderoso movimento del realismo moderno, che verso il 1880 fa sentire il suo influsso anche in Finlandia, dapprima attraverso gli scrittori norvegesi (Björnson, Ibsen), poi attraverso i francesi (Zola, Maupassant), e i russi (Tolstoj). Drammi e novelle realistiche con intenti socialisti compose Minna Canth (1844-1897). La perfezione della prosa narrativa è rappresentata da Juhani Aho, col quale la lingua assurge alla maggior purezza e ricchezza di espressione. Tolstoiano è il novelliere e drammaturgo Arvid Järnefelt (1861), mentre realisti della prima maniera appaiono Kasimir Leino (1866-1919), Teuvo Pakkala (1862) e Santeri Ivalo (1866). Nell'ambiente realista opera anche un caratteristico gruppo di "scrittori contadini" (simili ai "rurali" tedeschi e ai "dialettali" norvegesi), cominciando dal sacrestano e agricoltore Pietari Päivärinta (1827-1913), sino al più fine ed elaborato Kauppis Heikki (1862-1920) e al capo del partito agrario Santeri Alkio (1862). Segnano il passaggio a un indirizzo più soggettivo e fantasioso Maila Talvio (pseudonimo di M. Mikkola, 1871) e Ilmari Kianto (1874).
Sul finire del sec. XIX, col declinare del realismo e col sorgere del neoromanticismo, cui si informano in Svezia il Fröding e la Lagerlöf, Knut Hamsun in Norvegia, Gorkij e Andreev fra i Russi, mentre dalla Germania si erano diffuse le idee nietzschiane e da tempo parnassiani e simbolisti avevano rinnovato la poesia francese, la letteratura finnica, sotto tali molteplici influssi, si volge "dalla dettagliata osservazione del mondo contemporaneo verso il passato storico e i campi della fantasia, dall'accurata analisi esteriore verso più ampie sintesi, dalle osservazioni ai sentimenti" (V. Tarkiainen). In questo nuovo indirizzo si segnalano, per altezza d'ingegno e freschezza d'ispirazione, Johannes Linnankoski (1869-1913), Maria Jotuni (1880), F. E. Sillanpää (1888), Aino Kallas (1878). La lirica contemporanea vanta pure insigni cultori: la grazia ingenua di Larin Kyöski (1873), la dolce mestizia di A.V. Koskenniemi (1885), la finezza e profondità di Otto Maninen (1872), la facilità e versatilità di Eino Leino (1878-1926) farebbero onore a qualunque letteratura, anche delle più evolute.
Anche in altri campi letterarî, come quello delle traduzioni e delle opere scientifiche, la giovane letteratura possiede un numero invidiabile di opere di grande valore; la produzione libraria è, rispetto al numero degli abitanti, tra le più considerevoli d'Europa e due tra le maggiori e più benemerite case editrici, la "Otava" e la ditta Werner Söderström, lanciano ogni anno sul mercato centinaia di volumi, che trovano, in tutte le classi sociali, lettori assidui e volonterosi. Si è calcolato che dall'inizio della letteratura sino al 1925 sono state pubblicate 50.000 opere in lingua finnica, mentre sino al 1809 se ne contavano solo 2000.
Per la letteratura in lingua svedese, v. svezia: Letteratura.
Bibl.: La maggior parte delle storie letterarie sono in lingua finnica: più importante quella di Julius Krohn, Suomalaisen Kirjallisuuden Vaiheet (Vicende della letteratura finnica, Helsinki 1897, dalle origini al 1860), compendiata nel manualetto di F. Godenhjelm, Oppikirja suomalaisen kirjallisuuden historiassa (Manuale di storia della letteratura finnica, Helsinki, 1884); traduzione inglese di E. D. Butler, Handbook of the history of Finnish Literature, Londra 1896. All'elemento svedese bada specialmente il sunto scolastico di V. Vasenius, Öfversigt af Finlands Litteraturhistoria, Helsinki 1893. All'età moderna (ma con ampia trattazione anche dei periodi precedenti) sono dedicati i due volumi di O. A. Kallio, Uudempi suomalainen kirjallisuus (La letteratura finnica moderna, Porvoo 1911). In un perspicuo articolo de I nostri quaderni (gennaio-febbraio 1927, pp. 3-12) V. Tarkiainen dà Uno sguardo alla letteratura finnica moderna. La copiosa letteratura kalevaliana e le note bibliografiche ai singoli autori sono registrate al loro luogo.
Arte.
Solo coi secoli XII e XIII, quando la Finlandia pagana fu conquistata dagli Svedesi e civilizzata dalla chiesa cattolica romana, cominciò a svilupparsi un'arte nazionale, alla quale la remota posizione settentrionale, il clima rigido e la povertà, la scarsità della colonizzazione nelle grandi foreste vergini e, soprattutto, le guerre con la Russia diedero un'impronta rude e severa, evidente nei castelli fortificati medievali, massicci e disadorni, come quelli di Turku (Åbo) e di Viipuri (Viborg) del sec. XIII. Forme più ricche offrono le numerose chiese medievali, che, non prive di una certa rustica grazia, sono costruite per lo meno in uno stile misto tra il romanico e il gotico, in dipendenza al materiale di costruzione (pietra eratica) di difficile lavorazione. Caratteristiche la forma cubica della costruzione a pianta quadrata, la muratura estremamente massiccia, le finestre piccole, i tetti alti e a forte spiovente. Il solo Duomo di Turku (fondato nel sec. XIII), in mattoni, si scosta da questo tipo comune con le navate di uguale altezza, per avvicinarsi all'architettura gotica delle cattedrali tedesche e francesi.
La maggior parte delle chiese medievali della Finlandia sono ornate di monumentali affreschi a secco, ricchi di colore, purtroppo ancora poco studiati. Senza dubbio - almeno alla fine del Medioevo - spiegarono la loro attività in questo campo pittori nazionali; l'influenza svedese dovette però essere notevole. Anche le sculture sacre, artisticamente notevoli, del sec. XIII fino alla metà del XIV, furono importate dall'isola Gotland prima, dall'interno della Svezia, da Amburgo, da Lubecca e da Anversa poi.
La tradizione artistica, che andava formandosi, fu interrotta bruscamente nella prima metà del sec. XVI dalla Riforma luterana. La chiesa impoverì completamente e non esisteva ancora un'aristocrazia indigena ricca che ne potesse continuare il mecenatismo. Appena nel sec. XVII furono nuovamente costruite numerose chiese, ma solo in legname, e in stretta dipendenza dalla tradizione architettonica contadinesca. Anche le costruzioni profane, quasi sospese per le continue guerre contro la Russia, rifiorirono di nuovo verso la metà del sec. XVII. Appartengono a questo periodo numerosi grandi castelli rispondenti alle rifiorenti condizioni economiche del paese, dovute allo sviluppo dell'industria metallurgica. Anche la scultura e la pittura finlandese furono quasi prive d'importanza durante il sec. XVI, ma nel periodo seguente, quando la Svezia ebbe acquistato e consolidato la sua potenza, risorse l'arte plastica, di carattere monumentale e prevalentemente sepolcrale, e la pittura decorativa sacra, d'indirizzo popolare, che, pur essendo estesa a tutto il paese, ebbe il suo centro nella Botnia orientale. Da essa provengono anche eminenti personalità artistiche, come Elias Brenner (1647-1717), che si acquistò una fama europea coi suoi eccellenti ritratti in miniatura, il geniale pittore Isak Wacklin (1720-58), che lavorò soprattutto a Stoccolma, a Londra e a Pietroburgo. Fra gli affrescatori popolareggianti di chiese è da ricordarsi primo, per l'abbondante produzione, la ricchezza della fantasia e l'originalità, Michael Toppelius (1734-1821).
Nella prima metà del sec. XIX, dopo la conquista russa della Finlandia, l'architettura occupò nuovamente una posizione preponderante. Fu a capo di questa rinata attività architettonica, svoltasi sotto l'influenza del classicismo palladiano, Carl Ludwig Engel (1778-1840), nato in Germania e chiamato nel 1814 in Finlandia; egli deve essere considerato il fondatore dell'architettura moderna finlandese. La sua attività multiforme, la sua abbondante produzione, sorrette da uno stile severo e armonioso, culminarono nel piano regolatore della nuova capitale Helsinki, e negli edifizî monumentali costruitivi: l'università, la biblioteca universitaria e il palazzo del governo (1818-32). La seconda metà del sec. XIX venne dominata da un generale eclettismo, e ne furono rappresentanti più eminenti gli architetti G. I. Chiewitz, F. Sjöström, K. Th. Höjer e C. G. Nystrom. Nei primi anni del secolo XX si affermò nuovamente una corrente romantico-nazionale, ispirata all'architettura sacra medievale, i cui rappresentanti principali furono Lars Sonck, Armas Lindgren e Eliel Saarinen. Più tardi Saarinen, che ora lavora prevalentemente in America, divenne il capo della reazione classicheggiante attuale, culminante nel grandioso Parlamento di Helsinki di Johan Sirén, terminato nel 1931.
Mentre nei primi decennî dopo la conquista russa (1809), l'architettura ufficiale ebbe un periodo di fioritura, la pittura e la scultura dovettero lottare contro enormi difficoltà. Le classi colte del paese parevano aver perduto qualsiasi interesse alle arti figurative. Per mancanza di appoggio economico e più ancora morale, il ritrattista G. W. Finnberg (1784-1833), pregevole colorista, fu costretto ad emigrare a Stoccolma, dove aveva ricevuto la sua prima istruzione artistica e dove presto morì nell'assoluta miseria. Dieci anni prima si era spento in Roma il suo compagno e coetaneo Alexander Lauréus (1783-1823), uno dei più eminenti disegnatori della Finlandia, acuto osservatore, che rappresentò la vita popolare italiana con schietto realismo, ma che alcune volte si compiacque di raffigurare un romantico brigantaggio italiano.
Solo col risveglio della coscienza nazionale nel 1840-50 si costituì in Finlandia una solida base per un'arte nazionale. Centro di questo movimento, che seppe penetrare nella vita culturale del paese, fu l'Associazione artistica finlandese fondata nel 1846; per la sua iniziativa sorsero le prime scuole d'arte e il primo Museo, l'Ateneum di Helsinki, ancora oggi il maggiore della Finlandia. In questo periodo tornò in patria (1845) R. W. Ekman, pittore di corte in Svezia (1804-73). Rappresentanti eminenti di questa generazione di pionieri sono anche i quasi autodidatti fratelli Magnus e Wilhelm Ferdinand von Wright (1821-1906). Verso la metà del sec. XIX l'Accademia di Düsseldorf acquistò un'importanza sempre più decisiva per i giovani artisti finlandesi; la personalità dirigente di questa nuova generarazione fu il paesista Werner Holmberg (1830-60). Vanno accanto a lui ricordati principalmente Hjalmar Munsterhjelm (1840-1905), Berndt Lindholm (1841-1914), Fanny Churberg (v.) e Victor Westerholm (1860-1912), mentre la pittura di genere di carattere narrativo della scuola di Düsseldorf trovò un notevole rappresentante in K. E. Jansson (1846-74), giovane cui fu particolarmente affine A. von Becker (1831-1909). In questi decennî era andata aumentando l'influenza francese, la cui importanza divenne decisiva quando Albert Edelfelt (1854-1905), che aveva iniziato ad Anversa i suoi studî, si fu trasferito nel 1874 a Parigi. Fra i rappresentanti di questa scuola d'impronta francese figurano, fra tanti altri, l'elegante Gunnar Berndtson (1854-95), Aukusti Uotila (1858-86), Helene Schjerfbeck (nata nel 1862). Intorno al 1890, in aperto contrasto con questo indirizzo, si affermò una corrente passionale di carattere romantico-nazionale, che trovò il suo più audace e indipendente rappresentante in A. Gallen-Kallela (1865-1931), seguito da Juho Rissanen (nato nel 1873), che nelle figure delle sue composizioni piene di primitiva forza espressiva ricorda i contadini del Brueghel. Si avvicinano di più alla tradizione francese Pekka Halonen (nato nel 1865) ed Eero Järnefelt (nato nel 1863). Appartengono ad una più giovane generazione l'eminente colorista Magnus Enckell (1870-1925), l'originale pittore-poeta, pieno di fantasia, Hugo Simberg (1873-1917), Antti Favén (nato nel 1882), apprezzato per i suoi ritratti e le sue caricature. Fra le personalità dirigenti del movimento impressionista finlandese, sorto verso il 1914, sono: T. K. Sallinen (nato nel 1879), che nelle sue composizioni di una passionale drammaticità appare un continuatore di Gallen-Kallela e di Rissanen, e Marcus Collin (nato nel 1882), la cui arte, improntata a volte a un umorismo che sfiora il grottesco e l'orrido, ricorda Daumier e Goya.
La scultura moderna finlandese conta fra i suoi fondatori lo scultore classicheggiante Erik Cainberg (1771-1816), che compì i suoi studî a Stoccolma e a Roma, e passò in patria solo gli ultimi anni della sua vita, e lo svedese C. E. Sjöstrand (1828-1906), il quale, come il primo maestro di scultura, ebbe un'influenza decisiva su quest'arte; le sue prime sculture rudi, arcaicizzanti, hanno un aspetto monumentale. Walter Runeberg (1838-1920) e Johannes Takanen (1849-85), dall'idealismo classicheggiante, retaggio del Thorvaldsen, dominante allora nell'Accademia delle belle arti a Copenaghen, si sono gradatamente rivolti all'indirizzo realistico moderno, che ha trovato una grandiosa espressione nell'arte virile e rude di Robert Stigell (1852-1907). Questa corrente naturalistica venne fusa col romanticismo nazionale, riaccesosi intorno al 1890, da Emil Wikström (nato nel 1864) e da Eemil Halonen (nato nel 1875). Fra i rappresentanti della generazione più vecchia, sono notevoli: Ville Vallgren (nato nel 1855), Felix Nylund (nato nel 1878), autore di numerosi ritratti e monumenti; mentre Victor Jansson e Gunnar Finne, di alcuni anni più giovani, aderiscono a un eclettismo raffinato, improntato a spirito decorativo. Lo scultore in legno Hannes Autere, animatore dell'arte popolare ormai estinta, è una figura quasi unica nella storia dell'arte moderna. Capo dei giovani scultori è Wäinö Aaltonen (nato nel 1894), la cui arte, ora modernamente stilizzata, ora realistica, è sempre improntata a un'eccezionale potenza plastica.
Bibl.: A. Anderson, L'art rélig. finlandais au Moyen-âge, Helsinki 1921; J. J. Tikkanen, Die moderne bildende Kunst in Finnland (anche in franc.), ivi 1925; L. Wennervirta, Suomen Taide (anche in svedese), ivi 1926.
Musica.
La forma più antica della musica popolare finnica a noi nota, consiste in recitativi e improvvisazioni, a melodia molto ristretta, propria delle regioni dell'Ingria e del nord della Carelia. Il secondo stadio di evoluzione è rappresentato dalle melodie su cui si cantano i versi di tipo kalevaliano (ottonarî trocaici), melodie che di rado si svolgono oltre la quinta e la quarta; con ritmi varî, tra i quali notevole quello a cinque tempi ∥♩♩∣♩♩∣♩♩∣û∣û∥ che, secondo opina Ilmari Krohn, non rappresenta un'anomalia, ma un'alterazione regolare della misura ordinaria, a vantaggio dell'espressione musicale, senza alcuna tendenza ad una musicalità inquieta o agitata. Il Krohn classifica la canzone finlandese secondo il carattere melodico delle frasi - ordinariamente di quattro battute ciascuna - che le costituiscono, desumendone i vari tipi dalle cadenze perfette o imperfette sulla tonica, sulla dominante o sulla sottodominante, da cui sono chiuse. Egli distingue anche l'ambito della melodia, e in ogni canzone cita in alto il nome di chi la trascrisse in notazione musicale, e in basso la provincia o parrocchia da cui è originaria.
Si tratta sempre di melodie caratteristiche per la loro dolce tristezza e primitiva semplicità.
In una raccolta di melodie di A. Launis (Lappische Iuoigos-Melodien, Helsinki 1908) si trovano esempî di ritmi ove l'andamento in cinque tempi acquista carattere diverso, a seconda che esso derivi da un accrescimento della misura binaria semplice o doppia, oppure da un'elisione della doppia misura ternaria (sei quarti, o sei ottavi) (cfr. la raccolta di Suomen kansan Sävelmiä, Melodie del popolo finno, Helsinki 1910).
Un gruppo speciale di canti è formato dalle melodie "spirituali", ora semplici varianti di canti liturgici, ora creazioni indipendenti: spesso nobili di forma e di alta ispirazione. Sui rapporti fra canti sacri e profani si veda la memoria di Ilmari Krohn, Über die Art und Entstehung der geistlichen Volksmelodien in Finnland Helsinki 1899, e i Valittuja Psalmeja (Salmi scelti, Helsinki 1903) dello stesso.
Fra gli antichi strumenti, usati in Finlandia, ricordiamo: il sarvi (fatto con un corno di becco); il paimen-torvi (specie di tromba di scorza di betulla); il lavikko (di legno e di corno di bue); il pajupilli (specie di flauto in scorza di salice); il harppu (sorta di citara); il jouhi-kantele (specie di violino primitivo con corde di crine e archetto); il luikko (strumento a fiato in legno e scorza di betulla).
La musica come arte cominciò ad essere coltivata a Turku negli ultimi decennî del 1700: la Società "Aurora", fondata nel 1770, diede il suo primo concerto nel 1773. Nel 1790 vi si aggiunge la Società musicale di Turku e si hanno le prime esecuzioni corali. Il celebre clarinettista Henrik Crusell (1775-1838) apre la serie dei compositori finlandesi, seguito dal vero fondatore della musica nazionale, l'amburghese Fredrik Pacius (1809-1891), che musicò Vårt land (Il nostro paese) di Runeberg, divenuto l'inno nazionale finlandese, scrisse varie opere e diede nuova vita ai concerti in Helsinki, capitale della Finlandia dopo l'incendio di Turku (1827). Pacius ebbe grande influenza sullo sviluppo della musica nella sua patria adottiva. Ai primi compositori nazionali vanno avvicinati, fra gli altri, K. Collan, K. G. Wasenius, Ph. von Schantz, K. Greve, G. Linsén, non tutti liberi da influenze germaniche (Mendelssohn, Spohr).
Richard Faltin (1835-1918), successore di Pacius all'universita di Helsinki, alla testa di un'ottima società corale, ebbe il merito di farvi conoscere le maggiori opere della letteratura musicale classica, e scrisse egli stesso numerose cantate, di vivo interesse. Ma si deve a Martin Wegelius (1846-1906), buon compositore di lavori corali, sinfonici e vocali, la fondazione della scuola musicale di Helsinki, ove chiamò a insegnare rinomati artisti, quali Busoni, Halvorsen, Carl Pohlig. A sua volta il compositore Robert Kajanus (1856), allievo del danese Svendsen, fondò e diresse un'importante societa corale e orchestrale, facilitando soprattutto la diffusione delle musiche nazionali. Tra i maestri oggi più celebri per il loro valore e per il loro carattere etnico basterà ricordare J. Sibelius (v.), compositore ovunque ammirato, nel quale culmina la scuola finlandese moderna, Armas Järnefelt (1869), Oskar Merikanto (1868-1926), autore di opere e di liriche; Emil Genetz (1852-1929), Erkki Melartin (1875), Ilmari Krohn (1867) e Selim Palmgren (1878). In Finlandia, come del resto nella Svezia e nella Norvegia, il canto corale è assai coltivato, tanto che in ogni città esistono importanti società corali.
Bibl.: Oltre alle opere citate, si veggano gli articoli di H. Klemetti, Suomen musikki (La musica finlandese, nel volume Suomi ja suomalainen sivistys, Finlandia e cultura finlandese, 1919, p. 114-151) e di T. Haapanen, La musique finlandaise, in Rivista musicale italiana, 1924.
V. tavv. LXVII-LXXIV.