FINLANDIA (XXV, p. 400; App. I, p. 598)
Nel corso delle due guerre combattute con esito sfortunato contro l'Unione Sovietica, la Finlandia non ha conosciuto l'occupazione straniera nel territorio e non ne sono risultate limitazioni palesi alla sua sovranità, ma il paese ha subìto gravi mutilazioni e devastazioni specie in Lapponia e la sua economia sta subendo una evoluzione profonda.
In seguito all'accordo di Mosca (12 marzo 1940) con cui si concluse la prima guerra, durata poco più di 100 giorni, la Finlandia dovette cedere all'Unione Sovietica: 1) l'istmo di Carelia e il territorio posto a N. del lago Ladoga, con le città di Viipuri e di Sortavala; 2) le isolette della baia di Leningrado e del Golfo di Finlandia; 3) una fascia di territorio lungo il confine orientale (saliente di Salla); 4) la parte finlandese della penisola dei Pescatori. Inoltre la penisola e il porto di Hankö, di fronte alla base estone di Porto Baltico, vennero concessi in affitto all'URSS per 30 anni, con il diritto di mantenervi forze armate e di attrezzarvi una base marittima. Era prevista anche la costruzione d'una linea ferroviaria dalla base russa di Kandalaša al nodo ferroviario finlandese di Kemijarvi, per facilitare i rapporti dell'URSS con la Svezia e la Norvegia. Complessivamente la Finlandia ha dovuto cedere 35.084 kmq. (non compresa la superficie del Ladoga). Nei territorî occupati abitavano oltre 400 mila persone (poco meno d'un ottavo della popolazione totale), che si trasferirono per la massima parte al di qua delle nuove frontiere.
Il trattato di pace firmato il 10 febbraio 1947 con le Nazioni Unite (il quale contempla solo impegni verso l'URSS, non verso le altre nazioni) ha ristabilito la linea confinaria del 1940; inoltre esso contempla la cessione del territorio di Petsamo (10.480 kmq.), che nel 1940 era rimasto alla Finlandia, e la sostituzione della cessione, in affitto cinquantennale, della base navale di Porkala (380 kmq.), distante appena 13 km. da Helsinki, in luogo di quella di Hankö. Il trattato conferma la smilitarizzazione delle Åland e fissa il massimo degli effettivi militari della Finlandia. Principali conseguenze di questo secondo trattato sono le seguenti:
1. La Finlandia è stata costretta a cedere l'istmo di Carelia con Viipuri (che era la seconda città finnica) e gran parte delle sue posizioni difensive nella regione di SE., allungando il decorso della frontiera in terreno scoperto. Essa ha perduto uno dei pochi territorî, che fosse adatto alle coltivazioni. Particolarmente grave è la perdita di Viipuri (55.750 ab. nel 1930), capoluogo della Carelia e naturale sbocco delle esportazioni sud-orientali, collegato con l'interno mediante il canale di Saimaa (aperto nel 1856), come pure la cessione della valle del Vuoksi, con impianti metallurgici, elettrochimici e per la lavorazione del legno.
2. Con la cessione della penisola dei Pescatori e del fiordo di Petsamo la Finlandia ha perduto il suo sbocco sul Mare Artico, sgombro tutto l'anno dai ghiacci, mentre l'Unione Sovietica confina ora direttamente con la Norvegia. Ha perduto inoltre le sue ricche miniere di nichelio. Il territorio di Petsamo non era del resto ancora ben conosciuto e rappresentava per la Finlandia una riserva.
3. L'affitto per un cinquantennio della base di Porkala, situato in vicinanza della capitale, è una diminuzione di prestigio per il paese, tanto più che è stata fatta sgombrare dai cittadini finnici ed è per essi inaccessibile.
4. L'espansione economica russa verso i paesi scandinavi è stata favorita dall'acquisto della zona di Salla.
5. Sulla Finlandia grava il peso di molte riparazioni in natura; deve fornire all'URSS merci diverse (legno e suoi derivati, macchine e prodotti metallici, materiale da trasporto), secondo un piano di consegne mensili, dal settembre 1944 al settembre 1952.
6. La Finlandia ha dovuto sistemare i cittadini, profughi dai territorî perduti (400 mila dalla Carelia, 10 mila dal distretto di Petsamo, 15 mila dalla pen. di Porkala), nella Finlandia sud-occidentale, ricorrendo (legge agraria 1945) alla confisca, contro indennizzo, del 10% delle imprese da 25 a 100 ha., del 40% di quelle da 100 a 200 e del 75% per estensioni superiori.
Già durante la seconda Guerra mondiale il traffico con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti dovette esser sospeso (salvo piccole spedizioni attraverso Petsamo) e gli scambî intensificati invece con la Germania, con cui la Finlandia si trovava ad essere, involontariamente, alleata, essendo in guerra con la Russia. Perduta la guerra, gli scambî si sono invece orientati, forzatamente, verso la Russia. La Finlandia ha dovuto, per far fronte agli impegni, modificare la sua economia; sono così sorte nuove industrie (meccaniche e metallurgiche), nelle quali hanno trovato lavoro persone occupate finora nell'agricoltura. D'altra parte per alimentare le industrie essa deve procurarsi all'estero le materie prime (specie il ferro), ciò che è possibile solo attraverso scambî o mediante prestiti (accordati dalla Svezia e dalla Gran Bretagna). Un piano biennale (Teko-plan) ha fissato per il 1947-48 il volume degli scambî per le merci da esportare e da importare. Così la Finlandia, che a partire dal 1918 aveva cercato di allentare i legami con la Russia e di rivolgersi ai paesi occidentali, tende ora a riprendere l'orientamento primitivo.
Isola di cultura occidentale ai margini del mondo sovietico, essa costituisce l'unico paese vinto dell'Europa orientale che sia retto secondo i principî politici ed economici delle nazioni occidentali; e per quanto costretto a lavorare per l'Uniorie Sovietica cerca di riuscire intatto, sia dal punto di vista della struttura sociale sia da quello dell'indipendenza politica.
Finanze (XV, p. 408 e App. I, p. 599). - Il disavanzo del bilancio statale ha potuto essere coperto con l'emissione di prestiti interni e con il ricorso all'Istituto di emissione e alle banche commerciali; le entrate e spese sono così variate nel periodo:
Il debito pubblico è in conseguenza sensibilmente aumentato: da 2.476 milioni di marchi nel 1938, il debito interno era salito nell'aprile 1948 a 76.204 milioni. Il debito verso l'estero, che nel 1938 era di 1.078 milioni, ammontava alla stessa data a 41.137 milioni di marchi.
Le riparazioni, che la Finlandia è tenuta a pagare all'URSS in base al trattato di pace, costituiscono un onere sensibile per la sua economia. Le riparazioni propriamente dette, da effettuare in 8 anni, e fissate a 300 milioni di dollari, sono state dall'URSS ridotte (luglio 1948) di 75 milioni di "dollari riparazioni" pari a circa 175 di dollari correnti.
Durante la guerra la circolazione monetaria aveva subìto una notevole espansione; da 2.086 milioni nel 1938 era passata al 31 dicembre 1945 a 13.598 milioni. Durante il 1945 il marco fu più volte ufficialmente svalutato e il 1° gennaio 1946 fu disposto il cambio della moneta e il volume della circolazione fu così drasticamente ridotto a 7.952 milioni. Il cambio ufficiale con il dollaro S. U. venne fissato a 136 marchi finnici = 1 $. Gli sviluppi inflazionistici non poterono però essere arrestati; l'elevarsi dei costi di produzione, l'appesantirsi dell'onere fiscale, la necessità crescente di investimenti hanno accentuato le richieste di crediti bancarî, mentre i depositi si sono sviluppati soltanto lentamente. Il concorrere di questi fenomeni ha portato a un crescente espandersi della circolazione monetaria, che nell'aprile 1948 aveva raggiunto i 27.850 milioni. Nel marzo 1948 le riserve auree della Banca di Finlandia ammontavano a 1,1 milioni di dollari. A fine aprile 1948 i depositi presso i varî istituti di credito ammontavano a 89.047 milioni di marchi. Le quote di partecipazione della Finlandia al Fondo e alla Banca Internazionale ammontano a 38 milioni di dollari per ciascuno dei due istituti.
Storia (XV, p. 408 e App. I, p. 599). Il patto di non aggressione con Mosca, del 21 gennaio 1932, non impedì che nel 1938 fosse intrapresa, d'accordo con la Svezia, la fortificazione delle isole Åland, suscitando le proteste dell'URSS. I prodromi dell'estendersi della seconda Guerra mondiale all'oriente e al settentrione europeo, si fecero sentire in Finlandia sin dall'ottobre 1939, quando, dal 12 al 14, ebbero luogo a Mosca colloqui tra Stalin, Molotov e J. Paasikivi per ottenere l'affitto del porto finlandese di Hankö per un periodo di 30 anni con diritto da parte dell'URSS di mantenervi una guarnigione; il diritto di ancoraggio delle forze navali sovietiche nella base di Lappohja, e la cessione di una parte dell'istmo di Carelia e di parte della penisola dei Pescatori; richieste alle quali la Finlandia, il 23 ottobre, rispose con un rifiuto nei riguardi del porto di Hankö e della base di Lappohja. Le trattative continuarono; l'URSS si limitò a chiedere l'occupazione delle isole di fronte al porto di Hankö: ma ben presto protestò per colpi di artiglieria che sarebbero stati sparati dai Finlandesi contro i Russi nell'istmo di Carelia. La Finlandia chiese che le truppe schierate alla frontiera fossero ritirate, da ambedue le parti, a 25 km. dalla frontiera stessa. L'URSS, per tutta risposta, il 28 novembre denunciò il patto di non aggressione e, due giorni dopo, fece varcare la frontiera dalle sue truppe. Occupata Terijoki, vi instaurò un "governo popolare della Repubblica democratica finlandese", con il quale concluse un trattato di amicizia (2 dicembre) completato dalla cessione dei territorî desiderati dai Russi. La Finlandia di Helsinki protestò presso la società delle nazioni (3 dicembre) la quale, il 14 dicembre, espulse la Russia dalla Società stessa per essersi rifiutata di esaminare il ricorso presentato dalla Finlandia.
La Finlandia poteva mobilitare 350-400.000 uomini; il confine presentava caratteri ben diversi e, tranne nei 250 km. dell'istmo di Carelia, sul rimanente, clima e natura del terreno limitavano per 2000 km. le operazioni militari, per la presenza di laghi gelati e foreste impenetrabili. Inizialmente 7 divisioni si schierarono sull'istmo che venne formidabilmente fortificato con un sistema (la cosiddetta "linea Mannerheim") comprendente tre linee separate da spazi difficili a percorrersi per le paludi e i laghi e per la copertura da boschi. Da parte finlandese non poteva logicamente essere adottata, nella situazione in cui si apriva la campagna, altra tattica se non quella difensiva di logoramento: sia su posizioni preparate, come nell'istmo; sia nel resto del fronte, con azioni di guerriglia, affidate a gruppi di tiratori-sciatori: reparti che costituivano, per la loro bravura e per la celerità di mosse, la vera forza dell'esercito finlandese. Contro le 10 divisioni finniche stavano schierati circa 300.000 sovietici agli ordini del generale K. A. Mereskov.
I primi atti avvennero di sorpresa ai due estremi del fronte, sull'istmo di Carelia e nella penisola dei Pescatori. Il comando sovietico intendeva occupare Petsamo e poi tagliare le comunicazioni tra Norvegia e Svezia con la Finlandia; puntare, a sud, su Viipuri e bombardare Helsinki. La penisola dei Pescatori fu occupata; nell'istmo l'avanzata si effettuò, come si è detto, sino a Terijoki; al nord del lago di Ladoga i Sovietici tagliarono il saliente di Suojärvi; ma quivi le operazioni presto si arrestarono, perché le insidiose azioni dei guerriglieri finnici impedivano la vita e il movimento alle pesanti unità nemiche. Nell'istmo di Carelia l'avanzata subì una sosta; occorrevano altre truppe e il generale Mereskov vi impegnò tutte le riserve, obbligando, così, i Finni ad indietreggiare di 15 km.; non riescì però, ad intaccare il sistema fortificato. La sorpresa doveva considerarsi fallita.
La situazione, alla fine di questa prima fase, era poco favorevole ai Sovietici. Essi erano avanzati a massa soltanto nell'istmo di Carelia; le colonne celeri lanciate a nord del Ladoga si erano arrestate: anche quella che tendeva a nord, lungo il 63° parallelo, alla rottura della ferrovia Kajaani-Sortavala. La colonna che aveva puntato su Petsamo, si era dovuta fermare a Salmijärvi, ridotta in cattivo stato e in rapida dissoluzione per l'isolamento e la fame, non potendo essere vettovagliata; e, finalmente, la colonna spintasi al 67° per rompere la rotabile Kuolajärvi-Kemijärvi si era arrestata a Rovianienni. Nell'istmo di Carelia la 7° armata era ferma sulla linea di Valkijärvi, ancora fuori della linea del sistema fortificato.
La sosta durò sino al 10 dicembre; la lotta riprese nell'istmo ed i Sovietici vi impiegarono anche i gas; ma nessun vantaggio riuscirono a trarne. In Carelia la colonna di Salmijärvi era costretta a ritirarsi; a Petsamo nella notte polare la situazione divenne insostenibile per i Sovietici, che vi impiegarono truppe mongole. I guerriglieri finni, vestiti di bianco, padroni delle foreste, neutralizzavano ogni movimento del nemico, continuamente sorpreso in imboscate sanguinose.
I Sovietici concentrarono i loro sforzi nell'istmo di Carelia e vi inviarono nuove unità; in seguito attaccarono il forte di Koivisto all'estremo occidentale, la cosiddetta "piccola Gibilterra del Nord"; intanto 3 divisioni puntavano su Kuolajärvi, ma ben presto per la difficoltà dei cammini e il deserto di ghiaccio furono immobilizzate. Più a nord, al 63°, i Sovietici progredivano lentamente su Lieksa. Oramai l'URSS aveva impegnato nella lotta ben 30 divisioni, delle quali 8 nell'istmo, 7 in Carelia a nord del Ladoga e il resto in riserva. Ma tutta questa preponderanza di forze servì a poco: al 20° giorno tutti i piani sovietici erano falliti con perdite gravissime; su 1200 carri armati, 200 erano perduti.
Il gen. Mereskov, il 19 dicembre, muove ancora all'attacco, facendo massa tra i laghi Muola e Kankola su un fronte di 30 km. Dodici divisioni, ad ondate successive, si lanciano contro le linee finniche, ma il risultato è scarsamente redditizio: il fronte forma un saliente a semicentro da Pärkijarvi a Sudenoja a 38 km. da Viipuri e non è ancora a contatto con la 1a linea del sistema fortificato. L'attacco fallisce dopo 3 giornate di sanguinosi sforzi. A nord, nessun movimento: il freddo supera 40° gradi sotto zero e le imboscate dei guerriglieri mietono vittime.
Nel periodo 11-22 dicembre in Carelia si combatté ad Aglajärvi con la distruzione di 2 divisioni. A Sommersalmj, nei primi di gennaio 1940, un'altra divisione sovietica fu distrutta; così delle tre colonne operanti in Carelia, soltanto quella di Salla era ancora in campo. In questa zona il 17 gennaio le truppe finniche del generale Vallenius attaccarono: i Russi abbandonarono Kemijärvi e si ritirarono; resistettero a Salla; ma il 19 furono gravemente battuti. Ricevuti rinforzi, contrattaccarono il 29 con freddo intensissimo (-51°). Le truppe sovietiche su 2 colonne, dopo avere occupata Salla, si diressero su Kemijärvi, capolinea settentrionale della ferrovia dell'Artico. La lotta riprendeva, intanto, nell'istmo e senza soste dal 1° febbraio al 15. I Sovietici, a Summa, riescono ad impadronirsi della 1a posizione del sistema fortificato; ma la 2a resiste ed il comando sovietico decide di aggirarla per Koivisto: poiché non riesce a mettere fuori causa le potenti batterie da costa, vi rinuncia: la battaglia infuria e tocca, l'11, il suo culmine. In essa furono impegnate 7 divisioni delle 14 schierate, 800 pezzi e 700 carri armati. A sera, la situazione dei Finni era estremamente grave; ma essi non cedettero, sebbene combattessero i contro 10 e, per mezzi, 1 contro 20. In totale i Sovietici, avendo avanzato per 10 km. in 16 giorni, erano ancora a 21 km. da Vipuri. L'attacco finale ebbe luogo il 16 con 14 divisioni. Summa cadde il giorno 8 e con essa il sistema fortificato Kamara-Summa; quindi fu presa Muola. Il 22 febbraio Vipuri fu sgombrata dalla popolazione, Koivisto il 26. I Sovietici proseguirono nell'avanzata tra la 2a e la 3a linea lentamente, contrastati dai Finni che difesero Viipuri ad oltranza, tanto che altre 6 divisioni sovietiche dovettero accorrere di rincalzo. La piazza cadde il 2 marzo.
Le nazioni scandinave, che già il 18 settembre 1939 avevano dichiarato la propria neutralità, offrirono una mediazione che, accettata dalla Finlandia, portò alla pace di Mosca (12 marzo 1940).
Durante la campagna finnico-russa, l'opinione pubblica dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti d'America si era accesa d'entusiasmo per l'eroica difesa della piccola nazione contro la sopraffazione russa; si vide nella Finlandia il palladio della democrazia occidentale contro il totalitarismo moscovita. I governi d'Inghilterra e di Francia ventilarono anche l'idea di soccorsi tangibili alla Finlandia: ma non si andò al di là di vaghi progetti e di qualche soccorso per iniziativa d'organizzazioni non governative. La Germania, legata al recente patto con l'URSS per la divisione della Polonia, si mantenne riservata e vigilante, tutta protesa oramai a concentrare il suo sforzo bellico in occidente contro Francia e Inghilterra: quelle complicazioni nel Nord non rappresentavano ora, per essa, che una dispersione di forze. Ma la situazione cambiò dopo che, nell'estate 1940, la Germania si fu sbarazzata della Francia e, non riuscita a piegare l'Inghilterra, pensò di liquidare la partita con l'URSS. I propositi di rivincita dei Finni, l'avversione al Comintern dei gruppi conservatori e militaristi si incontravano con i piani egemonici della Germania. Pochi giorni dopo l'inizio delle operazioni tedesche contro l'URSS, anche la Finlandia (25 giugno 1941) prese il suo posto nello schieramento antisovietico.
L'iniziativa delle operazioni fu, però, presa dalla Russia che, nella stessa giornata del 25 su tutti i punti più deboli della frontiera effettuò sconfinamenti di truppe e bombardamentì aerei. Il comando dell'esercito finlandese fu affiddato al settantaduenne maresciallo Mannerheim che per la terza volta ne guidava le sorti. Il maresciallo intendeva assumere contegno offensivo e subito passò, ove fu possibile, all'azione. Rioccupò le isole che erano state cedute alla Russia; attaccò Hankö trasformata dai Sovietici in una formidabile piazza marittima.
A rincalzo dell'esercito finnico giunsero, via Norvegia, nella Finlandia del nord, il corpo d'armata alpino e il XXXVI corpo tedeschi, costituenti l'armata del generale N. v. Falkenhorst che aveva il compito di occupare i porti di Murmansk nell'Oceano Artico e di Kandalakša nel mar Bianco e di concorrere in Carelia alle operazioni dell'esercito finnico.
Il 1° luglio 1941 truppe tedesche e finniche passarono il confine; alla metà di luglio, avanzavano da ambo i lati del Ladoga. Nell'istmo di Carelia avanzando da Vipuri e Sortavala, i Finlandesi occupavano Pitkäranta sulla riva orientale del Ladoga; più a nord, maggiori progressi avvenivano in corrispondenza del porto di Kandalakša e di Kem. L'avanzata fu lenta ma costante; in agosto, i Finlandesi costrinsero Vorošilov a retrocedere, rioccupando Viipuri, Taipale e Summa (29 agosto).
Al nord, a Salla, Tedeschi e Finni annientarono 2 divisioni russe e ad Alakurk interruppero la ferrovia per Murmansk; contemporaneamente i Tedeschi conquistavano la fortezza di Schlüsselburg sul Ladoga, chiudendo il cerchio di ferro attorno a Leningrado (9 settembre), che però, rifornita attraverso il lago ed eroicamente difesa dalla popolazione, non poté mai essere conquistata. Nel proseguimento dell'avanzata sulle sponde occidentali del lago Onega, i Finni occuparono Petrozavodsk sulla ferrovia artica per Murmansk interrompendola (1° 0ttobre). I rigori del clima invernale limitarono poi in Carelia le operazioni; i Finni attaccarono a Sustuujärvi, recidendo quel saliente sovietico; il 6 dicembre attaccarono Korkio-myaki. Da quel momento le operazioni nello scacchiere finlandese assumono un carattere di stabilizzazione: la linea più avanzata raggiunta da nord a sud era la seguente: saliente di Petjenga nella regione ad oriente di Petsamo; est di Salla, Kestenga-Ozero Kunto-Povenec-riva occidentale Onega-Lahdenpohja sulla sponda orientale del Ladoga e, nell'istmo carelico, a contatto con i forti avanzati di eningrado. E tale restò sino all'estate del 1944.
La posizione politica della Finlandia nella guerra era molto singolare e, fino a un certo segno, pareva una smentita all'impostazione ideologica data alla guerra dalla propaganda alleata. La Finlandia, che anche durante la guerra conservava le istituzioni democratiche, non poteva essere considerata in blocco fra le nazioni a regime totalitario, contro le quali era bandita la crociata delle nazioni anglosassoni. Di qui una certa cautela da parte inglese a prendere di petto la Finlandia come nemica e, da parte finlandese, una stessa cautela a considerare sullo stesso piano di ostilità la Russia da un lato e l'Inghilterra e poi gli Stati Uniti dall'altro. Questa ambiguità di rapporti derivava dall'equivoco, che era in fondo, anche se latente ancora, nell'alleanza tra Inghilterra e Russia, nata non da affinità profonda di sentimenti e di visioni politiche, ma dal contingente convergere di interessi contro un comune più grosso pericolo: quello tedesco, e, chiaritosi meglio quel pericolo, dal subitaneo attacco tedesco, che rese, automaticamente, la Russia alleata dell'altro nemico della Germania: l'Inghilterra. La Finlandia tentò di far accettare la distinzione fra il nemico veramente suo, la Russia, e gli alleati di quel nemico, che non sarebbero stati suoi nemici. Questa distinzione, molto discutibile in linea teorica e pratica, non poteva durare a lungo, anche se rispondeva veramente ai sentimenti del popolo finlandese. Tutto il 2° semestre del 1941 fu un lungo dibattito fra Finlandia e Inghilterra su questo punto. I rapporti diplomatici erano stati rotti già il 28 luglio 1941. Il 5 dicembre successivo, dopoché, il 2 dicembre, il parlamento finlandese aveva dichiarata la riannessione delle terre perdute nella pace del 12 marzo 1940, smentendo così la finzione della guerra solamente difensiva, l'Inghilterra, premuta dalla Russia, dichiarò la guerra. Dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti (7 dicembre 1941), gli stessi curiosi rapporti furono istituiti anche fra Finlandia e Stati Uniti: solo che in questo caso il chiarimento fu così lento, che si giunse alla fine delle ostilità prima che ci fosse un vero e proprio stato di guerra fra Finlandia e Stati Uniti. Fra gli stati europei, solo la Svezia neutrale, incuneata fra i Tedeschi in Norvegia e i Russi sull'altra riva del Baltico, fu in grado di apprezzare adeguatamente l'atteggiamento finnico; ed espresse anche tangibilmente, sul terreno assistenziale, la sua simpatia. Finché le sorti parvero volgere a favore delle armi tedesche, il governo finlandese fu sorretto nella sua politica dalla quasi totalità del parlamento (esclusi naturalmente i pochi comunisti); i ministri, e specialmente il filonazista V. Tanner smentirono più volte le voci di un'uscita della Finlandia dalla guerra, di una pace separata. Ma quando, dopo l'autunno 1942, la fortuna delle armi volse a favore degli Alleati, anche in Finlandia si fecero sentire le prime voci per una pace ragionevole. Nelle elezioni del 15 febbraio 1943 fu bensì rieletto il presidente Risto Ryti e il nuovo gabinetto (1° marzo 1943; presidente E. Linkomics, conservatore) ebbe un più accentuato carattere filo-tedesco; ma nell'agosto ci furono un appello per la pace di 33 parlamentari e contatti a Stoccolma, non ad insaputa del governo, fra capi di sindacati finnici e inglesi. D'altra parte, anche volendo, lo sganciamento dalla Germania non sembrava ancora possibile, non solo per la presenza in paese di forti nuclei tedeschi, quanto anche perché quasi tutta l'alimentazione finlandese dipendeva dalle forniture tedesche. Gli Alleati ricorsero alla maniera forte: a un severo monito (4 febbraio 1944) del segretario di Stato americano Cordell Hull, seguì un micidiale bombardamento russo di Helsinki, che convinse il governo finnico a mandare prima a Stoccolma, poi a Mosca a negoziare Juho Paasikivi, che aveva già trattato la pace del 12 marzo 1940. Ma le condizioni russe parvero inaccettabili, sicché il presidente Ryti, il 27 giugno 1944, strinse con Ribbentrop un patto di assistenza (patto Ribbentrop) che doveva assicurare ai finnici un più valido appoggio germanico, qualora questi si impegnassero a continuare la guerra. Ma la grande offensiva (11-23 giugno 1944) sferrata dalla Russia sotto la guida del generale Govorov, e che portò alla riconquista del territorio occupato dai Tedeschi (compresa Viipuri, occupata il 20, ebbe un effetto decisivo. Il 1° agosto 1944 il presidente Risto Ryti diede le sue dimissioni e per voto del parlamento gli fu dato come successore il maresciallo Mannerheim. Il nuovo ministero, presieduto da Antti Hackzell, si affrettò a dichiarare nullo il patto Ribbentrop e a firmare il 17 settembre 1944 l'armistizio con la Russia.
La guerra, per la Finlandia, era praticamente finita, anche se il 3 marzo 1945 essa si dichiarò in guerra con la Germania agonizzante; anche se nei mesi di ottobre-novembre 1944 il paese fu ancora percorso da qualche guizzo dell'immane incendio, tardando assai a ritirarsi molti dei reparti tedeschi (specialmente la divisione alpina Edelweiss), ed essendosi alcuni di essi annidati, con tenace resistenza, nella parte settentrionale del paese donde poterono essere sloggiati solo alla fine di novembre (occupazione sovietica di Kirkenes, 25 ottobre; di Vuotso, 29 ottobre; di Petsamo, 17 novembre.
In corrispondenza con la nuova situazione del paese, anche i governi, prevalentemente conservatori, di Hackzell e poi di Urho J. Castrén avevano ceduto il passo a un governo di centro-sinistra presieduto dal Paasikivi (novembre 1944). Le elezioni del 17-18 marzo 1945 confermarono questo nuovo orientamento del paese, benché molti riluttassero ad adattarsi al nuovo stato di cose. Una novità nelle elezioni del 17-18 marzo fu la forte affermazione del blocco democratico popolare (prevalentemente comunista): un comunista, Yrio Leino, entrò per la prima volta in un ministero come ministro dell'Interno, sempre sotto la presidenza di Paasikivi. Non si poteva non tener conto del potente vicino, la Russia, che aveva la parte del leone nella commissione di controllo istituita in forza dell'armistizio; che presidiava i punti principali del paese; che appoggiava, sottomano, i partiti locali di estrema sinistra; che chiedeva l'esemplare condanna dei cosiddetti "criminali di guerra" e reclamò la consegna di un migliaio di "russi bianchi", rifugiatisi in Finlandia fin dalla rivoluzione del 1917. Una soddisfazione alla potenza occupante e agli elementi comunisti del paese fu il processo contro gli uomini politici principalmente responsabili della partecipazione della Finlandia alla guerra contro la Russia. Poiché le prime sentenze sembrarono troppo miti, il processo fu celebrato una seconda volta: l'ex-presidente Ryti, l'ex-ministro Tanner, ecc., furono condannati a pene massime di 10 anni di carcere (21 febbraio 1946). Le dimissioni di Mannerheim da presidente della repubblica (4 marzo 1946) portarono Paasikivi a succedergli e, dopo una laboriosa crisi, M. Pekkala alla presidenza del consiglio. Il 10 febbraio 1947 la pace firmata a Parigi non fece che confermare le condizioni dell'armistizio del 17 settembre 1944. Il paese, stremato dalla guerra, ma sano nelle sue intime fibre, ha ripreso coraggiosamente l'opera di ricostruzione e riacquista la considerazione internazionale che già aveva goduto. Gravano sul paese il peso delle riparazioni da pagare alla Russia, le difficoltà alimentari, gli aiuti ai profughi della Carelia, e, moralmente, il senso della sconfitta e della schiacciante preponderanza russa.
Avvenuto il colpo di stato in Cecoslovacchia che ancorò questo paese all'organizzazione politico-militare dell'Unione Sovietica, la Russia, che si era allarmata dell'esito delle elezioni municipali in Finlandia (dicembre 1947) dove i partiti di centro e di destra avevano conquistato il 58 per cento dei seggi, invitò il presidente Paasikivi con lettera di Stalin resa nota il 26 febbraio 1948, a firmare un patto di amicizia con l'Unione Sovietica; patto sottoscritto a Mosca il 6 aprile, salva la ratifica del parlamento finlandese. Il patto, della durata di 10 anni, stabilisce che le truppe finlandesi saranno impiegate solo per la difesa del territorio nazionale; che in caso di aggressione esterna i due governi si consulteranno sulla opportunità che le truppe sovietiche contribuiscano alla difesa della Finlandia; che i due Paesi non concluderanno alleanze con paesi ostili a una delle due parti contraenti; che rispetteranno la rispettiva sovranità e integrità territoriale.
Dopo questa forzata sistemazione dei rapporti con l'URSS, il governo finlandese ha dovuto preoccuparsi della situazione interna turbata dalla scissione avvenuta in seno al Partito democratico del popolo a causa dei socialisti che non intendevano sottostare al controllo politico del partito comunista capeggiato da Y. Leino, ministro dell'Interno. In seguito a un voto contrario del parlamento, al quale non ha voluto sottostare, il Leino è stato dimesso (21 maggio 1948) da Paasikivi in forza dell'art. 36 della costituzione finlandese. Le nuove elezioni politiche del giugno 1948 hanno segnato la vittoria delle destre e specialmente del Partito agrario che è salito da 49 a 56 seggi, mentre i democratici popolari, controllati dai comunisti sono scesi da 49 a 39 seggi.
Bibl.: E. Migliorini, Finlandia e Stati Baltici, Roma 1937; P. Aarti, Il cammino dei Finni verso l'indipendenza, Napoli 1937; Documents sur les relations Finno Sovietiques, Helsinki 1940; I. Montanelli, I cento giorni della Finlandia, Milano 1940; Finlandia (a cura di L. Salvini e altri) Roma 1941.