Pittore (Bologna 1578 - ivi 1660). Fu alla scuola di D. Calvaert, insieme a G. Reni, che poi seguì nell'Accademia carraccesca. Recatosi a Roma (c. 1601-1602), collaborò con Annibale Carracci alle lunette Aldobrandini (Assunzione, ora nella Gall. Doria), e, più tardi (1610), con G. Reni negli affreschi della cappella del Quirinale. L'opera più rilevante degli anni romani è la decorazione di una sala del palazzo Giustiniani a Bassano di Sutri (1609-10), cui segue quella della galleria di pal. Verospi a Roma (1611 circa). Volgendosi poi a una visione sempre più vicina a quella del Domenichino, crea una serie di opere di un raffinato classicismo, quali le quattro Storie di Venere ora nella Gall. Borghese (1625). Ritornato a Bologna nel 1625, vi svolse un'ampia attività, dipingendo numerose pale d'altare in cui la sua vena si va via via impoverendo: tra queste si ricordano il Gesù Fanciullo (1631) in S. Maria di Galliera, l'Annunciazione della chiesa di S. Bartolomeo (1632).