Poeta e critico francese (Caen 1555 - Parigi 1628). Dopo aver studiato giurisprudenza in Francia e in Germania, si pose al servizio del duca d'Angoulême (1576), trasferendosi a Aix, dove si legò a magistrati umanisti. Nel 1605 divenne poeta di corte. La sua opera non è copiosa: il poemetto, poi rinnegato, Les larmes de Saint-Pierre (1587), a imitazione del poema di Tansillo, le stanze della Consolation à M. du Périer per la morte della figlia (che è la sua poesia più celebre, del 1600 circa), diverse odi, a Enrico IV, a Maria de' Medici, a Luigi XIII, rime varie e versioni in prosa di scrittori latini. Ma l'importanza di M., consacrata nell'Art poétique da Boileau, che fa cominciare da lui la storia della vera poesia francese, sta nell'ideale artistico di chiarezza e purezza che egli formulò nettamente, così per la lingua come per la letteratura: ideale a cui si ispirò tutto il pensiero classico, culminante nell'età di Luigi XIV. Delle sue idee critiche M. non lasciò un'esposizione sistematica; esse ci sono note dalle attestazioni dei contemporanei e dei suoi discepoli (Racan in particolare), e dalle sue postille alle poesie di Ph. Desportes, che segnano la rottura con la Pléiade.