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Nel 1958 il Gabon ha ottenuto l’autonomia dalla Francia, che aveva colonizzato il paese nel 1903, e il 17 agosto 1960 è stato proclamato repubblica indipendente. A differenza della Repubblica Centrafricana, del Ciad e della Repubblica del Congo, che facevano parte con il Gabon dell’Africa equatoriale francese e che conquistarono l’indipendenza nel medesimo anno, il paese ha vissuto in seguito un cinquantennio di relativa stabilità.
Nel 1990, dopo vent’anni di governo a partito unico, il paese ha adottato un sistema politico multipartitico e nel 1991 ha approvato una riforma costituzionale che prevede l’adozione di un sistema presidenziale con l’elezione a suffragio universale del capo dello stato, per un mandato di cinque anni (successivamente esteso a sette). Quella di presidente è la carica più importante della Repubblica gabonese. Ali Bongo Ondimba, figlio dell’ex presidente Omar Bongo Ondimba, è stato eletto capo dello stato nel 2009. Proprio la sua elezione e la percezione da parte della popolazione locale di un potere immutabile hanno scatenato una serie di violente proteste contro la stessa famiglia. Tuttavia l’appoggio incondizionato delle forze armate e la copertura francese sono una garanzia di tenuta per il governo.
Sul piano internazionale, sin dall’indipendenza il Gabon ha mantenuto solidi rapporti con la Francia, che è ancora oggi il maggior partner commerciale dello stato equatoriale. A Libreville, la capitale gabonese, Parigi può inoltre disporre di un’importante base militare dove sono acquartierati 775 soldati: la presenza – anche simbolica – dell’esercito francese ha contribuito a mantenere la stabilità politica nel paese. Le relazioni con gli Stati Uniti sono buone, anche in virtù degli accordi commerciali per l’esportazione di petrolio. Allo stesso modo si stanno rinsaldando i rapporti economici con la Cina.
A livello regionale la situazione diplomatica è invece più delicata. Il Gabon ha infatti provocato un inasprimento dei rapporti con la Guinea Equatoriale a causa di una disputa territoriale. Sin dal 2003 i due paesi rivendicano la propria sovranità sulle acque attorno a Mbane, Conga e Cocotiers, isole a nord di Libreville, e nella Baia di Corisco, dove si pensa possano trovarsi significative quantità di petrolio. Il confronto, se non adeguatamente contenuto entro i canali diplomatici, potrebbe sfociare in un conflitto armato.
Con un pil pro capite di oltre 16.000 dollari, l’economia del Gabon si presenta come una delle più prospere dell’intero continente africano. La crescita del paese passa attraverso l’estrazione e la raffinazione del petrolio, sia off-shore che on-shore, nei pressi di Port-Gentil, dove nel 1967 è stata costruita l’unica raffineria nazionale. Sogara, società gabonese di raffinazione, appartiene per il 25% allo stato e per il 75% a un consorzio internazionale a maggioranza francese. Nonostante la produzione sia in calo da più di un decennio, le risorse di idrocarburi contribuiscono ancora per il 54% al pil nazionale. Lo sfruttamento delle foreste per l’esportazione di legno ha sollevato dubbi e proteste per il danno ecologico.
Oltre al petrolio, in Gabon si trovano grandi riserve minerarie di manganese – di cui il paese è il terzo produttore al mondo – così come di diamanti, oro, fosfati e ferro. Nonostante i grandi proventi dell’industria estrattiva e lo sviluppo dei servizi ad essa collegati, una vasta quota della popolazione versa in condizioni di semi-povertà e continua a praticare un’agricoltura di sussistenza.