Sito archeologico egiziano, noto oggi come Naga el-Gherira, a S di Luxor, sulla riva occidentale del Nilo. Il nome arabo deriva dall’antico egiziano Inrty («due colline»). In età greca G. era conosciuta come Afroditopolis e Pathrus, dal culto locale della dea Hathor. Nel corso di numerose campagne di scavo (1910-37), dirette da E. Schiaparelli e poi da G. Farina, sono emerse testimonianze eccezionali della vita quotidiana, dell’arte, della scrittura, della religione e del culto funerario che vanno dal 4° millennio a.C. al 1° sec. d.C.: rilievi del tempio di Hathor; tombe, da cui proviene un telo di lino dipinto, primo esempio di pittura su tela noto; corredi funebri ricchi di suppellettili, papiri, dipinti, sarcofagi (tomba degli Ignoti, tomba di Ini, tomba di Iti e Neferu). Gran parte del materiale è conservato presso il Museo Egizio di Torino, che dal 1990 ha ripreso i lavori di scavo nel sito.