GENOVA (XVI, p. 547)
Sviluppo demografico (p. 551). - I risultati del censimento 1936 dànno per il comune unificato una popolazione presente di 631.346 ab. e una popolazione residente di 634.646 ab. Al primo luglio 1937 la popolazione presente ascendeva a 641.078 ab. (densità media: 273 per kmq.) e quella residente a 648.501 abitanti.
Dai dati relativi al decennio 1927-1936 si rileva un costante incremento della popolazione, dovuto principalmente all'eccedenza degli immigrati sugli emigrati; il saldo demografico (differenza tra il numero dei nati e quello dei morti) è risultato positivo dal 1927 al 1933 (variando da 0,4 al 3,5‰), pressoché nullo nel 1934, e lievemente negativo negli anni 1935 e 1936 (con le cifre rispettive del 0,4 e del 0,1‰).
Nell'anno 1936 i matrimonî sono ascesi a 6,7 per ogni mille abitanti, i nati al 12,5‰, i morti al 12,6‰. Le cifre analoghe per i singoli anni del decennio 1927-36 hanno oscillato tra il 6,7 e il 5,6‰ (matrimonî), tra il 15,5 e il 12‰ (nati), tra il 13,8 e il 12‰ (morti).
Sviluppo portuale (p. 552). - Dal 1931 a tutto il 1937 importanti opere sono state eseguite nel porto di Genova per l'ampliamento dello stesso, il suo arredamento o la trasformazione di alcune sue parti.
Vanno citate in primo luogo le opere di completamento del bacino 28 ottobre che è situato a ponente del bacino Vittorio Emanuele III e precisamente si estende dal Ponte San Giorgio al molo di sottoflutto sulla sinistra del Polcevera, difeso dalla diga Principe Umberto. Nello specchio acqueo così racchiuso sono stati costruiti cinque sporgenti: i primi due (Ponti Etiopia ed Eritrea) sono completamente ultimati, arredati di numerose gru elettriche, dei binarî ferroviarî, e dotati di grandiosi magazzini; il terzo (Ponte Somalia) è pure ultimato; il quarto (Ponte Libia) è in via di ultimazione; il quinto è quasi ultimato e sul lato ovest di esso è sorta una nuova grande officina per l'allestimento di navi (Società Ansaldo) già in funzione per l'allestimento della R. N. Littorio.
Un importante gruppo di opere è quello che venne richiesto dall'entrata in servizio dei grandiosi transatlantici Rex e Conte di Savoia (i maggiori della marina mercantile italiana e tra i maggiori del mondo), e cioè il prolungamento del maggior bacino di carenaggio da m. 240 a m. 260, il taglio della testata del Molo Vecchio per facilitare il passaggio delle nuove navi, la trasformazione del Ponte Andrea Doria e la costruzione su esso di una grande stazione passeggeri dotata di tutti i servizî di cui dispone quella di Ponte dei Mille con la quale è collegata mediante viadotto. Le due stazioni costituiscono un complesso di edifici per il movimento passeggeri che può stare a confronto con le più importanti stazioni marittime costruite in questi ultimi anni in Europa, quali quelle di Napoli, Le Verdon (Bordeaux), Cherbourg, Le Havre.
Degne di citazione le opere di collegamento del porto con la nuova autocamionale Genova-Valle del Po e i nuovi allacciamenti ferroviarî. Questi, che interessano principalmente il nuovo bacino XXVIII Ottobre, consistono in un raccordo provvisorio con le linee uscenti dal bacino Vittorio Emanuele, ma è stato già costruito un tratto importante della nuova linea Bacino XXVIII Ottobre-Succursale dei Giovi, tratto comprendente un notevole viadotto in curva che, salendo dal piano delle calate, valica il Polcevera e la linea ferroviaria Genova-Ventimiglia. L'allacciamento della nuova autocamionale col porto è stato realizzato mediante un grande viadotto di circa 180 m. di lunghezza e 20 di larghezza che sorpassa con una sola arcata di 40 m. Via di Francia, e quindi scende con una rampa elicoidale dalla quale si staccano due rami, uno diretto verso levante alla base del Ponte Assereto, l'altro in direzione sud-est che discende alle calate del bacino XXVIII Ottobre.
Un'importantissima opera portuale, i cui lavori sono molto avanzati, è il nuovo grande bacino di carenaggio che sta sorgendo in prossimità dei tre già esistenti alle Grazie, parallelo a essi e alla distanza di m. 50 dal molo Guardiano. Quando sarà completamente ultimato, sarà lungo m. 350 e largo m. 40, avrà due entrate (una verso l'interno del porto, per i grandi transatlantici, e l'altra attraverso il taglio del molo Giano, per i bastimenti minori) e potrà essere suddiviso, occorrendo, in tre sezioni adatte alle varie lunghezze delle navi. In un primo tempo si eseguiranno i primi 280 metri dall'estremità verso il porto interno, formando una testata provvisoria al molo Giano.
Ricorderemo ancora la costruzione di varî magazzini, la sistemazione di alcune calate, e la dotazione di numerose gru elettriche, il cui numero è salito a 80 oltre le 54 gru affidate a imprese private, mentre pressoché invariato è rimasto il numero delle gru idrauliche e degli elevatori di carbone.
Tutti i lavori descritti hanno evidentemente aumentato in modo considerevole la potenzialità del porto di Genova; lo sviluppo delle calate ascende a 13 km. che consentono 130 posti di accosto per navi grandi e piccole; nella zona dei carboni 16 piroscafi di grande tonnellaggio possono scaricare simultaneamente; i magazzini in servizio delle merci sono oltre 60 con una superficie coperta di 270.000 mq.; i depositi per olî minerali possono contenere 70.000 mc. di liquidi; i silo granarî hanno una capacità di circa 70.000 tonn. di grano e dispongono di un impianto meccanico che può aspirare cereali dalle stive di due piroscafi contemporaneamente con una potenzialità di 4500-5000 tonnellate giornaliere. La rete ferroviaria del porto, che misura 100 km., è collegata alle stazioni e ai parchi attraverso 11 gallerie; in certi giorni di punta gl'impianti del porto hanno consentito un movimento di oltre 2000 vagoni.
Nel 1937 è stata decisa l'istituzione di un punto franco nel bacino XXVIII Ottobre.
Il movimento del porto dal 1933 al 1936 risulta dai dati statistici riassuntivi compresi nell'unita tabella.
Porto aeronautico industriale (p. 555). - L'attuale idroscalo, utilizzato dalla sezione locale della R.U.N.A. e dalla scuola di pilotaggio, servito dalla linea aerea passeggeri Roma-Marsiglia che effettua viaggi a giorni alterni, ha carattere provvisorio; il completamento del bacino XXVIII Ottobre avrebbe infatti reso impossibile la coesistenza nella stessa zona del traffico della marina mercantile con quello aereo.
Alle necessità del traffico aereo sarà quindi provveduto mediante la costruzione iniziata sul finire del 1937 di un completo aeroporto che sorgerà nel tratto di mare antistante la spiaggia di Genova-Sestri, fra lo scoglio di Sant'Andrea (Castello Raggio) a levante e la località Multedo a ponente.
Il nuovo aeroporto consisterà in uno specchio d'acqua per idrovolanti della superficie di 1.500.000 mq. circa (racchiuso da una diga frontale lunga circa 1700 m. e a due moli spiccati da terra pressoché normalmente, dello sviluppo di un km. circa ciascuno) e in un campo per apparecchi terrestri di 450.000 mq. circa in immediata contiguità dell'idroscalo. Lo specchio acqueo potrà essere utilizzato anche per le necessità delle varie industrie della zona e in particolare dai cantieri navali che avranno assai facilitate le operazioni di varo: di qui il nome di porto aeronautico industriale.
È previsto nell'angolo occidentale del costruendo bacino la formazione di un porticciolo per i combustibili liquidi.
L' autocamionale Genova-Valle del Po. Importante via di comunicazione, per autoveicoli, da Genova a Serravalle Scrivia, della lunghezza complessiva di 50 km., che consente di prendere le merci dalla stiva delle navi e trasportarle direttamente senza altra spesa di carico e scarico nei magazzini delle industrie del Piemonte, della Lombardia e dell'Emilia che devono lavorarle e trasformarle. La sua costruzione, voluta dal Duce e deliberata nel febbraio 1932, fu iniziata il 6 ottobre 1932 e terminata il 29 ottobre 1935
La camionale parte a quota 23 dal piazzale di S. Benigno, segue la valletta di S. Bartolomeo e tagliati i colli Belvedere e Promontorio si affaccia in Val Polcevera per raggiungere Bolzaneto, di dove prosegue risalendo la Val Secca. Sottopassata la sella di Serra Riccò e attraversato il vallone di Montanesi raggiunge il Colle della Vittoria, displuvio fra i versanti tirrenico e adriatico, sottopassandolo a quota 413,30, la massima dall'arteria. Prosegue poi per la Valletta del Capellino e raggiunge la Valle Scrivia a monte di Busalla. Superata la stretta di Pietrabissara, oltrepassati il vallone Saliera e i torrenti Spinti e Borbera, l'arteria giunge a Serravalle Scrivia, al 50° chilometro e quota 216,50.
La sede stradale è larga metri 10, di cui 9 pavimentati, consentendo tre piste di tre metri ciascuna; quelle laterali per i due sensi di marcia e la centrale per il sorpasso. La pavimentazione è di tre tipi: calcestruzzo di cemento per 8 km., massicciata di pietrisco cilindrato e manto di bitume per 31 km., massicciata di pietrisco cilindrato e polvere di asfalto per 11 km. La pendenza è generalmente al disotto del 2,50% e le curve hanno raggi, in massima, di almeno 100 metri.
Le opere d'arte maggiori sono 30, e cioè i viadotti del Bersaglio (lungo 123 metri) del Torbella (174 m.) e di Montanesi (273 m.), 16 ponti, 11 gallerie (tra le quali la galleria del Littorio della lunghezza di 909 m.). La stazione di Genova ha un piazzale di circa 50.000 mq. e un fabbricato dotato di tutti i servizî occorrenti.
Sviluppo urbanistico (p. 555). - Con l'esecuzione della copertura del Bisagno che eliminava l'isolamento della parte orientale della città s'imponeva lo studio di un piano regolatore che, predisponendo con unico criterio lo sviluppo edilizio del centro della città fino alla foce e tracciando razionalmente le vie del traffico, portasse un notevole contributo al risanamento della parte più centrale della città; piano che abbracciasse alcune fondamentali soluzioni urbanistiche già adottate e in parte già eseguite, quali la citata copertura del Bisagno, la monumentale sistemazione di Piazza della Vittoria, la prosecuzione di Via Dante e la Galleria Cristoforo Colombo. Il piano definitivo, denominato "piano regolatore di alcune zone del centro" fu approvato con r. decr.-legge 8 settembre 1932.
La parte più notevole dello sviluppo edilizio verificatosi a Genova dal 1931 in poi si impernia sulla realizzazione di questo piano regolatore, sviluppatasi particolarmente in tre zone. Una di queste è la zona centralissima di Via Dante dove, dopo le ingenti demolizioni per la prosecuzione di quella via fino alla Galleria Cristoforo Colombo (inaugurata e aperta al traffico il 28 ottobre 1933) e dopo le ulteriori vaste demolizioni per la preparazione delle nuove aree fabbricabili, stanno sorgendo grandi edifici che inquadreranno la Piazza Dante prevista dal piano regolatore. L'altra zona che va assumendo il suo aspetto definitivo è quella di Piazza della Vittoria; degli 8 monumentali palazzi che faranno ala al monumento ai Caduti (arco trionfale) quattro sono già ultimati e altri due sono già in corso di costruzione. Alla provincia e al comune sono dovuti rispettivamente i due palazzi di fondo (questura e liceo Doria) che fanno parte della grandiosa sistemazione progettata attorno all'asse di simmetria stazione Brignole-Monumento ai Caduti. La terza zona in cui si constata un rilevante sviluppo edilizio è quella della Foce dove esisteva lo storico cantiere della Foce soppresso nel 1929; ivi numerosi caseggiati sono sorti in questi ultimi anni e ora sta per essere iniziata la costruzione di quelli che delimiteranno la grande piazza a mare prevista dal piano regolatore.
Un cenno a parte va fatto per il grandioso palazzo delle Finanze in vicinanza di Piazza della Vittoria, costruito negli anni 1932-33 dal comune per conto dello stato quale contropartita della cessione che lo stato fece al comune del Palazzo ducale (antica residenza dei Dogi e ora palazzo di giustizia), dei vecchi uffici finanziarî, e di numerose aree.
Sono continuati i lavori di allargamento della litoranea (Via Aurelia) sia a levante (nella zona del monumento dei Mille e di Priaruggia) sia a ponente (Pegli e Pra): ma assai più importanti sono stati i lavori stradali diretti a migliorare le comunicazioni del centro con le zone di levante e ponente. Tra i primi vanno citati: il completamento della strada a nastro in Albaro; l'apertura della Galleria Principe di Piemonte tra detta strada e Piazza Palermo; la grandiosa arteria sopraelevata di Corso Giulio Cesare costruita negli anni 1932-33 (in gran parte consistente in un imponente manufatto di cemento armato a più piani) che costituisce ampia via di accesso alla città universitaria, al grande ospedale di S. Martino e alla zona omonima; l'apertura di Via Tolemaide e la sistemazione di Piazza Verdi. Tra i secondi vanno citati: il viadotto di raccordo tra Via Carlo Alberto e quello di Ponte dei Mille, e tra questo e Via Milano, l'allargamento di Via Milano sopra i magazzini ferroviarî del porto mediante demolizione dei terrazzi che li coprivano e incorporazione della nuova più bassa copertura nella sede stradale, il completamento di Via Generale Cantore che, partendo da Via Milano in corrispondenza all'inizio di Via Francia, sale al piazzale della camionale e prosegue nell'ex-comune di Sanpierdarena per riallacciarsi alle strade preesistenti in corrispondenza della stazione ferroviaria. Questa grande strada è oggi la più importante della zona costituita dall'ex-comune di Sanpierdarena, zona per la quale va citato il piano regolatore che disciplina le costruzioni (in parte già eseguite) nella vasta area a sud della stazione ferroviaria e la sistemazione edilizia limitrofa.
Dopo il 1930 sono stati costruiti altri padiglioni a complemento degli istituti universitarî, nonché numerosi edifici scolastici in tutto il territorio del comune. Tra i nuovi mercati, notevoli quello dei fiori e quello del pesce. Meritano ancora citazione: le piscine di Albaro, costituite da una grandiosa piscina coperta e da tre piscine scoperte, l'imponente complesso ospedaliero per bambini costituito dall'istituto Giannina Gaslini costruito presso Sturla per iniziativa e a spese dell'industriale Gerolamo Gaslini, il grande sanatorio costruito a S. Martino dall'Istituto nazionale fascista della previdenza sociale, e altri importanti edifici di carattere sanitario. Numerose sono le Case littorie sorte in quasi ogni rione.
Nel campo dell'arte vanno citate: la prosecuzione dei restauri del Palazzo ducale, il restauro della Torre del Popolo e quello del Palazzo Vecchio del comune, ecc.
Istituti di cultura e musei (p. 571). Università e scuole superiori. - Con r. decr. 20 febbraio 1936 il R. Istituto superiore d'ingegneria (già Regia Scuola d'ingegneria navale) e il R. Istituto superiore di scienze economiche e commerciali sono stati incorporati nella Regia Università come, rispettivamente, facoltà di ingegneria e facoltà di economia e commercio.
Biblioteche. - La Regia Biblioteca universitaria, con l'ampliamento effettuato nell'antica chiesa di S. Gerolamo, è stata dotata di moderne scaffalature metalliche e ha oggi una capacità di circa 350.000 volumi.
Museo civico del Risorgimento e della guerra 1915-18. - In data 22 giugno 1934 è stato trasferito nella Casa di Mazzini che è diventata contemporaneamente sede dell'Istituto mazziniano, destinato a raccogliere la bibliografia e i cimelî relativi al movimento mazziniano.
Museo civico di archeologia ligure. Questo museo, già raccolto nella palazzina della Villetta di Negro, è stato trasferito (1936) nel palazzo della Villa Durazzo Pallavicini a Pegli.
Museo civico di archeologia ed etnografia americana. - E stato ordinato, nel 1936, al piano superiore del palazzo della Villa Durazzo Pallavicini a Pegli.
Museo della Villetta di Negro. - Inaugurato il 10 giugno 1934, è un museo a carattere etnografico genovese, che si distingue per una copiosa documentazione iconografica dell'espansione della città attraverso i tempi.
Sviluppo industriale. - Lo sviluppo industriale della città è notevolissimo e gli stabilimenti sono prevalentemente concentrati negli ex-comuni di Sanpierdarena, Cornigliano, Sestri, Borzoli, Rivarolo, Bolzaneto, e nel porto. Secondo il censimento del 1936 gli occupati nell'industria ammontavano a 124.585.
L'attività industriale si esplica nei più svariati rami e principalmente nelle industrie meccaniche, siderurgiche e navali, nelle industrie chimiche (importanti specialmente gli oleifici e i saponifici), nei molini e pastifici, nelle industrie alimentari (conserve alimentari, raffinerie d'olio d'oliva) e dolciarie, e nell'industria edilizia.
Di tutte le industrie citate quelle di gran lunga più sviluppate in Genova sono le meccaniche, siderurgiche, e navali (costruzioni metalliche, meccaniche, elettromeccaniche, di materiale mobile ferroviario e tramviario, di grandi artiglierie, acciaierie, ferriere, fonderie, cantieri navali, allestimento e riparazione navi, demolizione navi, ecc.), le quali costituiscono uno dei più importanti complessi del genere esistenti in Italia. Inoltre alcune fra le più importanti industrie siderurgiche meccaniche e navali, con stabilimenti sparsi in tutta Italia, in Genova hanno la loro sede e la loro direzione.
Quest'ultima circostanza, che assegna alle funzioni industriali di Genova un'eccezionale importanza, si verifica anche per numerose altre industrie e soprattutto per l'industria dello zucchero. Infatti le società zuccheriere che hanno sede in Genova e stabilimenti quasi tutti altrove, controllano oltre il 75% della produzione nazionale, e in Genova ha sede il consorzio che disciplina l'intera industria nazionale dello zucchero in ogni fase.
Un cenno particolare merita l'industria armatoriale che si svolge in Genova da secoli. Essa è ora esercitata da alcune compagnie di navigazione (fra le quali la più importante compagnia italiana) le quali si dedicano specialmente al traffico passeggeri, e da numerosi altri armatori che esercitano principalmente la marina da carico. Si noti che delle 1164 navi battenti bandiera italiana (settembre 1937) con una stazza lorda complessiva di 3.139.417 tonn., 645 sono iscritte al compartimento di Genova con una stazza lorda complessiva di 1.871.398 tonn.
Accenneremo infine ad alcune industrie che si distinguono per una produzione tradizionale o particolarmente pregiata come le concerie, la lavorazione del sughero, la ceramica, ecc.
La provincia di Genova (p. 574). - In base al r. decreto 13 aprile 1933 sono tornati a far parte della provincia di Genova i comuni di Cogoleto e di Tiglieto (che nel 1927 erano passati alla nuova provincia di Savona); in conseguenza il litorale facente parte della provincia si estende da Cogoleto a Moneglia, e la superficie complessiva della provincia ascende a 1812,56 kmq.