Nome d'arte della regista francese Germaine Saisset-Schneider (Asnières, o Amiens, 1882 - Parigi 1942); critico teatrale (dal 1908), nel 1916 esordì nella regia cinematografica cercando fin dai primi film di risolvere, in corrispondenza col suo punto di vista teorico, un problema di espressione: le sue ricerche trovarono felice traduzione nelle immagini di Fête espagnole (1919) su scenario di Delluc (di cui la D. continuò l'opera sviluppando i cineclub). Diresse molti film, non sempre congeniali al suo temperamento inquieto, ma spesso validi per poche significative sequenze; ricordiamo La cigarette (1919); La belle dame sans merci (1921); La mort du soleil (1922); e infine La souriante madame Beudet (1922), che aprì la via a un cinema psicologico e intimista nel quale però la Dulac non proseguì, volgendosi invece a una nuova fase di avanguardia. Il primo film che si rifaceva al surrealismo fu infatti il suo La coquille et le clergyman (1928) su scenario di Artaud. Interessanti anche i suoi Disque 957, Arabesque, Rythme et variation (citato anche come Thèmes et variations), in cui il movimento delle immagini segue un ritmo suggerito dalla musica di Chopin e Debussy.