Scrittore iraniano (n. 1923 - m. 1969). Fortemente impegnato in un primo momento, abbandonò poi la politica attiva per dedicarsi sempre più a una multiforme attività di traduttore, saggista, e soprattutto di letterato. In tale veste attraversò una prima fase di particolare attenzione verso problematiche di ordine sociale, come è testimoniato dalle raccolte di racconti Dīd o bāzdīd ("Scambio di visite", 1945), Az ranǧī ke mībarīm ("Per il dolore che portiamo", 1947) e dal romanzo Modīr-i madrase ("Direttore di scuola", 1958). In seguito sviluppò un tono intimistico legato al recupero di temi, motivi e valori, retaggio della tradizione del suo paese: fondamentale al riguardo è la raccolta di saggi Gharb-zadegī ("Occidentosi", 1963) nella polemica contro il colonialismo culturale proveniente dall'Occidente. Postumo (1971) è stato pubblicato il volume Panǧ Dāstān ("Cinque storie").