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Vasari, Giorgio

di Caterina Volpi - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Vasari, Giorgio

Caterina Volpi

Dipingere con la penna, scrivere con il pennello

Prima ancora che in pittura o in architettura, che pure esercitò con successo, il toscano Giorgio Vasari ebbe una straordinaria capacità nel promuovere sé stesso e i pittori suoi amici, riuscendo ben presto a dominare la scena artistica italiana. Grazie al suo talento maggiore, quello letterario, creò la sua opera più straordinaria: il primo libro di storia dell’arte, intesa in senso moderno

La formazione fiorentina

Giorgio Vasari nacque ad Arezzo nel 1511 ma molto presto si trasferì a Firenze, dove entrò nel gruppo dei protetti della famiglia Medici sfruttando la conoscenza dei giovani Ippolito e Alessandro de’ Medici, compagni di giochi. Gli anni giovanili, passati a studiare presso Michelangelo, furono interrotti dalla cacciata dei Medici, a seguito della quale Vasari dovette ritornare ad Arezzo.

Nella città natale l’artista esordì come pittore, mostrandosi però poco originale perché ancora molto legato allo stile manierista (manierismo) di Rosso Fiorentino (Deposizione, Arezzo, Ss. Annunziata, e Cristo portato al sepolcro, Arezzo, Casa Vasari). A seguito della nomina di Ippolito de’ Medici a cardinale, Vasari si trasferì a Roma.

Nella città papale ricostruì la rete di protettori illustri che aveva avuto a Firenze: dai ricchi banchieri fiorentini, come Bindo Altoviti, ai letterati quali Pietro Aretino, fino ai membri delle famiglie papali.

Incomincia così la sua carriera di artista cortigiano al servizio di diverse signorie italiane. Tra il 1535 e il 1540 l’instancabile Vasari prese a viaggiare lungo tutta l’Italia, lasciando opere da Venezia (soffitto di Palazzo Corner Spinelli) a Bologna (S. Michele in Bosco), da Ravenna e Rimini fino a Napoli (Monastero degli Olivetani, S. Giovanni a Carbonara). Durante queste peregrinazioni egli studiò anche gli artisti e l’arte dei vari paesi, preparando il materiale per le sue Vite.

La glorificazione delle grandi famiglie: dai Farnese ai Medici

Tornato definitivamente a Roma fu accolto nella corte di Alessandro Farnese che, nel 1546, gli commissionò gli affreschi della Sala dei cento giorni nel Palazzo della Cancelleria. I dipinti della sala, che prende il nome dal tempo impiegato dall’artista per il completamento dell’opera, raffigurano gli episodi storici più importanti avvenuti durante il pontificato di Paolo III (zio di Alessandro Farnese) in un clima di glorificazione dell’operato del papa. Vasari divenne maestro di questa pittura celebrativa e di propaganda, che gli procurò enorme fama e molte richieste di lavoro.

Tra queste ultime, l’impresa più importante è la decorazione e la ristrutturazione di Palazzo Vecchio a Firenze voluta da Cosimo de’ Medici nel 1555. Vasari, aiutato da una schiera di giovani artisti, portò a termine gli affreschi del palazzo entro il 1562, per poi dedicarsi alla parte più impegnativa, il Salone dei Cinquecento. Come negli affreschi della Sala dei cento giorni, anche qui la storia di Firenze si identifica con quella della famiglia Medici, adulata con immagini di guerre vittoriose, ingressi trionfali, divinità e incoronazioni.

Ormai al culmine della celebrità, intorno al 1570 Vasari continuò a dividersi tra Roma e Firenze. Per Pio V eseguì un’altra serie di affreschi storici e celebrativi nella Sala Regia in Vaticano, mentre per Francesco de’ Medici diresse la decorazione di un bizzarro studiolo in Palazzo Vecchio, conclusa qualche anno prima della morte, che avvenne nel 1574.

Vite di artisti

Il capolavoro letterario di Vasari è il monumentale lavoro delle biografie degli artisti da Cimabue ai suoi tempi intitolato Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti.

L’opera fu pubblicata una prima volta nel 1550 e poi, con profondi mutamenti di struttura e di contenuti, nel 1568. La storia dell’arte italiana, divisa in tre periodi, ha inizio secondo Vasari con Cimabue, e trova il suo punto di arrivo in Michelangelo, culmine di un processo di costante progresso artistico. Michelangelo è l’eroe cui le Vite sono dedicate. Il libro possiede grande freschezza narrativa e la capacità di cogliere il lato interessante e distintivo nelle opere e nelle vite degli artisti, ed è ancora oggi una piacevole oltre che utilissima lettura.

Vedi anche
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