Acuto, Giovanni
Nome italianizzato del condottiero inglese John Hawkwood (1323? - Firenze 1394). Figlio di un proprietario terriero dell’Essex (ma poco si sa della sua giovinezza), militò sotto re Edoardo III nella prima fase della guerra dei Cento anni. Dopo il trattato di Brétigny (1360) A. e altri capitani rimasti senza soldo costituirono una compagnia di ventura che operò scorrerie nel Sud della Francia. Dal 1362 fu in Italia, inizialmente al servizio di Giovanni II Paleologo marchese di Monferrato.
Dal 1363 militò al servizio di Pisa, poi di Bernabò Visconti, signore di Milano. Nel 1372 fu assoldato da papa Gregorio XI. Durante la guerra degli Otto santi (1475-78), militò prima al servizio del papa contro Firenze, ma nel 1377 ‒ scaduta la condotta con il papa ‒ si accordò con Firenze. Durante la guerra tra Firenze a Gian Galeazzo Visconti (dal 1390), A. condusse una spedizione militare in Lombardia (primavera-estate 1391). Accerchiato dalle truppe milanesi di Iacopo Dal Verme, riuscì a portare abilmente in salvo le proprie truppe: ciò che lo fece celebrare a Firenze come un eroe. Quando morì, nel 1394, in suo onore il Comune commissionò ad Agnolo Gaddi e Giuliano Arrighi un affresco a S. Maria del Fiore (poi rifatto da Paolo Uccello).
A. è uno dei molti mercenari ricordati (con intenzioni polemiche, naturalmente) in Principe xii. Al servizio della Repubblica fiorentina ‒ osserva M., con argomentazione ipotetica ‒ avrebbe potuto fare gravi danni, fino a conculcarne la libertà; se ciò non successe fu solo perché al servizio di Firenze non ottenne mai vittorie decisive («non vincendo, non si poteva conoscere la fede [di lui]», ma «vincendo, stavano e’ fiorentini a sua discrezione»: § 19): con implicito richiamo alla ricordata ritirata dalla Lombardia nel 1391.
A. è quindi nominato in relazione a eventi militari, ma senza valutazioni specifiche, nelle Istorie fiorentine (I xxxii 6; III xix 9; III xxii 8).