Astrofisico e divulgatore scientifico italiano (Desio, Milano 1944 - Madrid 2017). Considerato uno dei più autorevoli astrofisici italiani, laureato in Fisica a Milano con G. Occhialini, si è occupato di ricerca spaziale in Italia e nel mondo. Professore ordinario dal 1990, dal 1970 al 1990 come ricercatore del CNR ha fatto esperienze in centri della NASA, dell’ESA e del CNES, e in Germania e URSS. Direttore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (1997-2002), che ha poi presieduto dal 2007 al 2008, dal 2010 al 2014 è stato il presidente del COSPAR (Comitato Mondiale per la Ricerca Spaziale), primo italiano ad aver assunto tale carica. Dal 2011 al 2015 è stato presidente dell'INAF, l'Istituto nazionale di astrofisica. Ha partecipato attivamente alla progettazione e costruzione di numerosi satelliti scientifici ed è conosciuto a livello internazionale per aver scoperto nel 1972 Geminga, la "stella che non c'è", e per il lavoro ventennale che ha portato a comprendere la sua natura di pulsar. Le sue pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali sono più di duecento e nella sua attività di pubblicistica e di diffusione della cultura scientifica ha collaborato dal 1978 a quotidiani come Corriere della Sera, La Repubblica, Il Messaggero, La Stampa e Il Sole 24 ore e riviste come Vanity Fair, Wired, Limes, L’Espresso, International Herald Tribune, Nature e Science. Ha collaborato anche con la televisione, tra l’altro con P. Angela per Superquark e due dei suoi libri più noti I marziani siamo noi (2010) e Cosa resta da scoprire (2011) sono stati il soggetto di due serie televisive di National Geographic Channel. Durante la sua carriera è stato insignito di diversi riconoscimenti sia per la sua attività di scienziato che per quella di comunicatore scientifico. Accademico dei Lincei, nel 2016 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.