Gentile, Giovanni
Filosofo, storico della filosofia e politico (Castelvetrano, Trapani, 1875-Firenze 1944). Personalità centrale del dibattito filosofico italiano del Novecento, G. è stato, insieme a B. Croce, l’artefice della rinascita della filosofia idealistica in Italia. Fu professore nelle univv. di Palermo, Pisa e Roma; direttore (1929-43) della Scuola normale superiore di Pisa, di cui promosse l’ampliamento; collaboratore con Croce nella redazione della rivista Critica e nell’opera di rinnovamento della cultura italiana; fondatore (1920) e direttore del Giornale critico della filosofia italiana; senatore (dal 1922) e membro del Gran consiglio del fascismo (1923-29); ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Mussolini (1922-24). Aderì al fascismo considerandolo il continuatore della destra storica nell’opera del Risorgimento, ma nella collaborazione intellettuale evitò ogni intransigenza verso persone di convinzioni opposte. Divenne la più alta personalità culturale del regime, una posizione che gli consentì anche di far lavorare colleghi di sentimenti antifascisti. Dopo l’incarico alla Pubblica istruzione abbandonò la politica attiva, dedicandosi, oltre che agli studi, alla promozione e all’organizzazione d’imprese culturali: concepì e diresse l’Enciclopedia italiana, promosse la nascita dell’Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente e dell’Istituto per gli studi germanici. Nel 1943 aderì alla Repubblica sociale italiana. Fu ucciso a Firenze (1944) da un gruppo di partigiani dei GAP. Come ministro della Pubblica istruzione diede il suo nome a una importante riforma della scuola (1923), la più organica dall’unità d’Italia. G. concepiva la scuola come funzione essenziale dello Stato; tuttavia, in nome del principio della libertà d’insegnamento, consentì l’istituzione di scuole private a fianco di quelle pubbliche, ma con il controllo dello Stato su entrambe mediante l’«esame di Stato»; volle sostituire all’istruzione manualistica e informativa quella formativa, basata sul contatto diretto con gli autori classici; riconobbe il valore dell’educazione estetica e di quella religiosa; promosse l’educazione fisica e sportiva; rinnovò le scuole di tipo moderno e professionale. Tra le opere principali: Teoria generale dello spirito come atto puro (1916); I fondamenti della filosofia del diritto (1916); Sistema di logica (1917-23); Filosofia dell’arte (1931).