ARCHI, Giuseppe Antonio
Romagnolo, vissuto nel sec. XVIII, fu impressore del S. Uffizio e svolse la sua lunga attività a Faenza, nella tipografia attiva nel periodo compreso tra il 1713 e il 1804, anno in cui la officina degli Archi venne rilevata da Michele Conti.
La produzione dell'officina Archi, considerevole per numero di stampe e ottima per qualità, si giustifica e spiega anche con la rinomanza della scuola classica del Seminario di Faenza, da cui uscivano i migliori letterati e maestri della regione. Essa, inoltre, dà un'idea piuttosto ampia della vita culturale e civile dell'epoca.
Sono degne di nota, fra le più antiche edizioni: La vita del Beato Giacomo Filippo Bertoni, servita,del p. Agostino Fiori, romano (1713), la Episcoporum Forocorneliensium Historia del canonico Antonio Maria Manzoni (1719); e, fra le più caratteristiche per bellezza tipografica o singolarità di contenuto le Canzonette ridotte ad altrettante elegie latine (1764) di Ludovico Savioli; la Dissertazione sopra il passaggio dell'Appennino fatta da Annibale cartaginese, del p. Pietro da Modigliana (1771); i Componimenti degli Arcadi imolesi in morte di Camillo Zampieri (1784); la De vita et moribus sex sacerdotum Paraguaycorum dell'ex gesuita Giovanni Peramas Emanuele (1791); la De vita et moribus tredecim virorum Paraguaycorum, dello stesso (1793), e così pure numerose altre opere, divenute oggi rarissime, pubblicate per incarico di gesuiti emigraú in Italia dalla Spagna e dall'America.
Fonti e Bibl.: Novelle letterarie, XXVII, Firenze 1766, coll. 281, 316, 427, 549, 576, 581; C. Malagola, L'arte tipografica in Faenza, in Atti e Mem. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 3, I (1883), p. 411; G. Fumagalli, Lexikon typograficum Italiae, Florence 1905, p. 117; D. Gianolio, Il libro e l'arte della stampa,Torino 1926, p. XL; R. Galli, La stampa in Romagna,in Tesori delle biblioteche d'Italia. Emilia e Romagna,a cura di D. Fava, Milano 1932, pp. 599, 614.