(gr. ῎Ορνιϑες) Commedia del commediografo greco Aristofane (445 a.C. circa - 385 a.C. circa), rappresentata nel 414, agli inizi della spedizione di Sicilia.
Prende il nome dagli uccelli che compongono il coro; questi, dapprima contrari, divengono in seguito entusiasti dell'idea di due vecchi ateniesi, Pistetèro ed Evèlpide che, stanchi della vita ateniese fondano una città nuova nell'aria, Nefelococcugia ("la città delle nuvole e dei cuculi") che, posta a mezz'aria fra gli uomini e gli dei, saprà imporsi anche a questi intercettando il fumo dei sacrifici. Pistetèro deve allontanare tutti gli importuni (indovini, sicofanti ecc.) che da Atene si affollano sperando di far fortuna nella nuova città; e infine conclude la pace con gli dei. Agli uccelli sarà concessa la sovranità universale e Pistetèro sposa Basilea.