Massa proteica elastica e viscosa che si forma durante l’impasto delle farine di cereali. Il g. non esiste allo stato di composto naturale nelle farine, ma come un complesso di proteine insolubili in acqua che formano una sostanza colloidale, tenace ed elastica, che si ottiene aggiungendo acqua alla farina e impastando la miscela. Il g. si può separare dall’amido mediante lavaggio che forma un residuo grigiastro composto per due terzi di acqua e per un terzo di sostanza glutinosa. Il residuo secco contiene dal 70 all’80% di proteine, il 10% di lipidi, il 3% di amido e piccole quantità di altri polisaccaridi. Le proteine del g. di frumento sono costituite da gliadine e glutenine in quantità uguali.
Il g. può essere considerato una miscela di proteine di peso molecolare eterogeneo, legate insieme da ponti disolfuro, che con l’impasto si associano, con formazione di legami a idrogeno e interazioni idrofobiche, in fibrille. Queste si riuniscono in una struttura tridimensionale conferendo agli impasti estensibilità, elasticità e capacità di trattenere i gas di fermentazione che determinano la lievitazione della pasta. Le proteine del g. hanno un elevato contenuto di acido glutammico e prolina.
Il g. si impiega per l’integrazione di alimenti per diabetici e per bambini, è usato anche nella stampa e apprettatura dei tessuti, nella preparazione di adesivi, nell’industria della carta ecc. Danno da g. In fisiopatologia, locuzione che designa le manifestazioni morbose la cui patogenesi è connessa a intolleranza del glutine. Sindromi di questo tipo sono il morbo celiaco, la sprue non tropicale e altri disturbi minori.