Gregorio VII
Di questo straordinario pontefice (1073-1085) D. non fa menzione in nessuna delle sue opere, neppure nella Monarchia, dove avrebbe potuto citarlo anche solo per polemizzare sulle sue pretese teocratiche. Alcuni pensarono fossero un indiretto ricordo l'esaltazione di s. Pier Damiano, che fu in stretti rapporti con lui, la presenza in cielo di Roberto Guiscardo che lo liberò dalla prigionia, e la possibile identificazione di Matelda con la contessa Matilde che così vigorosamente lo sostenne. Ma sono troppo tenui indizi, come troppo tenue indizio la fonte della pena dei simoniaci in una sua predica. Forse aveva ragione il d'Ovidio affermando che " al gran pontefice Dante portò rispetto nel modo che si fa ad un avversario di cui non si disconoscono le insigni qualità ".
Bibl. - G. Franciosi, Ildebrando giudicato da D., in Nuova raccolta di scritti danteschi, Parma 1889; F. D'Ovidio, D. e G., in Studi sulla D.C., Palermo 1901, 356 ss.; K. Vossler, La D.C. studiata nella sua genesi e interpretata, trad. ital., I II, Bari 1927, 152 ss.