(o Kudrun) Titolo, dal nome della protagonista, di un poema epico, scritto da anonimo del Sudest tedesco intorno al 1230, giunto in una sola redazione degli inizi del 16° secolo. Il poema, diviso in 32 âventiuren, comprende 1705 strofe di 4 versi del tipo nibelungico, ed è, dopo il Nibelungenlied, il più importante nell’epoca della maggior fioritura dell’epopea nazionale germanica. Difficile il problema delle fonti; è certo che l’anonimo conosceva la leggenda dal finale tragico di Hilde (valchiria dotata del potere di ridestare in vita di notte i guerrieri caduti di giorno), svolta in canti epici (4°-5° sec.), poi perduti, e più volte ripresa. Qui il finale della leggenda di Hilde presuppone il sanarsi dei contrasti, che darà vita alla successiva vicenda di G., figlia di Hilde. Anche G., come Hilde e come la Crimilde del Nibelungenlied, è carattere di orgogliosa inflessibilità, ma infine domina in lei, sulla sete di vendetta, l’anelito a una nobilitante conciliazione.