Poeta tedesco (1160 circa - 1210 circa). È cronologicamente il primo della triade dei grandi poeti cavallereschi del Medioevo tedesco (lo seguono, e lo superano, Wolfram von Eschenbach e Goffredo di Strasburgo). Scarsissime le notizie sulla sua vita: era sicuramente alemanno, vassallo di un signore di Aue; prese parte a una Crociata, quella di Federico Barbarossa (1189-90). Iniziò la sua copiosa attività poetica verso il 1180 con il cosiddetto Büchlein, piccolo trattato di iniziazione al mondo cortese. Per primo in Germania prese di lì a poco contatto col mondo poetico arturiano e, in specie, con l'opera di Chrétien de Troyes, di cui liberamente rielaborò l'Erek. Testimonianza poetica di una crisi interiore è il Gregorius. Tornato dalla Crociata, cui s'ispirò per i suoi assai pregevoli Kreuzlieder, compose il poema Der arme Heinrich, storia del perfetto cavaliere colpito da morbo inguaribile e salvato solo dallo spirito di sacrificio di una fanciulla: esaltazione dell'amore alla luce della grazia divina che condanna le fatuità del mondo. Ultima opera di H., e di tutte la migliore, fu l'Iwein: il tema è attinto da Chrétien de Troyes, ma l'eroe di H. affronta le sue imprese in soccorso dei più deboli per ridonare sé stesso a un senso integro di umanità.