(ebr. Ḥebrōn; arabo al-Khalīl) Città israeliana (166.000 ab. nel 2006), posta sui Monti della Giudea, a 620 m s.l.m. e a 29 km da Gerusalemme, cui è congiunta da una strada. Mercato agricolo e sede di industrie tessili, alimentari, della ceramica e del vetro.
Nella narrazione biblica dei patriarchi, H. è strettamente associata alla figura di Abramo, che vi acquistò la grotta di Makhpēlāh come tomba di famiglia. Al momento dell’occupazione della Palestina, la città fu assegnata ai Calebiti. David vi pose la sua prima capitale; suo figlio Assalonne vi organizzò la sua rivolta. Fortificata da Roboamo, fu durante l’esilio babilonese occupata dagli Edomiti. Nei secoli successivi non se ne hanno più notizie, finché di H. si parla durante l’occupazione dei crociati, che la denominarono Praesidium o Castellum ad S. Abraham, e nel 1167 ne fecero una sede vescovile dipendente dal patriarcato di Gerusalemme. Nel 1187 fu rioccupata dai musulmani, e seguì da allora le vicende della Palestina araba. Annessa dalla Giordania dopo la guerra arabo-israeliana del 1948-49, nel 1967 fu occupata dagli Israeliani. Nel 1997 la città è stata divisa in due settori: Hebron 1, circa il 20% della città, sotto controllo dell’esercito israeliano, e Hebron 2 sotto il controllo dell’Autorità Palestinese, in accordo con il cosiddetto Protocollo di Hebron.