Fotografo tedesco, naturalizzato australiano (Berlino 1920 - Los Angeles 2004). Di famiglia ebraica, dopo essersi formato (1936) presso la fotografa di moda Yva (pseud. di Else Neuländer-Simon, Berlino 1900 - Majdanpek 1944), nel 1938 lasciò Berlino; rifugiatosi dapprima a Singapore, si stabilì poi in Australia e, dalla metà degli anni Quaranta, lavorò a Melbourne come fotografo free lance. In seguito, attivo prima a Londra poi a Parigi, ha collaborato con i più prestigiosi periodici di moda (Jardin des modes, Elle, Vanity fair, Marie-Claire e Vogue). Negli anni Settanta rielaborò, nelle immagini di moda e nei ritratti, la compostezza formale della fotografia tradizionale, inserendovi una prorompente carica erotica e le sue ossessioni. Tra i suoi numerosi libri si segnalano: Sleepless night (1976); World without men (1984); Portraits (1987); Immorale (1993); il monumentale Sumo (1999), raccolta di immagini di grande formato riedita nel 2009 in versione ridotta. Tra le esposizioni a lui dedicate, ricordiamo: una retrospettiva al Musée d'art moderne de la Ville de Paris (1984); Archives de nuit, Villa Medici a Roma (1993); Helmut Newton: works, Neue Nationalgalerie, Berlino (2001). Nel 2009 la Fondazione Helmut Newton ha allestito a Berlino la mostra Helmut Newton: Sumo; tra le mostre successive vanno citate quelle presso il Museum of fine arts di Houston (2011), che gli ha dedicato una personale in cui è documentato compiutamente il rigore estetico del fotografo, spesso venato di una sottile ironia; presso il Gran Palais di Parigi (2012), dove sono stati ospitati una serie di lavori conservati presso la Helmut Newton Foundation, che ne evidenziano la libertà espressiva e la complessità artistica; al Palazzo delle esposizioni di Roma, dove la mostra White women, sleepless nights, big nudes (2013) ha presentato al pubblico oltre 200 foto; al Museo dell'Ara Pacis di Roma, in cui è stata allestita l'importante retrospettiva Legacy (2023).