Teologo cattolico (Friburgo in Brisgovia 1850 - Würzburg 1906); prof. di apologetica e di storia dell'arte cristiana nell'univ. di Würzburg (1884), della quale divenne rettore (1896). Il suo pensiero teologico è orientato verso il tentativo di dare all'apologetica cattolica una sincera apertura verso il mondo moderno: contro il criticismo e l'umanismo, difende la possibilità di una metafisica, all'interno della quale però fa valere anche alcune istanze caratteristiche del "metodo dell'immanenza". Di notevole rilievo la sua dottrina di Dio come autoattuazione e autoposizione, la sua concezione della storia sacra come presenza comunicativa di Dio culminante nell'incarnazione, la sua dottrina escatologica che prospetta la possibilità di un'evoluzione verso il bene anche dopo la morte. La complessità della teologia di S., il tono inconsueto rispetto alla tradizione teologica, il successo e le polemiche nate dalla sua predicazione, portarono alla messa all'indice delle sue principali opere (Katholische Dogmatik, 4 voll., 1889-93; Gott und Geist, 2 voll., 1895-96; Der Katholizismus als Prinzip des Fortschritts, 1897; Die neue Zeit und der Glaube, 1898): S. si sottomise, ma le polemiche ripresero dopo la sua morte. Altri suoi scritti: Apologie des Christentums (2 voll., 1901-05); Christus: das Evangelium in seiner weltgeschichtlichen Bedeutung (1903).