Pseudonimo del romanziere francese Jean-Pierre Hervé-Bazin (Angers 1911 - ivi 1996), pronipote di René Bazin (v.), nei suoi romanzi (Vipère au poing, 1948; La tête contre les murs, 1949; La mort du petit cheval, 1950; Lève-toi et marche, 1952; L'huile sur le feu, 1954; Qui j'ose aimer, 1956, il più notevole di tutti; Au nom du fils, 1960; Le matrimoine, 1967; Les bienheureux de la désolation, 1970; Madame Ex, 1975), analizzò con particolare attenzione i rapporti familiari, rivelandone spietatamente i più amari retroscena spirituali e indicando le segrete ragioni di certe angosciose solitudini di adolescenti. Benché B. rifiutasse ogni rapporto col romanzo francese cattolico, sono ben evidenti nei suoi scritti la suggestione e l'influenza di certe pagine di F. Mauriac e di quelle del suo prozio René. Ricordiamo le opere poetiche: Jour (1947), À la poursuite d'Iris (1948), CEuvre poétique (1992); i saggi: La fine des asiles (1959), Plumons l'oiseau (1966), Ce que je crois (1977) dove ha enunciato le sue opinioni politiche; il volume di racconti Le grand méchant doux (1992) e i romanzi più recenti Le démon de minuit (1988), L'école des pères (1991), Le neuvième jour (1994).