Genere cinematografico fondato su scene, azioni e immagini macabre e raccapriccianti.
Affonda le sue radici nella letteratura di fine Settecento e Ottocento, in particolare nel romanzo gotico (il cui capostipite è The castle of Otranto, 1764, di H. Walpole) da cui il cinema ha ripreso alcuni elementi caratteristici, come le cupe e misteriose atmosfere medievali, gli scenari e i personaggi, in particolare il vecchio nobile maligno, la giovane donna perseguitata, il giovane eroe valoroso. I testi di riferimento per la costituzione del genere furono soprattutto Frankenstein, or the modern Prometheus (1818) di M. Shelley e The vampyre (1819) di W. Polidori. Tra le altre opere trasposte in film, fin dall’avvento del cinema stesso, vanno ricordate The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1886) di R.L. Stevenson, Dracula (1897) di B. Stoker e i racconti di E.A. Poe. Il cinema horror nacque con l'espressionismo tedesco, e in particolare con il film Nosferatu il vampiro (1922) di F.W. Murnau, e quindi ben presto come un vero e proprio genere cinematografico con caratteristiche riconoscibili: ambientazioni in luoghi fatiscenti come castelli e chiese abbandonati e, più tardi, anche zone liminari, sotterranee, delle metropoli; atmosfere cupe e oscure (con forti contrasti di luci e ombre); personaggi mostruosi, misteriosi e demoniaci contrapposti a figure positive; effetti inquietanti come porte che cigolano e candele che si spengono da sole; stati psichici alterati; sessualità deviata.