Pittore fiammingo (n. 1440 circa - m. Roodentale, Bruxelles, 1482), probabilmente originario di Goes nella Zelanda. Maestro nel 1467; nel 1474 fu nominato decano della gilda dei pittori a Gand. Fu quello il momento di maggiore successo di G., giustamente celebrato, accanto a J. van Eyck e a R. van der Weyden, fra i maggiori pittori dei Paesi Bassi. Tra il 1476 e il 1478 eseguì il trittico con l'adorazione dei pastori per Tommaso Portinari, che lo inviava a S. Maria Novella di Firenze (oggi agli Uffizi). L'opera, che esercitò una profonda influenza sulla pittura fiorentina, è eccezionale nel contesto della stessa pittura fiamminga, per la sua monumentalità, per la stupenda bellezza del disegno e la ricchezza del colore, per l'intensa espressività della figura. Qui l'idealismo gotico contrasta con il forte realismo della figura dei pastori. Poco dopo il completamento del trittico entrò come frate converso nel monastero agostiniano Rouge Cloître presso Bruxelles. La conversione nascondeva una grave depressione psichica, che lo portò a tentare il suicidio. Dipinse probabilmente in questi ultimi anni la Morte della Vergine (Bruges, museo), un quadro di profonda malinconia, quasi patologica. Altre opere notevoli sono: l'Adorazione dei magi (Berlino, Gemäldegalerie); la Sant'Anna di Bruxelles, Musée des arts décoratifs, improntata a forte senso drammatico; alcune Madonne (una è a Francoforte) concentrate nella meditazione sul destino del Cristo.