Poeta greco di Reggio (6º sec. a. C.), di famiglia aristocratica; si formò alla scuola lirica di Stesicoro. Trasferitosi a Samo, visse alla corte di un tiranno: Eace (per chi data il suo arrivo a Samo, con il lessico Suida, al 564-60), o il figlio Policrate (per chi, con Eusebio, fissa l'acme di I. al 536-32). Secondo una nota leggenda, la sua morte per mano di ladroni fu vendicata da uno stormo di gru che condusse alla ricerca e alla scoperta degli assassini; egli sarebbe stato sepolto a Reggio. Restano solo frammenti (meno di 100 versi) delle sue poesie (in 7 libri secondo gli antichi): carmi lirici di contenuto eroico (encomî) e poesie d'amore soprattutto in lode della bellezza degli efebi. Cicerone lo considerava poeta d'amore più ardente di tutti gli altri poeti greci.