(lat. indigitamenta) Formule sacre degli antichi Romani, con le quali per ogni atto della vita privata s’invocavano le divinità con un epiteto apposito. Se ne hanno ricordi, per lo più attraverso Varrone, soprattutto in Servio, s. Agostino, Tertulliano e Arnobio. Le divinità da indigitare o invocare erano circa 150, relative alla vita del fanciullo (Abeona che guida la prima uscita del bambino dalla casa, Potina che lo fa bere), all’agricoltura (Sterculus che tutela la concimazione, Segetia per i seminati), alla casa (Cardea in relazione ai cardini delle porte) ecc. Taluni ammettono un rapporto etimologico tra i. e l’epiteto Indigetes (➔ indigete), di alcune divinità, ma questo è tutt’altro che certo.