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INFORMATICA ARCHEOLOGICA

di Paola Moscati - Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)
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INFORMATICA ARCHEOLOGICA.

Paola Moscati

– L’acquisizione dei dati sul campo. L’analisi e l’elaborazione dei dati. Archeologia e società contemporanea. Bibliografia

Settore della ricerca archeologica che promuove la rappresentazione formalizzata della conoscenza, avvalendosi dei metodi e delle tecniche dell’informatica per acquisire, elaborare e trasmettere i dati. L’i. a., oggi spesso definita archeologia digitale ricalcando il termine anglosassone digital archaeology, ha un proprio campo d’indagine che investe i settori tradizionalmente rivolti alle ricerche sul campo, all’elaborazione dei dati in laboratorio, alla gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico. Pubblicazioni sistematiche, quali gli Atti dei Convegni annuali Computer applications and quantitative methods in archaeology e la rivista «Archeologia e calcolatori», consentono una valutazione aggiornata dell’attività scientifica.

L’acquisizione dei dati sul campo. – Le ricerche sul campo beneficiano del potenziamento dei Sistemi informativi geografici (GIS; v. cartografia: GIS). La cartografia numerica s’inserisce in un processo di rivitalizzazione metodologica, e l’analisi spaziale, basandosi sull’elaborazione di modelli digitali del terreno, si rivolge all’analisi delle strutture insediative e delle dinamiche del popolamento. L’archeologia del paesaggio trova supporto nella georeferenziazione dei dati (v. archeologia, analisi spaziale per la): si quantificano specifici fattori, quali la distanza dai corsi d’acqua, dai percorsi viari e dagli insediamenti; le elaborazioni basate sul movimento favoriscono lo studio delle modalità di spostamento nello spazio; le analisi di visibilità rivalutano il ruolo della percezione visiva dell’uomo nelle scelte di carattere insediativo e urbanistico.

Nell’acquisizione digitale dei dati sul terreno si sviluppano tecniche di campionamento diretto, basate su tecnologie di telerilevamento satellitare o aereo, quali il LiDAR (Light Detection And Ranging). Nelle prospezioni geofisiche, la tecnologia GPR (Ground Penetrating Radar) conferma il suo primato, mentre la robotica interviene nelle ricerche di archeologia subacquea e nell’esplorazione di ambienti di difficile accesso. Grazie all’evoluzione della grafica computerizzata, il rilievo 3D ha il sopravvento. Si eseguono campagne speditive di rilievo topografico integrando tecniche diverse, si utilizzano dispositivi palmari e tablet, collegati in wireless con il laboratorio di riferimento, si coopera in un ambiente virtuale nelle fasi di acquisizione e postelaborazione dei dati grazie alle tecniche di webmapping, webGIS e GIS cloud.

L’analisi e l’elaborazione dei dati. – Nella classificazione informatizzata dei materiali archeologici, l’approccio statistico si consolida come modello di riferimento e per la codifica dei dati si cercano soluzioni più flessibili, ma non neutrali, come quelle offerte dalle tecniche di analisi multicriterio a supporto dei processi decisionali. Metodi multidimensionali, in particolare l’analisi delle corrispondenze, sono sempre privilegiati per l’analisi esplorativa dei dati a fini sia classificatori sia interpretativi e predittivi. I modelli computazionali della cosiddetta nuova intelligenza artificiale, come le reti neurali artificiali (architetture ispirate al funzionamento del cervello), sono applicati per simulare processi complessi, ma anche per lo studio di singole classi di materiali.

Nel settore della catalogazione e gestione dei beni culturali, le banche dati sono arricchite da strumenti multimediali. La consultazione e la condivisione dei dati avvengono in rete, soprattutto laddove è richiesto un comune sforzo da parte di ministeri, università ed enti territoriali per coordinare conoscenza, tutela e pianificazione. Esemplare è il caso dei grandi corpora archeologici, solido fondamento per ogni ricerca di tipo comparativo: i grandi progetti informatizzati, come le iniziative legate al CVA (Corpus Vasorum Antiquorum) e al LIMC (Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae), s’interrogano sulla normalizzazione dei contenuti, mentre l’intensificarsi dello scambio di informazioni in rete ravviva l’attenzione verso gli standard di rappresentazione e i protocolli di trasmissione, anche in vista di un accesso aperto ai dati. Le ricerche sono orientate a identificare strutture ontologiche per una migliore classificazione dei dati, e si adotta un approccio semantico per una conoscenza condivisa delle informazioni sui beni culturali.

Archeologia e società contemporanea. – Il settore della tutela e della valorizzazione, strettamente legato ai metodi e alle priorità dell’archeologia preventiva, si avvale degli strumenti informatici non solo a fini di ricerca, ma anche per valutare le potenziali minacce al territorio e alle città, incrementate dai problemi di mobilità urbana e di infrastrutturazione territoriale. I GIS costituiscono la piattaforma informatica ideale per ottenere, sulla base di sistemi di monitoraggio sistematici anche a livello del patrimonio costruito, una mappa conoscitiva dei maggiori fattori di rischio, quali l’aggressività dei fenomeni ambientali e la pericolosità antropica.

Per la valorizzazione dei beni archeologici, un settore trainante è senz’altro quello legato agli sviluppi delle tecniche di realtà virtuale: il paesaggio diviene un luogo dinamico di interazione tra passato e presente; complessi monumentali recuperano il loro aspetto originario, facilitando le opere di integrazione e restauro; il settore educativo si arricchisce. La musealizzazione virtuale si avvale di tecniche di modellazione 3D per progettare l’allestimento di oggetti o collezioni, anche in relazione a nuove forme espositive come i musei narranti o i musei diffusi. Gli archeologi sperimentano vie innovative di ricerca, prima fra tutte la realizzazione di reti museali per riunificare virtualmente testimonianze conservate in luoghi diversi.

Bibliografia: «Archeologia e calcolatori», 2009, 20, nr. monografico: La nascita dell’informatica archeologica, Atti del Convegno internazionale, Roma 2008, a cura di P. Moscati; The spatial humanities. GIS and the future of humanities scholarship, ed. D.J. Bodenhamer, J. Corrigan, T.M. Harris, Bloomington 2010; Archaeology 2.0. New approaches to communication and collaboration, ed. E.C. Kansa, S.W. Kansa, E. Watrall, Los Angeles 2011 (https:// escholarship.org/uc/item/1r6137tb, 2 giugno 2015); Satellite remote sensing. A new tool for archaeology, ed. R. Lasaponara, N. Masini, Dordrecht-Heidelberg-London-New York 2012; Archaeology in the digital era, Papers from the 40th annual Conference of computer applications and quantitative methods in archaeology, Southampton 2012, ed. G. Earl, T. Sly, A. Chrysanthi et al., Amsterdam 2013; Archeosema. Artificial adaptive systemsfor the analysis of complex phenomena, Collected Papers in honour of David Leonard Clarke, ed. M. Ramazzotti, «Archeologia e calcolatori», 2014, suppl. 6.

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