Nella storia italiana, il movimento a favore dell’entrata in guerra, sviluppatosi fra il 1914-15 in opposizione alle correnti neutraliste. Raccolse elementi di provenienza eterogenea: democratici e liberali antigiolittiani invocanti la liberazione di Trento e Trieste come culmine del Risorgimento; nazionalisti che reclamavano l’affermazione della potenza italiana, identificando inizialmente il nemico negli Stati dell’Intesa più che negli Imperi centrali; letterati con alla testa G. D’Annunzio, futuristi; socialisti ed ex socialisti influenzati dal sindacalismo rivoluzionario (tra questi B. Mussolini); profughi delle terre irredente, fra cui C. Battisti ecc. Il movimento, pur rappresentando una minoranza, ebbe parte importante nel determinare lo stato d’animo sempre più diffuso che nel 1915 rese possibile l’entrata in guerra contro la volontà della maggioranza del Parlamento.