Generale e uomo di stato greco (Itaca 1871 - Atene 1941); quale capo di stato maggiore nel 1915 sostenne la politica di neutralità della Grecia perseguita dal re Costantino. Esiliato per l'abdicazione del re (1917), ritornò in patria nel 1920 col rientro di questo, ma riprese la via dell'esilio nel 1923, con la caduta della monarchia. Rientrato in patria nel 1926, diede un forte impulso al movimento monarchico degli Eleuterofroni (da lui fondato nel 1921) e divenne ministro della Guerra nel gabinetto di Konstandìnos Demertzìs, formatosi in seguito alla restaurazione monarchica (1935). Presidente del Consiglio (1936), instaurò un regime totalitario prendendo per sé i principali dicasteri e facendosi poi nominare capo del governo a vita (luglio 1938). La politica estera prudente da lui seguita nella crisi internazionale allora in atto non gli impedì di riorganizzare l'esercito e di provvedere alla difesa del territorio nazionale con la costruzione della linea fortificata che portò il suo nome. Respinto l'ultimatum di Mussolini del 28 ott. 1940, mostrò energia e abilità nella condotta della guerra contro l'Italia; morì nel gennaio dell'anno successivo, mentre le truppe greche erano vittoriose in Albania.