Israele
Coltivare il deserto
Ricostituito dopo secoli e secoli in quella che la Bibbia chiama la Terra promessa, lo Stato di Israele si riallaccia a una tradizione antichissima, ma è tra i più moderni e avanzati del mondo. Malgrado le piccole dimensioni, le grandi difficoltà ambientali e politiche, una popolazione fitta e in continua crescita, Israele ha un enorme peso negli equilibri economici e politici mondiali
Il territorio d'Israele è una striscia tra il Mar di Levante (Mediterraneo) e il Giordano e, all'estremità sud, il Golfo di Aqaba (Mar Rosso). Il clima è mediterraneo, ma la regione centromeridionale (Negev) è desertica.
La fertile pianura lungo il mare ha il clima migliore e vi si concentrano le città e la popolazione. All'interno si susseguono allineamenti di alture, che a sud superano di poco i 1.000 m; ancora più all'interno, la valle del Giordano ‒ con il Mar Morto ‒ è una lunga depressione (la più profonda della Terra, −408 m).
I limiti dello Stato sono ancora incerti: le Nazioni Unite non hanno accettato l'ingrandimento che Israele ha ottenuto con la guerra del 1967, quando ha oltrepassato il Giordano a nord (alture del Golan, annesse nel 1981), e conquistato la Cisgiordania al centro e la Striscia di Gaza a sud. Questa (quasi 400 km2, 1.330.000 Palestinesi e 6.000 Israeliani) è ora sotto amministrazione palestinese; in Cisgiordania (6.200 km2), in parte amministrata dai Palestinesi, ma controllata dall'esercito israeliano, i molti insediamenti ebraici ospitano circa 200.000 persone (i Palestinesi sono 2,3 milioni). Qui Israele sta costruendo un muro che dovrebbe separare le aree ebraiche da quelle palestinesi.
Il grande problema ambientale di Israele è l'acqua, poca e concentrata nella valle del Giordano e nel Golan. La disponibilità di sorgenti e pozzi è diventata così un problema strategico: la disposizione degli insediamenti israeliani e il percorso del muro ne hanno tenuto conto con attenzione. La popolazione cresce a un ritmo molto più elevato che in Europa, sia per le immigrazioni (tra 1999 e 2000 è immigrato un milione di Ebrei dalle repubbliche ex sovietiche) sia per la fortissima natalità, ed è per l'80% composta da Ebrei; considerando anche i 'Territori occupati', gli Ebrei sono appena più numerosi dei Palestinesi.
Gli Israeliani, dediti soprattutto ad attività industriali e terziarie, molto avanzate, abitano quasi tutti in città: le principali sono Gerusalemme (oltre 800.000 abitanti), considerata capitale sia da Israele sia dai Palestinesi (e città santa per ebrei, cristiani e musulmani), Tel Aviv-Giaffa e Haifa.
L'agricoltura è molto avanzata. Malgrado le difficili condizioni ambientali, grazie alle competenze tecniche e ai capitali di cui disponevano, gli Israeliani sono riusciti a rendere produttive (agrumi, ortaggi) terre quasi desertiche: sono stati necessari grandi lavori di captazione di acqua e di irrigazione. L'agricoltura praticata dai Palestinesi, invece, è molto più povera (olivo, grano).
Anche se non ha materie prime, Israele ha sviluppato un'industria di elevata qualità (meccanica, elettronica, armamenti, tessile, alimentare), grazie alle grandi capacità imprenditoriali degli Ebrei e ai loro capitali, che hanno permesso di industrializzare il paese in meno di mezzo secolo. Il paese importa più di quanto esporta, ma riceve consistenti finanziamenti dalle comunità ebraiche del resto del mondo e le condizioni di vita della popolazione ebraica sono molto avanzate.