Musicista (Berlino 1791 - Parigi 1864). Ancora ragazzo mutò il suo originario nome di Jakob Liebmann Beer in quello sotto il quale è oggi conosciuto. Studiò il pianoforte con F. Lauska e M. Clementi, e si presentò quale concertista a Berlino nel 1800. Nella composizione fu allievo di A. Weber e G. J. Vogler. Esordì come compositore a Berlino con l'oratorio Dio e la natura (1811) e a Monaco con l'opera Il voto di Jefte (1812). Passò però in Italia assai presto, e ivi compose una serie di opere italiane, di stile rossiniano, che ha inizio con Romilda e Costanza (1817) e termina con Il crociato in Egitto (1824). Dopo un soggiorno berlinese, durante il quale sposò Minna Mosson, sua cugina, e scrisse musica vocale sacra e profana, fu a Parigi dove, con Robert le Diable (1831), aprì il periodo della maturità e della fama. Nominato nel 1842 Generalmusikdirektor a Berlino e nel 1843 membro di quell'Accademia, produsse marce e lavori teatrali. Dopo alcuni anni in Germania, M. fu nuovamente a Parigi, dove varie infermità non gli impedirono di continuare la serie delle sue opere francesi, tutte più o meno salutate da grandi accoglienze, fino alla postuma L'Africaine (1865). Compositore fecondo (17 opere teatrali, 4 cantate, 4 cori virili, 40 mélodies per canto e pianoforte, 18 composizioni sacre, 8 orchestrali, tra le quali la Marcia d'incoronazione e le 4 marches aux flambeaux), ma ineguale, attento però sempre ai valori dell'effetto scenico, M. riuscì, nelle sue opere migliori, a imporsi nel mondo teatrale del suo tempo. Succedeva a F.-D. Auber e a G. Rossini come massimo esponente del cosiddetto Grand-Opéra (opera seria di grande apparato e imponenza, con largo uso di cori e di danze, molto diffusa, specialmente in Francia), che fu il genere a lui più congeniale. Prescindendo dalle musiche non teatrali, dall'Esule di Granata (Milano 1822) e dal Crociato in Egitto (Venezia 1824), sono da ricordare soprattutto: Robert le Diable (Parigi 1831), nonostante le grandi ineguaglianze di valori musicali e l'effetto plateale di molti brani; Les huguenots (ivi 1836), opera di grandissimo rilievo estetico e storico, specialmente per la perfetta realizzazione dell'economia strutturale del dramma e per l'impressionante musica dell'atto IV; il drammatico Struensee (Berlino 1846); l'imponente Le prophète (Parigi 1849); i cosiddetti Opéras-Comiques, L'étoile du nord (Parigi 1854) e Dinorah ou le pardon de Ploermel (Parigi 1859), ricchi di brio e di grazia e, specialmente quest'ultimo, di colore e d'ambientazione; L'Africaine (Parigi 1865), che fu il maggior successo, postumo, di M., grazie anche alla ricchezza di pagine d'alta qualità musicale. M. fu musicista di grandi risorse tecniche e artistiche, ma poco interessato all'approfondimento di vicende psicologiche e spirituali dei suoi personaggi.