Ingres, Jean-Auguste-Dominique
L'amante del bello ideale
Ingres è l'artista che porta lo spirito del neoclassicismo oltre i confini del suo tempo, interpretando anche i temi più romantici in chiave classica. È un artista difficile: non segue le mode, non copia la natura, non imita i maestri. Ma seleziona e compone i vari elementi per creare un linguaggio ideale, ispirato all'antico. Le sue famose odalische sono figure che ricordano Raffaello, nel disegno e nella composizione, ma rese con una maggiore attenzione alla luminosità e agli accordi dei colori
Nato a Montauban nel 1780, Jean-Auguste-Dominique Ingres, precoce talento nel disegno, entrò ancora diciassettenne nel prestigioso studio di Jacques-Louis David, a Parigi. "Talento avaro, crudele, collerico, sofferente, straordinario miscuglio di qualità in contrasto": così ci descrive Ingres il poeta francese Charles Baudelaire nel 1848. Anche il pittore Eugène Delacroix definisce l'opera del maestro "la completa espressione di un genio incompleto". Come loro, molti restano perplessi di fronte ai quadri di Ingres. Ma che cosa veramente gli viene rimproverato? Gli si critica una certa mancanza di vivacità e l'ostinazione nei confronti dei suoi modelli: Raffaello e David. In particolare il confronto ossessivo con l'opera di Raffaello ‒ da lui interpretato come sintesi di grazia, bellezza e armonia ‒ lo condiziona nella scelta dei colori e del disegno. I suoi due soggiorni a Roma ‒ il primo, dal 1806 al 1820, come studente vincitore del secondo premio del Prix de Rome (una prestigiosa borsa di studio) all'Accademia di Villa Medici e poi, dal 1834 al 1841, come direttore dello stesso istituto ‒ lo avvicinano ancora di più al classicismo di Raffaello. La permanenza a Firenze (dal 1820 al 1824) gli consente di studiare Bronzino e i capolavori conservati agli Uffizi. Invece il rapporto con David è vissuto in termini di conflitto: spesso Ingres riprende temi e composizioni del maestro per trasformarli secondo una sintesi ideale, depurandoli dagli elementi ancora legati allo stile barocco (l'affollamento, i panneggi svolazzanti, i diversi punti di fuga), ossia da tutto ciò che gli appare superfluo e che può distogliere l'attenzione dal soggetto principale.
L'ideale di bellezza assoluta, perseguito da Ingres, era stato fissato nella metà del Settecento dal teorico tedesco Johann Winckelmann ed era poi diventato il principio ideale degli artisti neoclassici. Purezza della linea di contorno, riduzione all'essenziale degli elementi della composizione, equilibrio della scena e studio dell'arte antica sono le norme essenziali dello stile neoclassico. A esse si ispira anche la pittura di Ingres.
La sua ricerca della forma pura si manifesta perfino quando, in linea con le mode del tempo, il pittore affronta temi cari al romanticismo, come il Sogno di Ossian, dipinto nel 1813 per la stanza da letto di Napoleone nel palazzo del Quirinale a Roma. La rilettura di questo tema fantastico è affrontata dal pittore secondo il gusto neoclassico: privata di qualsiasi contenuto drammatico e di movimento, è interamente costruita da figure simili a statue marmoree. Tuttavia l'ispirazione classica è sempre vissuta con straordinaria libertà e spregiudicatezza. Ingres, infatti, nella sua ricerca costante di una forma perfetta si rivolge alle incisioni dell'artista neoclassico inglese John Flaxman, alla scultura greca arcaica, all'arte ellenistica, bizantina, gotica, a Raffaello e ai manieristi. La grandezza di questo artista, morto a Parigi nel 1867 all'età di 87 anni, sta nell'aver saputo riunire tutte le sue diversissime fonti e nell'aver creato uno stile personale e immutabile, come dimostrano i diversi dipinti dedicati al tema del nudo femminile. La Grande bagnante, la Grande odalisca, la Sorgente, il Bagno turco, per citarne solo alcuni, sono esempi di equilibrio perfetto fra la linea di contorno, la composizione spaziale e il colore.
Il disegno di Ingres, il mezzo fondamentale per la ricerca della forma, è una linea di contorno sinuosa entro cui si stende il colore uniforme e in una gamma limitata, da cui sono quasi escluse le tonalità calde (rosso, arancione, marrone). Il disegno regola anche la disposizione degli elementi del dipinto, con la creazione di schemi geometrici regolari. Così Zeus implorato da Teti mostra una composizione triangolare, mentre il Bagno turco (dipinto dal pittore all'età di 82 anni) è ordinato secondo uno schema a stella, molto complesso. Il disegno è infine per Ingres anche una fonte di sussistenza nei periodi difficili. Nel 1815, durante il suo primo soggiorno romano, quando cade l'Impero napoleonico e partono dalla città i funzionari francesi, Ingres perde gran parte della sua clientela ma, abile e rapido nel disegno, si mantiene ritraendo i turisti di passaggio.